La Puglia vive da diversi anni ormai uno stato di beatitudine turistica, che la rende la meta estiva, ma anche autunnale e primaverile, terra più ricercata dagli italiani e dagli stranieri. A confermarlo sono i dati dell’Osservatorio regionale del turismo dell’agenzia Puglia Promozione, analizzati da BTM – Business Tourism Management, la manifestazione internazionale del turismo, arrivata alla sua VI edizione. Dopo i 4 milioni di presenze nel 2018 (un +4% rispetto all’anno precedente) il 2019 ha segnato un altro +3%, con la quota straniera che cresce dell’8%. L’identikit del turista “tipo”, è, sempre secondo gli stessi dati, molto preciso: italiano (al 72,5%),  gli stranieri, invece, sono 1 su 4, e arrivano principalmente da Germania (17%) e Francia (22%).  I motivi per i quali si sceglie la Puglia? Sempre secondo Puglia Promozione, oltre alla classica destinazione da vacanza, le città e i borghi  delle Murge, così come sul Gargano,  e maggiormente del Salento (soprattutto Lecce e provincia) sono fonte di un desiderato arricchimento culturale, ma anche di un turismo eno-gastronomico godereccio. La Puglia è un mix magico d’arte, storia e natura. È la terra del sole e dell’ospitalità, situata nel cuore del Mediterraneo. Secoli di storia e paesaggi d’incanto rendono questo luogo unico in cui vivere esperienze indimenticabili. Due mari da sogno, Mar Ionio e Adriatico abbracciano la Puglia, disegnando un litorale variegato, con scogliere a picco su fondali variopinti e spiagge dorate che digradano in acque cristalline. Molte civiltà si sono avvicendate in Puglia, dagli antichi Greci ai Romani, Bizantini, Normanni, Svevi e Angioini. Preziose testimonianze di storia e cultura di popoli diversi, sono i reperti dal valore inestimabile: menhir, chiese rupestri, castelli medievali, cattedrali barocche e romaniche, palazzi nobiliari e dimore storiche, borghi incantati e città d’arte, affascinanti masserie e casali. E’ proprio da questi elementi che ho trovato incastonati nelle tele di Maria Mastrangelo, artista pugliese di chiara fama, alessanese  da inserire a chiare lettere  fra i personaggi illustri del paese che ha dato i natali anche al Vescovo Tonino Bello – vale a dire Alessano- ; bene, sono proprio questi elementi, questi paesaggi, queste tracce storiche del passato, dalla Cattedrale settecentesca  del Palma  in quello che fu il Vescovato di Alessano,  da lei dipinta insieme  alla serie de “gli Ori di Taranto”, a movimentare il percorso artistico di questa pittrice cui sono molto affezionato per questo suo attaccamento alle radici  e ai ricordi d’infanzia che ritrovo oggi  maggiormente consacrato dopo il conferimento del Premio “Duomo di Milano 2020” e che la pone fra i dieci artisti più vitali e interessanti di Puglia, vale a dire insieme a  Natale Addamiano e Marisa Settembrini docenti all’Accademia di Brera a Milano,  da Salvatore Spedicato già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce  a Vincenzo Ciardo  e   altri ancora. Ora se chiudo gli occhi mi ritrovo sulla Costa Salentina tra la campagna e il mare, la costa adriatica che dai Laghi di Alimini va verso Leuca, e la costa ionica che da Gallipoli scende verso la Punta Ristola incontro dei due mari, dove l’anima si incendia perchè gli odori della campagna, agrodolci, si mescolano alla brezza del mare ed il profumo di iodio e salsedine. E quando sei verso la fine del pomeriggio in un luogo speciale, in cui la campagna si tuffa nel mare, oppure il mare si arrampica in quella campagna, accade un fatto molto particolare: ti accorgi che esiste una dimensione della luce, anzi della luminosità che stordisce. Perchè la luce si fa suono, si fa odore, si mescolano i sensi. La Puglia è plurisensoriale,  ed  io tante volte mi sono chiesto se il mito del morso del ragno da cui è nato il ritmo della Taranta non riguardasse proprio questa mescolanza di campagna, mare, luce, nella Puglia dei muretti a secco e delle lucertole, nella Puglia dove anche le pietre sono poesia.” E’ questa terra, amata alla follia,  che Maria Mastrangelo dipinge magistralmente, dopo anni vissuta a Taranto con suo marito che è mancato anni fa;  da qualche anno l’artista è  tornata a vivere stabilmente ad Alessano  in quel di Lecce, nel suo paese natale,  nel cosiddetto capo di Leuca. Alessano è uno straordinario paese, piccolo per la verità, ma con un centro storico di significativo valore, che ha toccato l’apice della sua fortuna storica e nobiliare  nel XV e XVI secolo , e con palazzi cinquecenteschi (penso a Palazzo Sangiovanni con facciata bugnata  che richiama Palazzo  dei Diamanti a Ferrara)    che raccontano una storia di grande cultura e di grande ricchezza. Ma c’è anche un Alessano, strutturato da vicoli, acciottolati, case bianche, cieli azzurri, case che aprono alla campagna e alle serre collinari, con donne anziane ancora vestite di nero  e giovani donne che  lasciano pensare alle fanciulle in fiore di Marcel Proust de la “recherce”, questo e altro si   trova nelle tele di Maria Mastrangelo,  un punto d’arrivo che viaggia tra  un nuovo realismo  e una spiccata fantasy storica,  il tutto vuol essere un certo e  sensibile documentarismo del paesaggio rurale e cittadino  e di popoli e retaggi che hanno attraversato questi luoghi salentini. Nei suoi lavori mai una traccia di soffocante fotografia  tout-court dei topoi  quando un’immediata adesione al vivere e sentire dei luoghi, divenuti cuore portante, luoghi del cuore, luoghi come mito certificato. Oggi Maria Mastrangelo ha meritato un premio di rilievo, vale a dire “Il Duomo di Milano 2020” per la pittura(Presidente di Giuria il Prof. Carlo Franza), ma soprattutto ha dato certezze al suo fare arte in un piccolo paese  del Salento, Alessano,  attirando su di sé l’interesse della critica nazionale più  significativa.

Carlo Franza

 

 

 

 

 

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