Ritrovato il dipinto “Fuga dall’Egitto” trafugato nel 1992 nella Chiesa del Buon Consiglio a Ruffano-Lecce. Il prezioso dipinto è da attribuirsi a Maria Rachele Lillo, figlia di Saverio Lillo.
Buone notizie sul versante dei dipinti trafugati nelle chiese italiane. Ora l’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, ha consentito di restituire alla Chiesa del Buon Consiglio di Ruffano in provincia di Lecce il dipinto trafugato il 5 maggio del 1992. Come si è giunti al recupero della preziosissima tela? L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, è scaturita da un controllo amministrativo effettuato presso un esercizio di antiquariato partenopeo, all’esito del quale sono state individuate delle opere che per la loro natura e iconografia potevano corrispondere a quelle rubate da alcuni luoghi di culto. Di fondamentale importanza per l’individuazione del prezioso bene è risultata la comparazione dell’immagine, con quelle contenute nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, che ne ha così confermato la provenienza illecita. La tela rappresenta uno dei passaggi fondamentali della vita travagliata di Gesù Cristo, ovvero descrive “La Fuga in Egitto”, dipinto di grande valore storico e di importanza fondamentale per i musei della diocesi vaticana, che è quella di Ugento- Santa Maria di Leuca. Molti colleghi hanno fino ad oggi ipotizzato e lavorato a una possibile attribuzione, senza venirne a capo, per anni il dipinto è stato ritenuto fosse di un pittore sconosciuto; viceversa io ritengo possa essere di Rachele Lillo, figlia del pittore Saverio Lillo (nato a Ruffano nel 1734- morto nel 1796). L’acume di questo grande uomo si denota dalla sapiente educazione artistica trasmessa ai suoi figli, almeno a quelli che fra i sette sopravvissero. Saverio li seppe infatti valorizzare uno per uno, fino a farli eccellere nella forma artistica più corrispondente alla naturale propensione di ciascuno. Non posso tralasciare di ricordare e dunque farne menzione, tre dei sette figli: il primogenito Mosè, valente incisore e pittore; Maria Rachele, abile pittrice; l’ultimogenito Giosuè, fine musicista. L’aver introdotto Maria Rachele all’arte del pennello dimostra ulteriormente l’apertura mentale di papà Saverio, che seppe offrire pari opportunità ai suoi ragazzi e valorizzare il carisma della “femmina”, in un’epoca in cui ciò non era affatto scontato. Non va dimenticato che Saverio e Maria Rachele Lillo, pur con mille debite differenze, furono tra Sette e Ottocento ciò che Orazio (1563-1639) e Artemisia Gentileschi (1593-1653) furono tra Cinque e Seicento, ovvero una famiglia d’artisti. Ritengo da esperto che il valore del dipinto “Fuga in Egitto”, che io attribuisco oggi a Maria Rachele Lillo, abbia un valore certo alto, che è vicino al mezzo milione di euro. Infatti, sono trascorsi circa 27 anni dal furto in parrocchia. Ora con una lunga indagine, che ha visto protagonisti i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, l’opera è stata rintracciata presso un antiquario. Non si sa quale percorso abbia fatto in questi anni. In questi giorni il dipinto è tornato al suo posto alla stessa parrocchia, con una grande soddisfazione da parte degli Uffici Diocesani, ma anche da parte dei Carabinieri impegnati nella Tutela dei Beni Culturali. La restituzione del dipinto si inserisce nella più complessa opera di sensibilizzazione che il comando dell’Arma quotidianamente compie con i responsabili degli Uffici diocesani, anche attraverso la divulgazione, ai parroci, della pubblicazione “Linee guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici”, realizzata dal comando nel 2014 in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana che, oltre a contenere consigli pratici per la difesa dei beni, diffonde le iniziative di catalogazione e censimento dei beni delle Diocesi. Presenti, alla cerimonia di riconsegna dell’opera trafugata, anche il sindaco ruffanese Antonio Rocco Cavallo, del parroco don Nicola Santoro, del comandante della compagnia dei carabinieri di Casarano, capitano Massimiliano Cosentini, del comandante del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Napoli, maggiore Giampaolo Brasili e del comandante della stazione di Ruffano, maresciallo maggiore Daniele Luigi Tricarico. Senza dimenticare che circa due mesi fa, lo stesso comando dell’Arma ha anche rinvenuto una preziosa statua, raffigurante San Vito e rubata da un santuario di Galatone nel 1981 era fnita nei circuiti delle aste d’arte all’estero. Nella cerimonia di restituzione dell’opera a Ruffano, si è sottolineata quale sia l’importanza di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica, riguardo proprio alla protezione di queste opere d’arte che hanno una grande importanza e religiosa. L’opera ora resterà alla portata dei fedeli e dei turisti che vogliono ammirarlo alla chiesa del Buon Consiglio di Ruffano.
Carlo Franza