Il Coronavirus è guerra batteriologica: questa l’idea del Cardinale dello Sri Lanka e Arcivescovo di Colombo, Sua Eminenza Malcolm Ranjith e di Richard Ebright, esperto di biosicurezza della Routger University’s Waksman Institute of Microbiology( New Jersey-Stati Uniti).
Dimenticate l’influenza, questa malsana idea che ci hanno propinato con l’arrivo del Coronavirus che ha scatenato un’epidemia mondiale. Nessuno si allarmi ma riflettiamo su considerazioni che arrivano da tutto il mondo, e cerchiamo di seguire quanto le autorità sanitarie nazionali e internazionali ci impongono. In Italia decine di migliaia le persone contagiate ( lo dicono i modelli matematici), e migliaia e migliaia quelle che sono morte, nello strazio di noi tutti. Non è da meno nel mondo intero e negli Stati Uniti. La Cina ora trema per la seconda ondata. La situazione numerica è in crescendo con mille drammi per tutti, dal personale medico e paramedico, ai bambini e gli anziani, ai malati lasciati soli, ai moribondi abbandonati a se stessi, senza neppure la somministrazione dei Sacramenti. Pare che la notizia, data dal Tgr Leonardo (Rai Tre) nel 2015 e fornita agli spettatori italiani, sul virus messo in piedi da un laboratorio non abbia poi tutti i torti. A rivedere la tesi del coronavirus uscito da un laboratorio è il Bulletin of Atomic Scientists americano che rilancia la necessità di indagare sull’origine dell’attuale pandemia. Secondo quanto riporta il Bulletin e, successivamente anche il Fatto Quotidiano, gli esperti concordano sul fatto che SarsCov2 non sia stato manipolato in laboratorio con lo scopo di creare un’arma biologica, ma non escludono la fuoriuscita accidentale. Il motivo? I centri di Wuhan hanno il livello di biosicurezza che “fornisce solo una minima protezione contro eventuali infezioni del personale”. Parola del Bulletin. A fargli eco il Prof. Richard H. Ebright americano esperto di biosicurezza della Routger University’s Waksman Institute of Microbiology (Richard H. Ebright è un biologo molecolare americano. È professore di chimica e biologia chimica presso la Rutgers University e direttore di laboratorio presso il Waksman Institute of Microbiology). Anche lui della stessa idea: il Centre for Disease Control e il Wuhan Institute of Virology non hanno livelli adeguati a quelli dei rischi che questi esperimenti con tali patogeni rappresentano per l’uomo. Insomma, nessuno, ora come ora, si sente di escludere l’ipotesi.
Molti opinionisti sostengono che l’epidemia da Coronavirus, giunta anche in Italia, sia stata generata intenzionalmente. Forse genesi per contrastare guerre fra processi economici di paesi diversi, di cui si ledono gli interessi di mercato. Convinzione essere sorretta dal modo in cui l’epidemia è esplosa, dal luogo in cui è esplosa e dall’attuale scenario economico, nonché dall’uso di strumenti bellici diversi da quelli utilizzati nel secolo scorso. Noi storici sappiamo da sempre che la storia insegna che le guerre nei secoli sono esplose per motivi economici. Pensavamo potesse avvenire ancora una guerra con fronti, mitragliatrici, carri armati e bombe atomiche? Cose impensabili oggi perché scopertamente evidenti a tutti e rivelare ai più tale scenario e lo stato canaglia. E’ chiaro che i modi di scatenare una guerra potevano cambiare, e infine poter pensare anche a una guerra batteriologica o biologica. La nuova apocalisse è arrivata con il virus COVID 19, e forse non sarà l’ultima. Gli opinionisti affermano che il dominio del mercato e la mira degli Stati ad essere potenza economica sono ancora motivo di contese e rivalità. E’ il dio denaro a muovere i colossi economici mondiali; sostengono che la Cina è il nuovo conquistatore dei mercati mondiali e, per tale motivo, il virus ha avuto il suo focolaio in una grande città cinese, con l’intento di generare paura e morte, e forse anche fermare i mercati. Il virus non si è fermato in Cina, è arrivato anche in altri continenti e nazioni. Ed è giunto anche in Italia, soprattutto in Lombardia, visto che la nostra regione è il cuore economico della nazione. Tra virologi, infettivologi e politici, ognuno ha da dire la sua, si azzuffano, si rimpallano responsabilità, mentre i medici in prima linea cercano di fare il meglio per fronteggiare questa peste. E’ sotto gli occhi di tutti che la Germania è ai ferri corti con gli americani per ragioni di mercato mondiale e per la Via della Seta (Russia, Cina…), la Deutschebank è prossima al baratro perché piena di derivati (in buona parte USA) col virus come pulsante rosso di una tremenda crisi finanziaria globale attesa da anni (il MES non è lì per caso, e ce la faranno pagare coi risparmi); intanto il 5G non è stato gradito da Trump e la Cina, che ha in mano il debito USA, ha una popolazione convinta dal proprio governo che il Coronavirus provenga dalla CIA…; a tutto ciò si aggiungono le aspirazioni tedesche al nucleare francese, quando l’Unione Europea completasse il suo disegno unitario di emancipazione dagli americani, in chiave ( poveri noi ) finanziario/militare (che è quello che interessa ai tecnocrati, e non il benessere dei cittadini e solidarietà). Ecco perché sarà bene adesso pensare di uscire presto dalla Comunità Europea, senza si e senza ma.
Uno stimabile cardinale di Santa Romana Chiesa, sua Eminenza il Cardinale Malcolm Ranjith ha parlato di virus creato in laboratorio: “Prodotto di sperimentazioni senza scrupoli. I responsabili a processo per genocidio”. Parole gravissime e che lasciano aperti mille interrogativi. Altro che pipistrelli e serpenti. Sull’origine del nuovo coronavirus che si sta diffondendo sempre di più nel mondo è pur vero che si sentono ogni giorno storie diverse, tanto che secondo la versione ufficiale, il virus sarebbe stato trasmesso all’uomo da pipistrelli contaminati venduti al mercato di Wuhan. Ma sono anche spuntate altre ipotesi che parlano di un virus creato in un laboratorio a due passi dal mercato della megalopoli cinese. Una teoria che ha fatto il giro del mondo e che con il passare dei giorni ha assunto altre sfaccettature: si è parlato infatti di laboratori militari, dove si lavora in gran segreto allo sviluppo di armi chimiche, e persino di complotto internazionale. Ora a sostenere quest’ultima tesi è il cardinale dello Sri Lanka, terra martoriata per i cristiani, l’Arcivescovo di Colombo, Malcolm Ranjith. Secondo lui c’è solo una spiegazione al virus che arriva dalla Cina: è stato creato in laboratorio. L’arcivescono è infatti convinto che il Covid-19 sia un prodotto dell’uomo e per questo, da quanto riferito dalla stampa locale, le Nazioni Unite dovrebbero aprire le indagini e portare i “responsabili a processo per genocidio“. Nonostante le puntuali smentite, l’ipotesi del virus prodotto in laboratorio continua a farsi strada. Anche il quotidiano Il Messaggero ha riportato che il cardinale Ranjith è convinto che il coronavirus sia stato creato in seguito a “sperimentazioni da parte di una nazione ricca e potente. Alcuni virus di cui parliamo in questi giorni sono il prodotto di sperimentazioni senza scrupoli. Dobbiamo mettere al bando questo tipo di sperimentazioni che portano al risultato della perdita di vita e causano dolore e sofferenze a tutta la umanità”.La posizione del Cardinale Malcolm Ranjith Arcivescovo di Colombo ha acceso forti polemiche; le parole del cardinale infatti hanno suscitato grande clamore, ma lui ha continuato a difendere la sua teoria: “Questi tipi di ricerche non si realizzano per persone nei Paesi poveri ma in laboratori di Paesi ricchi – ha spiegato Malcolm Ranjith -. Produrre queste cose è un crimine molto serio per l’umanità. Chiedo al Signore di arrivare a rivelare chi ha seminato questo veleno. Penso che le Nazioni Unite debbano attivarsi per capire come è nato tutto questo incidente e castigare i reponsabili. Queste ricerche dovrebbero essere proibite”.
Intanto con orgoglio abbracciamo il Tricolore e cantiamo “Fratelli d’Italia”, ma non basta, noi uomini di fede abbracciamo anche il Crocifisso, invochiamo i santi delle epidemie, e recitiamo il Rosario. Così, il Pontefice Papa Bergoglio è uscito a sorpresa dal Vaticano, accompagnato solo dalla sua scorta, per andare ad inginocchiarsi di fronte al Crocifisso miracoloso che si trova nella chiesa di San Marcello al Corso, nel centro di Roma. Questo Crocifisso, una scultura lignea del XV secolo ed esposto nella quarta cappella a destra, è stato oggetto di profonda venerazione da parte dei fedeli fin dal 1519, quando miracolosamente rimase illeso da un devastante incendio. All’immagine sacra, portata processionalmente per tutti i rioni di Roma, venne attribuita la cessazione della peste nel 1522. Infatti, l’allora Cardinale titolare di San Marcello, Raimondo Vich, spagnolo, per implorare la divina clemenza, promosse in quell’anno una solenne processione penitenziale alla quale parteciparono clero, religiosi, nobili, cavalieri, uomini, donne, anziani e bambini che «scalzi et coverti di cenere a una et alta voce, interrotta solo da singulti e sospiri, di chi li accompagnava, gridavano “misericordia SS. Crocifisso”». Durante quella processione, durata 16 giorni, il Santissimo Crocifisso fu collocato sopra una macchina portato a spalla per i diversi rioni di Roma e giunse fino alla Basilica di San Pietro. I cronisti dell’epoca concordano nell’affermare che dove passava la processione la peste si dileguava. A seguito di questo secondo miracoloso avvenimento, il Cardinale Vich e molti nobili romani decisero di fondare una Compagnia intitolata al Santissimo Crocifisso, che venne poi eretta canonicamente in Confraternita e i suoi statuti approvati da Papa Clemente VII il 28 maggio 1526. Durante gli Anni Santi, la miracolosa effigie viene portata processionalmente alla Basilica Vaticana e qui esposta alla venerazione di tutti i fedeli. E’ da sperare che quel Cristo oggi soccorra l’umanità ferita, tremendamente sola, tremendamente offesa.
Carlo Franza