Il G20 mostra al mondo Matera tra cultura, identità e futuro. L’Evento celebrato con la mostra “A Dante Alighieri” con sculture e collages di Franco Di Pede e fotografie di Antonello Di Gennaro nello Studio Arti Visive di Matera.
Con Matera ho sempre avuto un legame significativo, per i tanti amici intellettuali ( Manlio Rossi Doria della “Scuola di Portici”, Carlo Levi, Rocco Mazzarone, Maria Carmela Scotellaro cugina di Rocco Scotellaro grande poeta del Sud) che ho avuto in questa provincia del Sud famosissima; ecco il passaggio più famoso di “Cristo si è fermato ad Eboli”, 1945, di Carlo Levi : “Dentro quei buchi neri, dalle pareti di terra, vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha, in genere, una sola di quelle grotte per tutta abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini e bestie. Così vivono ventimila persone…”. Fu Levi a denunciare, e non solo all’Italia appena liberata, la miseria dei Sassi di Matera aprendo uno dei casi politici e sociali più importanti dell’immediato dopoguerra. Nel 1948 Palmiro Togliatti, segretario generale del Pci, si affacciò nella città del Sud e parlò di «vergogna nazionale», nel 1950 arrivò Alcide De Gasperi che, nel 1952 col suo governo, varò la legge speciale per lo sfollamento dei Sassi. Ma solo nel 1986, dopo più di trent’anni di abbandono, si progetto la loro riqualificazione sottraendoli a un definitivo degrado dopo la trasmigrazione dei materani nella Città Nuova.
Ora in questi giorni il G20 ha mostrato al mondo intero quanto sia forte e significativa la vittoria di Matera, il suo riscatto nel segno della cultura e del retaggio secolare abbinati alla digitalizzazione e alla contemporaneità. Le potenzialità di Matera furono intuite da Pier Paolo Pasolini, che ne fece lo sfondo del suo modernissimo «Vangelo secondo Matteo» nel 1964. Aveva compreso che il futuro della città sarebbe stato nelle sue stesse radici, nell’amore per la civiltà contadina sottratta però all’umiliazione. E così è stato: Matera, proclamata Capitale della Cultura Europea 2019, ha ripristinato i suoi Sassi trasformandoli in hotel, nuove abitazioni, ristoranti, bed and breakfast senza però svilire o cancellare i materiali, i volumi, le strade e le piazze, l’identità complessiva del contesto. Un Grande Miracolo Italiano, che ha richiamato l’attenzione di tantissimo cinema internazionale (Mel Gibson, lo 007 con Daniel Craig, Matteo Rovere, un «Ben Hur» con Morgan Freeman). Ed ha attirato, nel periodo da Capitale Europea, un milione di presenze da tutto il mondo con una spesa turistica di 121,3 milioni di euro e un impatto sul Pil della città pari a 224,3 milioni (dati Cityo/Urban intelligence).
Ora la scena mondiale del G20 offre una nuova, ennesima opportunità per Matera che ha appena superato la pandemia con successo: le prenotazioni per luglio 2021 in città, lo attestano chiaramente e fanno sperare quasi in un bis dei numeri dello stesso periodo del 2019. E a ben vedere Matera può essere davvero il parametro per un nuovo turismo culturale italiano, quello del post-pandemia, sottratto al triangolo Venezia-Firenze-Roma che assorbe milioni di presenze troppo speso ammassate. Matera ci ha spiegato che si può, anzi si deve, credere in un futuro diverso: futuro e identità, un binomio che funziona.
In tale contesto del G20 una mostra di rilievo si è aperta a Matera,coinvolgendo pittura, scultura e fotografia per celebrare il Sommo Poeta Dante Alighieri. Inaugurata nello Studio Arti Visive in via delle Beccherie a Matera la mostra “A Dante Alighieri”, visitabile fino al prossimo 29 luglio 2021, Franco Di Pede ha pensato di proporre ai cittadini materani ed a quanti vengono a visitare nel periodo estivo un omaggio a Dante che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni, che si stanno tenendo su tutto il territorio nazionale, per i 700 anni dalla nascita del Sommo Poeta. Un omaggio costruito, in collaborazione con l’Associazione MIP Matera International Photography, attraverso l’uso di tre differenti linguaggi artistici (collage, scultura e fotografia) con l’obiettivo di coniugare la poesia dantesca con aspetti, immagini, luoghi e segni della città di Matera e del suo territorio.
Le sculture ed i collages di Franco Di Pede ( racchiudono un percorso artistico e culturale lungo oltre 55 anni di attività ) e le fotografie di Antonello Di Gennaro traggono diretta ispirazione dai versi della Divina Commedia e si nutrono di chiare ed evidenti suggestioni e richiami che provengono da quel particolare ambiente naturale (l’habitat rupestre, le chiese, le cave di tufo e i Sassi) che spesso, proprio per le sue caratteristiche, ha generato accostamenti spontanei all’opera di Dante. Franco Di Pede è un geniale artista che da Matera si è portato in Italia con mostre di altissimo livello, penso alle attività con il Liceo di Brera a Milano, e le cui sculture vivono di una poetica minimalista, e che ben competono con i grandi nomi dell’arte internazionale. Mi sovviene il fatto che i grandi della storia sono sempre vissuti in provincia, mai tralasciando nobili aderenze con la cultura delle grandi metropoli. Come per l’appunto ha fatto Franco Di Pede.
L’analogia tra la Divina Commedia e i Sassi di Matera è evidenziata dalla toponomastica che identifica alcune zone della città antica. L’artista Di Pede con le sculture in tufo e i collages rievoca i Canti dell’Inferno (via Fiorentini), del Purgatorio (via San Giovanni Vecchio) e del Paradiso (Via Sette Dolori). A completare il percorso espositivo il testo critico a firma di Salvatore Longo che contiene anche preziosi ed interessanti rimandi tra l’opera di Dante ed alcuni luoghi della città.
Custodita in vetrina anche la copia più antica della Divina Commedia che risale al 1861, donata a Franco Di Pede dal canonico Giuseppe Antonio Loschiavo, un francobollo di 60 lire con l’immagine di Dante Alighieri e un uovo in tufo che ricorda un aneddoto raccontato da un giovanissimo Dante Alighieri. Nel corso della mostra Luigi Mazzoccoli e Angela Milici, guide turistiche professioniste offriranno un percorso guidato, della durata di circa 2 ore che, partendo dallo spazio espositivo, condurrà i partecipanti alla ri-scoperta dei luoghi della città che rimandano direttamente o indirettamente alla Divina Commedia di Dante.
Carlo Franza