Italia bella. Loreto, il borgo tra le mura della Basilica della Santa Casa. Un luogo di arte, fede e cultura tra i più belli d’Italia.
Loreto è il borgo marchigiano abbracciato dalla sua Basilica, suggestivo luogo di arte, fede e cultura tutto da scoprire. Ed è parlandovi di questo borgo super eletto e super bello che vi dò il mio augurio di Natale. BUON NATALE 2019 cari lettori. Tra le verdi colline della campagna marchigiana, in provincia di Ancona, sulla sommità di un colle sorge l’affascinante cittadina di Loreto, abbracciato dalla sua Basilica e con lo sguardo proiettato sulla splendida Riviera del Conero. Vi assicuro che è uno dei borghi più belli d’Italia, e non solo. Questo luogo tra fede e storia, arte e cultura, saprà certamente aprirvi il cuore e l’anima. Loreto da anni è meta di pellegrinaggi e pellegrini perché custodisce uno dei tesori più importanti della cristianità: la Santa Casa di Maria di Nazareth, ed è una delle principali mete di pellegrinaggio mariano in Europa e nel mondo. Sul suo colle, infatti, Loreto custodisce uno dei tesori più importanti della cristianità, la Santa Casa di Maria di Nazareth, luogo sacro dell’Annunciazione. Secondo la tradizione nel 1291, in previsione della riconquista della Terra Santa da parte dei Musulmani, quando i crociati furono espulsi definitivamente dalla Palestina, le pareti della casa della Madonna furono trasportate prodigiosamente dagli Angeli sulla collina vicino al paesino di Loreto, lungo la strada che congiunge Recanati al suo porto, era il 10 Dicembre 1294. Semplici mura in pietra che costituiscono il nucleo originale della casa che all’esterno sono decorate con bassorilievi di grande pregio, realizzate su disegno del Bramante dai migliori artisti dell’epoca. La presenza di una casa su quel colle, ove sino al giorno prima non v’era alcuna costruzione, fatto testimoniato da tutti i cittadini di Loreto, divenne ben presto leggenda, ed intorno ad essa si sviluppò l’ormai celebre Santuario. In effetti dobbiamo dire che accurati studi hanno accertato che le pietre dei muri della S. Casa sono di fattura uguale a quelli di altre costruzioni palestinesi dell’epoca, inoltre circa 60 graffiti sono molto simili a quelli giudeo-cristiani del II-V secolo presenti a Nazareth, come pure il fatto che la S.Casa non ha fondamenta proprie e le pareti, che poggiano direttamente sulla via, siano tre e non quattro (la casa di Maria era costituita da una sola stanza) ne convaliderebbe l’autenticità poiché a Nazareth la casa di Maria era stata costruita per un lato appoggiata ad una parete di roccia. Altri studiosi della vicenda hanno peraltro ipotizzato che siano stati sì “angeli” ad effettuare il trasporto della preziosa reliquia, ma via mare e ad opera dei fratelli Angeli, antica facoltosa famiglia di origini marchigiane. Fatto si è che la Casa della Vergine oggi è mèta di pellegrinaggi e venerazione, come testimoniano i mille e mille ex-voto, ed intorno ad essa è sorto un grandioso Santuario in cui hanno lasciato tracce del loro genio tutti i più grandi artisti, da Melozzo da Forlì a Luca Signorelli, da Piero della Francesca al Caravaggio, al Bramante, che realizzò lo stupendo rivestimento marmoreo esterno della S. Casa. Qui è conservata la preziosa statua della Madonna scolpita nel cedro di Libano dalla caratteristica colorazione scura. C’è una cosa che fin da piccolo mi è rimasta sempre impressa grazie a mia madre che era devotissima della Madonna nera di Loreto. Osservando il gradino esterno della Santa Casa si notano dei solchi. Essi sono il risultato dei giri sui gradini del rivestimento marmoreo fatti con le ginocchia dai pellegrini. Tali solchi avevano ed hanno essenzialmente un valore penitenziale e di devozione alla Madonna. Mia madre Ada Damiani non v’era anno che non compisse il suo giro di devozione. Da bambino l’ho fatto anch’io infinite volte, prima di entrare nella Santa Casa. Loreto poi mi è cara perché mi riporta indietro nella mia fanciullezza perché qui, tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento ebbi a frequentare le scuole elementari (ricordo ancora i miei compagni di quinta elementare, Gianni Rambaldini, Grespan, Mattiuzzo, Rosati, Caruso, Greco, Zanatta, Caramia, ecc. e come non ricordare anche Suor Maria Maddalena delle Suore Francescane del Giglio ) in questo paesaggio indimenticabile, fra queste colline che lasciano vedere il mare Adriatico in lontanza. Ricordi indimenticabili. Alla bellezza del Santuario la storia ha dato un motivo in più per una visita a Loreto. Eco allora qualche notizia da non dimenticare. Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 la flotta Musulmana risalendo l’Adriatico giunse a minacciare il porto di Recanati e la stessa Loreto, così fu realizzata una poderosa cinta muraria, su progetto di Antonio da Sangallo, a cui si aggiunsero più tardi due bastioni pentagonali, ed ultima grandiosa opera fu l’acquedotto realizzato nel 1605 da Domenico Fontana, vero capolavoro di ingegneria idraulica. E ancora, un modo suggestivo per raggiungere il Santuario è quello di affrontare i 330 scalini della Scala Santa, sulla scia dei pellegrini, scala che permette di raggiungere il Santuario attraversando Porta Marina, una delle porte di accesso al celebre luogo di culto. La Basilica di Loreto è un vero gioiello architettonico impreziosito da quadri, affreschi, statue e cappelle da ammirare senza fretta.Tra le cappelle che rendono unico il Santuario, merita una menzione la Sala del Tesoro (o Sala del Pomarancio) dove sono esposti in grandi teche i preziosi doni ricevuti nel tempo. A pochi passi dalla Basilica, sotto il loggiato di Piazza della Madonna su cui spiccano la barocca Fontana Maggiore e il monumento a Papa Sisto V, ecco un altro luogo ricco di arte, il Museo Antico Tesoro della Santa Casa. Il museo custodisce oggetti d’arte di grande valore raccolti dalla Basilica nel corso dei secoli, arazzi, sculture e dipinti tra cui è doveroso ricordare le nove tele di Lorenzo Lotto, uno dei maggiori pittori europei del Cinquecento. Altra esperienza da non perdere a Loreto è quella di ammirare il panorama lungo gli antichi camminamenti di ronda della Basilica, percorsi in passato per scrutare il mare e prevenire gli attacchi nemici. Dopo aver ammirato la bellezza mozzafiato fino alla costa, immergetevi nella suggestiva atmosfera del borgo, camminando senza fretta lungo le stradine lastricate su cui si affacciano negozi tipici, botteghe artigiane e locali e trattorie dove gustare le specialità locali. Ricordo le passeggiate che facevo da bambino lungo Corso Boccalini, con i tanti negozi di ceramica lauretana frequentati da mia madre. Ma non è tutto. Loreto è anche la capitale italiana del presepe. A questo proposito, il consiglio è di visitare il Presepe Benedetto XVI, presepe artistico meccanico permanente in via Sisto V, a pochi passi dal Santuario. Loreto è una meta unica in grado di regalarvi una giornata davvero speciale, perché tra gli illustri Pellegrini, che troviamo riportati nel lungo elenco di santi e beati che nel corso dei secoli si recarono alla Santa Casa, incisi su due grandi lapidi marmoree poste nel corridoio che porta alla Sacrestia (a destra di chi entra), troviamo nomi di prestigiose autorità ed esponenti della società civile e del mondo della cultura: da Cristoforo Colombo (14 febbraio 1493) al vincitore di Lepanto Giovanni d’Austria (1576), passando per Galileo Galilei (1618) e Cartesio (1619) senza dimenticare Carlo Goldoni e perfino Casanova. Più fruttuosa spiritualmente fu sicuramente la visita nel 1770 di Wolfgang Amadeus Mozart che volle tornarvi l’anno seguente e successivamente musicò le Litanie Lauretane. A questi si aggiungono Carlo Emanuele di Savoia, Stendhal, Massimo D’Azeglio, Silvio Pellico e Giosue Carducci. Voglio ricordare infine almeno quattro Pontefici di grande spessore: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ma sopratutto la visita nel 1962 di Giovanni XXIII che riveste un significato molto particolare, fu infatti il primo viaggio in assoluto di un Papa al di fuori del Vaticano dopo le vicende dell’unità d’Italia e della Conciliazione.
Carlo Franza