Lamberto Pignotti, intellettuale, padre e colonna della Poesia Visiva. Sensazionale mostra alla Torre di Moresco/Fermo.
Il TOMAV – Torre di Moresco Centro Arti Visive (Moresco- Fermo), in collaborazione con l’Archivio Lamberto Pignotti e KappaBit Editore, ha annunciato Vedute panoramiche diverse, una importante mostra dedicata al lavori di Lamberto Pignotti che si tiene fino al 05 settembre 2021.
Articolata sui quattro piani della suggestiva torre eptagonale di Moresco, sede del TOMAV diretto da Andrea Giusti, la mostra propone un viaggio nell’ampio universo creativo del padre della Poesia Visiva con opere che attraversano i punti cardinali di una ricerca volta a leggere le ostruzioni del presente per prevedere il futuro.
Senza margini di tempo o di spazio, la manovra linguistica di Pignotti mette lo sgambetto a ogni singolarità grammaticale per entrare in una atmosfera polisemantica che non si affida solo al tradizionale materiale verbale protetto nella versificazione classica, ma si estende alle varie seduzioni subliminali prodotte dalla civiltà delle immagini: cerca in altre parole la spazializzazione della pagina per parlare a un pubblico più ampio e svelare, grazi anche all’utilizzo del collage largo e dell’assemblage, il vero volto del mondo, del controllo totale.
Ci sono in mostra alcuni francobolli degli anni Sessanta e Settanta, due Chewing Poem (poesia da masticare) del 1970 e due Ostia di poesia dello stesso anno (lavori che venivano lanciati al pubblico nel corso delle performance poetiche dell’artista), un Touch Poem del 1996, cinque libri d’artista realizzati tra il 1979 e il 2007, alcune poesie visive – tra queste Zero (1970), Un sorriso sulle labbra (1971) e Un sorriso sulle labbra (1971) – e Verso libero e indipendente (2017), l’imponente arazzo progettato dall’artista e realizzato dalla Fondazione Bonotto, presentato in esclusiva al Centre Pompidou di Parigi e alla Fondazione Filiberto Menna di Roma.
Scandita da una serie di nuclei tematici che confluiscono tra loro per disegnare un raconto in cui il gesto dell’artista rispedisce continuamente la merce al mittente, la mostra si chiude con una sala dedicata interamente alla figura di Pinocchio, Per la prima volta infatti è possibile guardare integralmente i venti lavori che compongono il progetto quadretti 1981; oppure: theatrum orbis terrarum; ovvero: scene di vita con didascalie interamente tratte dall’opera di carlo collodi, «pinocchio», nel centenario della sua apparizione. In occasione dell’opening sarà presentato anche la monografia Lamberto Pignotti. Cronache di tutti i fiori esclusi dal perimetro di un fiore, Edizioni KappaBit, Roma 2020.
LAMBERTO PIGNOTTI nasce da un padre pittore nel 1926 a Firenze. Qui si laurea e risiede fino al 1968, anno in cui si trasferisce a Roma. Nel 1944, assimilata la lezione delle avanguardie, avvia sperimentazioni di arte verbovisiva. Alla metà degli anni Cinquanta inizia l’attività saggistica, deliberatamente rivolta alla critica militante e all’attualità culturale. Per tali settori collabora regolarmente con articoli e saggi a quotidiani e periodici di interesse nazionale, a varie riviste italiane e straniere, come Paese sera, La Nazione, L’Unità, Rinascita, e a programmi della RAI. Nei primi anni Sessanta concepisce e teorizza le prime forme di poesia tecnologica e poesia visiva, di cui cura nel 1965 la prima antologia. Nel 1963 dà vita, con altri artisti e critici, al Gruppo 70 e partecipa pochi mesi dopo alla formazione del Gruppo 63. Dal 1971 al 1996 ha portato avanti, prima come professore alla Facoltà di Architettura di Firenze e poi al DAMS della Facoltà di Lettere di Bologna, dei corsi sugli svariati rapporti fra avanguardie, mass-media e new-media. La sua opera artistica procede rapportando segni e codici di diversa provenienza: linguistici, visivi, dell’udito, del gusto, dell’olfatto, del tatto, del comportamento, dello spettacolo: da siffatta attività multimediale e sinestetica nascono, tra happening e performance, le Poesie e no, le cine-poesie, le cassette logo-musicali, i libri oggetto di plastica, le poesie da toccare, da bere, da mangiare, le chewing poems e, naturalmente, le poesie visive sotto forma di collage o di intervento su foto di cronaca, di moda, di pubblicità, ecc. Ha pubblicato vari libri (poesia, narrazione, saggistica, antologie, poesia visiva) con Mondadori, Lerici, Einaudi, Marsilio, Guaraldi, Sampietro, Vallecchi, Carucci, Campanotto, Il Verri, L’Espresso, Florida, Empiria, Guida, Meta, Morra, Fermenti, Dedalo, Le impronte degli uccelli, Laterza, Manni, Gli Ori, Fondazione Berardelli, Peccolo, Frullini, Tracce, Milella, ecc. Ha promosso, curato o organizzato, da solo o con altri, mostre di poesia visiva, rassegne d’arte inter-mediale, dibattiti, festival e convegni sulla cultura in atto. Ha partecipato intensamente a convegni, dibattiti, lezioni, conferenze, performance e festival in Italia e all’estero. Gli sono state dedicate varie tesi di laurea. Come poeta visivo e lineare è incluso in molte antologie italiane e straniere ed è trattato in vari libri di saggistica e consultazione. Ha collaborato assiduamente a Paese Sera, La Nazione, L’Unità, Rinascita, a programmi culturali della RAI, oltre che a svariate riviste italiane e straniere. Nel 1975 è uscito per l’editore Carucci il primo libro monografico sulla sua poesia visiva dal 1945 al 1975 a cura di Aldo Rossi e Gillo Dorfles; i Quaderni del Verri gli hanno dedicato un’altra monografia nel 1976, in occasione di una mostra personale a Palazzo Tè, Galleria civica d’arte moderna di Mantova, con introduzione di Luciano Anceschi e Renato Barilli e interventi critici di altri ventotto autori; le Edizioni Elle Ci hanno pubblicato nel 1977 Biblia pauperum, un volume verbo-visivo con scritti di Eugenio Battisti, Umberto Eco, Pietro Favari e Mario Lunetta; l’editore Campanotto ha stampato nel 1981 una cartella di sue poesie visive, Visibile Invisibile, con saggio introduttivo di Egidio Mucci; le edizioni Morra hanno pubblicato nel 1989 un altro suo libro monografico di poesie visive, Albo d’oro, con introduzione di Matteo D’Ambrosio; Alessandra Borgogelli ha introdotto nel 1995 per le edizioni Officina Immagine un’altra cartella di sue poesie visive, Gusto e gusto. Una vasta monografia curata da Martina Corgnati per l’editore Parise nel 1996 contiene tra l’altro una bio-bibliografia generale e un’antologia critica con scritti di 48 autori, fra cui Dorfles, Argan, Eco, Anceschi, Lunetta, Bonito Oliva, Muzzioli, Quintavalle, Patrizi, Menna, Barilli. Del 2008 è il volume monografico pubblicato da Gli Ori di Prato, del 2010 una ulteriore vasta monografia (La poesia ve lo dice prima, la poesia ve lo dice meglio. Opere dal 1945 al 2010) pubblicata dalla Fondazione Berardelli di Brescia e del 2012 la più recente monografia (Poesia visiva tra figura e scrittura) pubblicata da Skira per il CSAC dell’Università di Parma. La rivista Meta. Parole & Immagini gli ha dedicato nel luglio 1998 la copertina e varie pagine illustrate con un saggio di Claudio Cerritelli. Anche la rivista Titolo gli ha dedicato nel 1999 la copertina con pagine illustrate e con un saggio di Giorgio Bonomi. Sue opere figurano in prestigiose sedi pubbliche e selezionate collezioni private. Alle sue performance sono in larga parte dedicati due libri pubblicati dal Caffè Letterario Giubbe Rosse, Poesie in azione, con introduzione di Pietro Favari (Firenze, 2001) e Teatro e no, con un saggio di Paolo Guzzi, Firenze, 2004. Tra le sue ultime personali si ricordano almeno Tutti i sensi allo Studio Varroni di Roma (2016), La poesia visiva di Lamberto Pignotti alla Galleria Clivio di Milano (2016), Il mondo? Dove? sempre alla Galleria Clivio di Milano (2017), Verso libero e indipendente al Centre Pompidou di Parigi (2018), Controverso. Arte per fraintenditori alla Galleria Contact di Roma (2019), Infinito in scatola alla sede romana della Fondazione Menna (2019) e Abbiamo fatto cose da pazzi – La Marucelliana e Lamberto Pignotti, Biblioteca Marucelliana (2019), Nozioni a pacchetti, Fondazione Menna (2020).
Carlo Franza