A partire dal prossimo 22 maggio 2021 si apre all’interno del Complesso monumentale del Duomo di Siena, la mostra dedicata allacommittenza del cardinal Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426, un principe della Chiesa al centro della politica religiosa del suo  tempo, tanto da essere definito ‘l’altro papa’ da un diplomatico senese. Fra le opere appartenute all’insigne umanista e teologo si segnala la Madonna col Bambino, detta ‘del solletico’, di Masaccio, tangibile segno del legame intenso del Casini con la Vergine Maria, prestito generosamente concesso dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike D. Schmidt, alla Fabbriceria senese. L’esposizione visitabile fino al 2 novembre 2021 è stata promossa dall’Opera della Metropolitana, Rettore Guido Pratesi, con la collaborazione dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di val d’Elsa – Montalcino, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo, della Biblioteca comunale degli Intronati e organizzata da Opera Laboratori. La Madonna Casini (Madonna col Bambino), detta anche Madonna del solletico, di Masaccio, è una tempera su tavola di dimensioni molto piccole (24,50×18,20 cm), conservata agli Uffizi di Firenze e databile al 1426-1427.

Questa delicata e preziosa Madonna, che Roberto Longhi nel 1950 attribuisce a Masaccio e definisce poeticamente “del solletico”, era stata chiusa per secoli in collezioni private. Saccheggiata dai nazisti e recuperata nel 1947 da Rodolfo Siviero, rubata nel 1971 e ritrovata nel 1973, fu assegnata nel 1988 dallo Stato a Firenze.
Ordinata dal cardinale di origine senese Antonio Casini (1380 circa-1439), il cui stemma (uno scudo con sei stelle rosse in campo giallo), sormontato dal cappello cardinalizio, compare sul verso della tavola, è databile nel 1426-1427, dopo la nomina di Casini a Cardinale il 24 maggio 1426. Cronologia che calza bene con le affinità stilistiche con il Desco da parto e con il Polittico di Pisa. Il volto della Madonna, più sottile rispetto a quello matronale della Madonna pisana, anche per la grande differenza di formato, ha lineamenti ed espressioni simili. Il riferimento a Masaccio non trova tutti concordi, ma è molto probabile non solo per la tipologia del Bambino, ma anche per la vivacità e la spregiudicatezza del gesto della Madonna, che accarezza e fa il solletico al neonato in fasce, che a sua volta allontana la mano della madre. Un’umanità tipica del Masaccio e, naturalmente, della sua bottega, che lavorava sui suoi disegni. Un’aria delicata, quasi tardogotica, avvolge le due figure, stagliate su un prezioso fondo dorato, le fasce eleganti, il camicino di seta trasparente, su cui spicca una collanina messa di traverso (particolare arguto), la bordatura preziosa del manto della Madonna. E’ evidente che in questa scelta di fine decorazione gioca un ruolo fondamentale la committenza dl cardinale. Vescovo di Siena dal 1409 al 1426, elevato alla porpora cardinalizia da Martino V, Antonio Casini fu un sottile giurista, in contatto con i maggiori umanisti, ricordato nelle Vite di Vespasiano da Bisticci.

Carlo Franza

 

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