MASCHERE (pp. 269, Nomos, 2021)  è il libro pubblicato dalla Nomos  Edizioni,  il cui sottotitolo  è  “Dalla Commedia dell’arte personaggi e costumi nella grafica tra Seicento e Novecento”, a cura di Patrizia Albè e Patrizia Foglia che hanno  avuto la collaborazione di  Francesco Pisani, collezionista lombardo scomparso  qualche anno fa  che ha lasciato  una ricca documentazione  grafica sul tema, collezione in gran parte passata ora in proprietà di Matteo Crespi, studioso e gallerista  appassionato e attento.  Le maschere accompagnano da sempre la vita dell’uomo. Per Luigi Pirandello le maschere rappresentano la frantumazione dell’io in identità molteplici ed un adattamento dell’individuo sulla base del contesto e della situazione sociale in cui si trova. Pirandello faceva la distinzione tra l’essere e l’apparire di ciascun uomo. L’autore parlava di “recita del mondo”: l’umanità viveva in un perenne palcoscenico, costretta a comportarsi in un certo modo. Ciò comportava secondo Pirandello una schizofrenia tra l’essere e l’apparire.

La maschera è passione, fantasia, satira al servizio della politica, espressione dell’anima di un popolo, emblema di una società, oggetto di culto, motivo iconografico tra i più accattivanti che trascende il tempo e la moda. Il libro offre un ricco viaggio attraverso la produzione grafica avente per soggetto la maschera: incisioni, affiches, figurine, illustrazioni da periodici e da volumi, realizzati tra il Cinquecento e il Novecento, danno vita ad una storia per immagini della Commedia dell’arte e delle maschere in genere, una storia tutta “da guardare” secondo una duplice valenza: teatrale e culturale.

Siamo accompagnati entro un mondo fantastico con la consapevolezza che la maschera continua ad essere un elemento vitale anche in epoca moderna, componente imprescindibile della società dell’immagine. Gli Zanni, Arlecchino, Pulcinella, Pantalone, Corallina e molti altri “tipi” in maschera fanno capolino dalle pagine del volume, introducendo il lettore in una dimensione nella quale, come dirà Pirandello, non è facile distinguere l’essere dall’apparire.  I documenti proposti, provenienti da collezioni pubbliche e private, ricoprono una duplice valenza, sul piano della storia del teatro come su quello più peculiare della storia dell’arte. Le immagini ci forniscono “indizi” che aiutano a ricostruire anche la storia delle idee, il tessuto sociale in cui il fenomeno è andato mutando nei secoli, le singole personalità e la tipizzazione di maschere e personaggi. Fra documenti originali, creazioni tridimensionali, marionette e sagome si ricrea l’illusione di un mondo fantastico con la consapevolezza che la maschera continua ad essere un elemento vitale in epoca moderna, una componente imprescindibile della società dell’immagine in cui viviamo. L’idea editoriale è legata all’analisi del tema della maschera nella produzione grafica dal Cinquecento al Novecento, qui sviluppata nel volume “Maschere”, a cura di Patrizia  Albè e Patrizia Foglia, edito da Nomos Edizioni in tiratura limitata. “Passione, fantasia al servizio della politica e dell’arte, espressione autentica dell’anima stessa di un popolo, strumento per celare la propria identità, per nascondere i lati più oscuri del proprio animo impossessandosi delle vesti di un altro, tutto questo è stato la maschera” – spiega la curatrice – “Dai saturnali medievali alle feste di piazza, tra mosse farsesche e libera improvvisazione, ai limiti spesso della trivialità e dell’erotismo, la maschera è divenuta nei secoli un emblema della società, un oggetto di culto, un motivo iconografico accattivante che trascende il tempo e le mode.” Fortemente interessanti i capitoli “Le maschere “illustrate”: dalla rivista al libro per ragazzi” e “Le maschere persuasive: seduzione e ironia nella pubblicità”.   Il libro è corredato da centinaia di icone, incisioni, acqueforti, disegni, schizzi, acquerelli, figurine e litografie e documenti illustrativi, non ultime le bellissime pagine de “La Lettura” la rivista mensile del Corriere della Sera dei primi anni del Novecento.

Carlo Franza

 

 

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