I finalisti del World Press Photo 2020: dal Coronavirus in Cina al Sudan e ai combattenti curdi.
Questa è storia contemporanea. Ecco la storia del nostro tempo, raccontata per immagini. Sono stati annunciati i finalisti del World Press Photo 2020. Vi figurano anche sei fotografi italiani. Non è poco, e lasciano leggere la qualità e l’artisticità. C’è tutto il 2019, raccontato in volti, gesti e atmosfere, nelle fotografie dei finalisti della 63ma edizione del World Press Photo, il concorso di fotogiornalismo più prestigioso al mondo, i cui vincitori saranno annunciati nel corso di una cerimonia di premiazione ad Oude Kerk, ad Amsterdam, il 16 aprile 2020. 73996 le fotografie esaminate dalla giuria, realizzate da 4283 fotografi provenienti da 125 Paesi diversi. Organizzato, dal 1955, dalla omonima organizzazione no-profit con sede ad Amsterdam, il World Press Photo viene assegnato all’immagine che non solo è la sintesi fotogiornalistica dell’anno ma rappresenta un problema, una situazione o un evento di grande importanza giornalistica, in un modo che lasci leggere un eccezionale livello di percezione visiva e creatività. Nel corso degli anni, a vincere l’ambito premio sono stati anche gli italiani Francesco Zizola nel 1997, con una fotografia sulla Guerra civile in Angola, e Pietro Masturzo nel 2010, con una immagine di donne di Teheran che protestano contro le elezioni di Mahmud Ahmadinejad. I sei finalisti del World Press Photo of The Year 2020 sono Mulugeta Ayene di Associated Press, con il ritratto di una donna sullo sfondo dello schianto del Boeing della Ethiopian Airlines, avvenuto il 10 marzo 2019 in Etiopia; Farouk Batiche di Deutsche Presse-Agentur, con una fotografia degli scontri tra manifestanti e polizia, ad Algeri; Yasuyoshi Chiba di Agence France-Presse, che raccoglie una istantanea delle proteste contro la dittatura militare in Sudan; Tomek Kaczor per il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza, con il primo piano di una ragazza di 15 anni, da poco risvegliata dallo stato catatonico causato dalla sindrome da rassegnazione, in un centro di accoglienza per rifugiati; Ivor Prickett del New York Times, con la toccante immagine di un combattente curdo gravemente ferito che riceve una visita dalla fidanzata, in un ospedale; il russo Nikita Teryoshin, con una fotografia scattata durante IDEX, la fiera di armi che si tiene ad Abu Dhabi, e che mostra un uomo d’affari con un lanciagranate anticarro. Oltre al World Press Photo of The Year, dalla scorsa edizione viene assegnato anche il World Press Photo Story of the Year 2020, al fotografo «la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto una storia con eccellenti editing e sequenze fotografiche, su un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2019».I finalisti per il World Press Photo Story of the Year sono: Nicolas Asfouri dell’agenzia AFP, con un progetto sulle proteste di Hong Kong; ancora Ayene, per un lavoro più ampio sui parenti delle vittime a bordo del Boeing precipitato in Etiopia; il francese Romain Laurendeau per un reportage sull’attivismo dei giovani algerini. Infine, oltre ai candidati delle due categorie principali, sono stati annunciati anche i tre finalisti per ciascuna delle otto sezioni in concorso. In gara, anche sei fotografi italiani: Nicolò Filippo Rosso, Lorenzo Tugnoli, Fabio Bucciarelli, Luca Locatelli, Alessio Mamo e Daniele Volpe.
Carlo Franza