Torna per la XII edizione, la Festa del Libro Ebraico, uno dei principali eventi culturali ideato e organizzato dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano. Attraverso presentazioni di libri, incontri, performance live, proiezioni e concerti, il festival letterario ha permesso a migliaia di persone di entrare in contatto con la ricchezza culturale dell’Ebraismo e si è confermato un appuntamento fisso per la città estense.

Dal 23 al 26 settembre 2021 il giardino del Museo ospiterà sotto la sukkah, la tradizionale capanna costruita in occasione della festa ebraica di Sukkot, decine di ospiti prestigiosi: dallo scrittore israeliano Eshkol Nevo, al Professore emerito Luciano Canfora, dal politico ed economista Romano Prodi, agli scrittori Igiaba Scego ed Alessandro Piperno.

Il tema conduttore sul quale si interrogheranno e rifletteranno i protagonisti della XII edizione della Festa del Libro Ebraico è la CASA. Forse la parola più pronunciata in questi ultimi mesi, “Casa” è un luogo ma anche uno stato d’animo, un rifugio o una trappola; può significare famiglia, stabilità, sicurezza, ma alle volte anche oppressione e insofferenza. Per l’Ebraismo, la casa è sempre stato uno strumento di elezione per la trasmissione dell’identità e dei valori; una risorsa che ha permesso la sopravvivenza di un popolo in diaspora. Il vocabolo in ebraico usato per indicarla è Bayit, la cui lettera iniziale – Bet – è la prima consonante dell’alfabeto e ha una forma chiusa su tre lati, simbolo di protezione ma anche di permeabilità culturale.

L’iniziativa ha il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Ferrara. È realizzata inoltre con la collaborazione dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e la sponsorizzazione di Coferasta.

“La Festa del Libro Ebraico – spiega il Presidente del MEIS Dario Disegni – è da più di un decennio uno degli eventi cardine che rappresenta il cuore e la missione del Museo. Negli anni abbiamo avuto l’onore di ospitare a Ferrara autori italiani e internazionali tra i più rappresentativi della letteratura contemporanea. Per il secondo anno consecutivo, nonostante le difficoltà e i limiti imposti dalla pandemia, non abbiamo voluto rinunciare a un festival che porta con sé il valore inestimabile della cultura. Questi tre giorni saranno una vera e propria Festa di nome e di fatto, che celebra il libro, l’identità ebraica e il dialogo”.

“La capanna con il tetto di frasche nella quale, secondo la Torah, gli ebrei devono risiedere per sette giorni – aggiunge il Direttore Amedeo Spagnoletto – rappresenta la precarietà sulla quale deve riflettere l’umanità nel contesto più intimo della dimora. Ma è anche il simbolo di uno spazio aperto all’ospitalità, un luogo accogliente, proprio perché semplice ed essenziale, dove tutti possono riconoscersi e dialogare. Ambientare la Festa del Libro Ebraico in questa cornice così speciale significa, in fondo, riconoscere al testo scritto queste peculiarità. La lettura crea una relazione unica in ognuno e contemporaneamente ci apre a mondi nuovi con i quali instauriamo un contatto eterno”.

Carlo Franza

 

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