Una litografia di Boccioni. “Dinamismo di un corpo umano”. Uno studio di Silvia Vacca pubblicato da Quodlibet, racconta la genesi di quest’opera a stampa.
Nel 1913 Umberto Boccioni realizzava l’unica litografia nota dedicata al soggetto “Dinamismo di un corpo umano”. In questa circostanza, l’artista, ricorrendo a una tecnica – la litografia- di solito destinata a grandi tirature e da lui non molto frequentata negli anni precedenti, realizza pochi esemplari della stampa, della quale ci sono pervenute solo tre copie, le uniche probabilmente realizzate. Una vicenda particolare, dunque, che sembra chiamare in causa i complessi rapporti fra disegno e stampa e che cade in un anno cruciale, in cui il Boccioni futurista crea alcune delle opere più importanti della sua carriera, ed espone i lavori scultorei in mostre personali a Parigi, Roma e Firenze. Acquisito dalla collezione di Riccardo Jucker, uno dei tre esemplari è oggi custodito presso il Museo del Novecento di Milano. Tutto ciò è ben enucleato nel libro “Dinamismo di un corpo umano.Una litografia di Boccioni”(pp.152) uscito per i tipi delle Edizioni Quodlibet, a firma della ricercatrice Silvia Vacca. Il presente libro cerca di mettere ordine nella complessa storia collezionistica dell’opera, ma soprattutto di indagarne la genesi, grazie ad un serrato confronto con alcuni fogli conservati negli archivi del Castello Sforzesco di Milano, dove si trova il più importante fondo italiano di disegni di Boccioni. Entriamo nel merito di questo prezioso foglio che ha titolo “Dinamismo di un corpo umano”, una litografia realizzata nel 1913 da Umberto Boccioni, che sviluppa graficamente la tematica del dinamismo plastico. Questa si traduce nell’arco di quell’anno di attività dell’artista in una serie di lavori con soggetto la figura umana intera colta in movimento nello spazio, in un percorso di ricerca che parte dai gessi presentati nelle grandi esposizioni personali di scultura di Parigi, Roma e Firenze -oggi perduti tranne il più celebre e l’unico tradotto postumo in bronzo, Forme uniche della continuità nello spazio-. Dinamismo di un corpo umano è una litografia di grandi dimensioni, stampata in colore nero su carta avorio da bozze. Raffigura un uomo, del quale è colto il lato sinistro, che incede, a grandi falcate e con la muscolatura in evidenza, in uno spazio indefinito. L’opera a stampa è molto simile nell’impostazione al di poco precedente gesso di Forme uniche della continuità nello spazio ultima opera plastica realizzata nella prima metà dell’anno 1913, pensata per figurare alla grande esposizione personale di scultura e disegni esposti per la prima volta a Parigi (Galerie La Boëtie, 20 giugno-16 luglio 1913). Sebbene la litografia Dinamismo di un corpo umano sia da mettere in relazione soprattutto con la produzione dei disegni di Boccioni del 1913 per soggetto, cronologia e finalità delle carte, ripercorrere l’interesse manifestato dall’artista negli anni precedenti per la stampa in generale che permette così di focalizzarsi su due questioni di estrema importanza. In primo luogo, infatti, emerge con evidenza non solo il fatto che Boccioni nel 1913 ha acquisito da tempo le capacità tecniche per eseguire di propria mano una litografia, ma anche che l’artista dispone d’una rete di conoscenze nei grandi stabilimenti di stampa milanesi (e non solo), come l’artista-imprenditore Gabriele Chiattone, fondatore di uno stabilimento grafico, suo committente e mecenate.
Accompagna la ricerca uno studio tecnico diagnostico svolto da Gianluca Poldi sulla litografia e sul relativo disegno. Eccone l’Indice: Premessa di Antonello Negri, Introduzione, Capitolo primo. Vicende di un’opera a stampa, Le pubblicazioni e la documentazione inedita,Le mostre e l’esposizione pubblica delle carte; Capitolo secondo. Genesi di un dinamismo, Boccioni e la stampa, Un soggetto e una tecnica moderni, La litografia e i disegni, «Futurismo» di Raffaele Carrieri. Appunti preparatori, Dinamismo di un corpo umano. Bibliografia,Tavole, Boccioni 1913, dal disegno alla stampa. Osservazioni tecniche di Gianluca Poldi.
Silvia Vacca, dottore di ricerca in Storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano, si occupa di arte italiana del Novecento, con particolare attenzione ai temi del Futurismo. Ha contribuito al catalogo dei disegni di Boccioni del Castello Sforzesco di Milano e al riordino del fondo Osvaldo Peruzzi dell’Archivio di Stato di Milano. Fa parte della redazione della rivista «L’Uomo Nero».
Carlo Franza