Le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo ospitano, nella sede di piazza Scala a Milano, fino al 1 marzo  2020 una marianipersonale81903-Umberto-Mariani-mostra-Frammenti-da-Bisanzio-Roma di Umberto Mariani (Milano, 1936), che segue le recenti da lui realizzate a Ravenna (e Roma) nel 2018 e all’Ermitage di San Pietroburgo nel 2019, tutte intitolate Frammenti da Bisanzio, nelle quali l’artista ha voluto rimarcare le relazioni della sua opera con la tradizione culturale e figurativa proveniente dal mondo dell’Oriente bizantino.

Mariani, autore di opere fondate su un principio di composizione del colore e della materia che prende forma dalle pieghe dei fogli di piombo con cui da tempo opera nella serie denominata La forma celata, considera la sua opzione per la monocromia come un modo di rivelare, attraverso la combinazione dei colori e delle forme, una concezione astratta, trascendente e simbolica. Come dice in un suo scritto del 2014: “Con il mUmberto-Mariani-mostra-Milanoio lavoro faccio riferimento costante a forme e sMedium_locandina_mariani_mostra_mosca_1-221oggetti che appartengono da sempre alla storia dell’arte: il drappeggio, il panneggio e anche altre forme archetipe come l’ellisse, l’uovo, la croce. Il mio panneggio, le mie pieghe non hanno nulla di veristico e nemmeno di realistico, ma semmai si avvalgono di forme e significati simbolici. Si sviluppano all’interno di una logica geometrica e si avvalgono di ritmi e spazi lineari. Sono lontani dai volumi di Masaccio, dalle architetture di Piero e dalle enfatiche turbolenze barocche. Senza dubbio sono invece parenti stretti dell’iconografia simbolica (oggi si direbbe astratta, mentale, concettuale) e, per certi versi, labirintica del mondo bizantino” (U. Mariani, Intorno alla bellezza, Milano, novembre 2014).

A rimarcare questo dialogo a distanza, avviato nelle pagine del catalogo della mostra di San Pietroburgo lo scorso anno, nella Sala delle Colonne delle Gallerie d’Italia in piazza Scala le opere di Mariani saranno affiancate da alcune delle più belle e originali icone russe della importante raccolta presente nella sede di Vicenza dei musei di Intesa Sanpaolo. I lavori di Mariani in cui i profondi blu, viola, rossi, assorbono e rimandano una luce che l’oro di alcuni elementi sembra quasi materializzare, si fanno motivo di controcanto delle rappresentazioni che mettono in relazione gli Inferi e il Paradiso, mediante la figura di Cristo e la personificazione della Trinità, nelle versioni di un racconto che si fa rivelazione trascendente nelle icone russe, prosecutrici ed eredi della cultura bizantina.

Il lavoro di Mariani  è rappresentato anche da due opere della serie concepita negli anni Settanta Alfabeto Afono, in cui le lettere “fasciate” rinunciano al loro valore di segno per essere parte di una silenziosa forma di negazione della parola, e da un grande dittico, Teorema. Grazioso e antigrazioso, in cui due diverse modalità di usare il monocromo nero introducono un confronto con il vuoto di una tradizione metafisica che dall’Oriente si rispecchia nella cultura contemporanea, per essere esplorata come processo di visione ulteriore, rispetto al piano della immediata percezione fisica.

Carlo Franza

 

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