Paolo Ventura e il “ War and Flowers”. Alla Galleria Consadori di Milano le grandi carte dipinte dall’artista milanese.
La mostra “War and Flowers” è stata studiata per la Galleria Consadori di Milano con opere realizzate negli ultimi mesi del 2020, e sulle opere è presente la data di realizzazione. Le opere esposte nella mostra -visitabili fino al 3 aprile 2021- sono di grandi di dimensione (105x145h), acrilici su carta da pacco gessata. In Galleria è disponibile il catalogo “War and Flowers” pubblicato da Danilo Montanari Editore in edizione di 300 copie.
Ecco cosa ha detto l’artista: “Questa estate ho iniziato a dipingere fiori, li raccolgo con le radici, intorno al mio studio ad Anghiari in Toscana. Con le radici e la terra viene su anche la guerra. Dove raccolgo i fiori inglesi e tedeschi hanno combattuto nell’estate del 1944, per mesi si sono scannati su queste colline. Hanno lasciato dietro di loro, munizioni, scarpe, bombe e morti. La terra li ha assorbiti, avvolti, arrugginiti. Quando raccolgo i fiori viene su anche la guerra”.
Con War and Flowers Paolo Ventura prosegue la propria ricerca pittorica, iniziata nella scorsa primavera durante il lockdown passato in Toscana, nel borgo di Anghiari. Lontano dalla propria macchina fotografica e dagli abituali strumenti di lavoro, rimasti nello studio di Milano, Ventura si è infatti dedicato all’unica attività consentitagli dal ritrovamento di alcuni vecchi acrilici e dai fogli 100×140, reperibili nella cartoleria vicino a casa: la creazione di un diario visivo della quarantena in cui la pittura prende il posto della fotografia. Sebbene questo nucleo di opere inedite riprenda sia lo stile che la tecnica utilizzata da Ventura in “Quarantine Diary”, qui le immagini si caricano di un significato completamente nuovo. I reperti della guerra vengono accostati alla delicatezza dei fiori di campo che, nella loro semplicità, fanno da contraltare alla tragedia che questo lavoro richiama. Da un punto di vista formale, l’inquadratura ravvicinata e l’uso di sfondo monocromatico che decontestualizza gli oggetti ritratti, ricorda l’impostazione di un’altra serie in mostra: W.W.I del 1994, una delle prime opere di Paolo Ventura, pressoché sconosciuta al pubblico prima di quest’occasione. I soggetti delle inquadrature, qui, sono alcuni reperti della Prima Guerra Mondiale, collezionati dall’artista stesso e fotografati con un approccio documentario, quasi scientifico. W.W.I e War and Flowers costituiscono, in un certo senso, i due estremi della sua produzione, sia da un punto di vista cronologico che linguistico, come i lavori oggi in mostra. Il suo lavoro va subito chiarito che è un ulteriore affondo nella cultura popolare, così amata e ben conosciuta da Ventura, una cultura che da sempre fornisce icone e tematiche al multiforme artista milanese. Sulla scorta dello studio e della riflessione sulla rappresentazione delle vicende risorgimentali, a partire dagli Archivi dell’ICCD, Ventura allarga il proprio orizzonte ai temi della rappresentazione della guerra attraverso la fotografia e della difficile accettazione della modernità del mezzo fotografico in un paese fortemente legato alla tradizione come l’Italia del XIX secolo e XX secolo. Alla base del suo dipingere vi è una grande riflessione storica e filosofica, tracciare un legame tra i manufatti dell’uomo ed elementi della natura, in questo caso tra i dati della guerra e i fiori e le erbe.
Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968. Nei primi anni ’90 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera che lascia quasi subito per interessarsi di fotografia. Nei successivi dieci anni, è fotografo di moda, di design e di paesaggio senza però avere grandi soddisfazioni personali. Decide quindi, di abbandonare la fotografia commerciale e di trasferirsi a New York. In un piccolissimo studio a Brooklyn, quasi uno sgabuzzino, inizia a ricostruire dei diorami relativi alla Seconda Guerra Mondiale in Italia, basandosi sui ricordi e le storie raccontate dalla nonna materna. Nel 2006 pubblica “War Souvenir”, il lavoro è un enorme successo al quale seguono numerose mostre in tutto il mondo. Negli anni successivi continua la sua ricerca artistica creando molti altri lavori tra cui “Winter Stories”, “The Automaton” e “Short Stories”. Il suo lavoro è stato inoltre d’ispirazione per la realizzazione di scenografie e costumi per diverse opere del Lyric Opera of Chicago e del Teatro Regio di Torino. Ultimamente presso CAMERA (Centro Italiano per la Fotografia, Torino) si è tenuta la mostra personale “Carousel” fino al 28 Febbraio 2021. E’ uscito in questi giorni il libro di Paolo Ventura “Autobiografia di un impostore”, edito da Johan & Levi Editore.
Carlo Franza