Mauro Staccioli e le tappe della storia umana. A Volterra le opere dello scultore tra i grandi e riconosciuti geni anticipatori dell’arte contemporanea.
Se c’è una terra dove le tappe della storia umana e il presente quotidiano, l’infinito paesaggistico e l’abbraccio sicuro di accoglienti centri arcaici, l’internazionalità e il locale, la memoria e l’innovazione, si fondono da millenni, è quella spettacolare che ha la sua identità nella città del mistico-reale, Volterra. Peculiarità di un centro antichissimo che sicuramente hanno suggestionato l’opera artistica, ma anche profondamente sociale, di uno dei più grandi e riconosciuti geni ed anticipatori dell’arte contemporanea nel nostro tempo.
Negli incanti di natura e storia del borgo di Mazzolla, dal 12 giugno al 18 settembre 2022, nell’ambito delle iniziative di “Volterra Prima Città Toscana della Cultura 2022”, con il patrocinio del Comune di Volterra, l’associazione “Amici di Mazzolla”, in collaborazione con l’Archivio Mauro Staccioli e a cura di Sergio Borghesi, presenta la mostra “Caro Mauro” e il corpo di eventi della rassegna “Mauro Staccioli/Mazzolla 2022”.
A cinque anni dalla scomparsa, e in continuità con i giganteschi segni che il Maestro volterrano Mauro Staccioli (Volterra, 11 febbraio 1937 – Milano, 1º gennaio 2018) ha lasciato sul territorio nel 2009, per la mostra-testamento “Luoghi d’esperienza”, un tributo di memoria attiva allo scultore in terra nativa, nelle atmosfere di quel centro collinare, Mazzolla, dove da anni risiedeva e divideva la sua vita con lo studio milanese e la scena del mondo.
Il primo appuntamento è fissato per domenica 12 giugno 2022, ore 17.30, con l’inaugurazione dell’allestimento di ricostruzione e studio della lunga ricerca artistica di Staccioli “Caro Mauro”. Un vernissage animato dall’incontro-dibattito a cui parteciperanno “Simona Santini, assistente di Mauro Staccioli, Giulia Staccioli, figlia del Maestro e presidente dell’Archivio Mauro Staccioli, e Sergio Borghesi, organizzatore dell’evento e profondo conoscitore dello scultore nonché amico da sempre”.
Dal giardino alla suggestiva Tabaccaia di Villa Viti: sculture, modelli in scala, disegni e progetti, proiezioni e video d’autore, per ripercorrere l’opera dal linguaggio precursore della scultura installativa e per certi aspetti ancora enigmatico, nei significati sospesi fra finito ed infinito.
Abbandonando i formalismi di settore, già nel titolo, l’iniziativa espositiva sottolinea l’impulso affettivo, insieme a quello professionale, che anima l’intera iniziativa, pensata dall’Associazione dal DNA fortemente internazionale “Amici di Mazzolla” già nel 2019, ma il cui progetto fu interrotto dalla pandemia.
Gli abitanti originari e i “mazzollini” d’adozione, quegli italiani e stranieri attenti e appassionati che hanno partecipato “con risorse proprie alla realizzazione dell’evento, finalizzando il loro contributo alla ricostruzione e ricollocazione dell’arco ‘Attraverso il Tempo’”, riconoscono il necessario tributo al grande artista che tanto ha dato anche al suo territorio di origine. Ma al centro del ricordo attivo c’è anche quell’uomo straordinario con il quale hanno condiviso la residenza nel piccolo luogo sospeso – un po’ come i segni di Staccioli nel volterrano – nel tempo e nello spazio, fra i boschi di Berignone-Tatti e le magnificenze del colle etrusco dominato dalla città antica.
Insieme ai numerosi eventi musicali, alle degustazioni di tipicità, alla consueta Festa di San Lorenzo (sabato 13 agosto, ore 19) ed all’incontro con i poeti, che sabato 27 agosto, ore 18.30, presenteranno liriche e proiezioni proprie ispirate all’opera di Staccioli, la mostra “Caro Mauro” – allestita in collaborazione col designer Carlo Bimbi – estende “il ciclo continuo” delle sue suggestioni con il video di Duccio Benvenuti e con la proiezione (dal 12 giugno al 18 settembre, orario 21.15-23) sulla facciata della chiesa, e sul palazzo speculare, rispettivamente della storia degli interventi dello scultore nel mondo e delle vertiginose riprese drone di Massimo Gentili di quei segni potenti che ancora invitano ad interagire visivamente, emotivamente e fisicamente, con il volto eterno del paesaggio infinito.
Il programma di “Mauro Staccioli/Mazzolla 2022” è inserito negli “eventi previsti per Volterra XXII Capitale della Cultura” ed è stato concretizzato “grazie all’Associazione Archivio Mauro Staccioli, al contributo della Regione Toscana, del Comune di Volterra, della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, di Unicoop Firenze, del Gruppo Granchi, della Ditta Boccacci e da molti sponsor privati che hanno contribuito in varie modalità alla realizzazione dell’evento”. Con la collaborazione dell’Azienda Agricola volterrana ‘Terre de’ Pepi’, saranno inoltre realizzate per l’occasione etichette di vino ad hoc “dedicate a Mauro Staccioli e a questo evento”.
Mauro Staccioli nasce a Volterra nel 1937. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte della città si trasferisce in Sardegna dove insegna e fonda il Gruppo di Iniziativa con giovani artisti e intellettuali. Tra gli anni ‘60 e ‘70 si trasferisce a Lodi e poi a Milano dove assume l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera e successivamente di quello di Lovere. La sua attività artistica, strettamente legata all’attività didattica, intellettuale e politica, passa attraverso diverse tecniche per approdare alla scultura, alla quale si dedicherà alla fine degli anni ‘60. Staccioli matura l’originale idea della scultura in relazione con il luogo, inteso nella sua concezione fisica e sociale. Qui prende il via la grande innovazione dello sculture che fa del circostante un partecipe significato dell’opera, la quale, senza la sua collazione ad hoc, cesserebbe di esistere. Nel ’72 la mostra a Volterra “Sculture in Città” segna una svolta: gli spazi urbani si aprono all’arte e la mostra sarà spinta propulsiva per la manifestazione Volterra’73, curata da Enrico Crispolti e che sancirà un nuovo modo di intendere la scultura. Le tante mostre organizzate in gallerie e spazi milanesi, fino alla Biennale di Venezia nel ‘76 e nel ‘78, accendono l’interesse per lo scultore volterrano anche all’estero. Le sue “idee costruite” approdano in Germania, Gran Bretagna, Israele e Francia. In questo arco temporale il linguaggio dell’artista cambia, l’aggressività e durezza che caratterizzavano anche il clima politico degli anni ’80 si smussa generando opere che sfidano gli equilibri statici come il plinto sospeso sulla scalinata della University Gallery di Amherst in Massachussetts, che lo porta oltre oceano. Sculture sospese in armonico contrasto con la realtà dei luoghi. Negli anni ’90 nuove sperimentazioni portano Staccioli alla creazione di forme alternative: anelli che interagiscono con il paesaggio. Realizzerà importanti opere in Belgio e in Corea nell’ultimo decennio degli anni ’90. Le innumerevoli mostre ed installazioni in tutto il mondo, qui citate solo in parte, non hanno mai distolto lo sculture dall’attaccamento alla sua terra nativa. Nella mostra “Luoghi d’Esperienza” del 2009, iniziativa inserita nell’ambito di un progetto durato cinque anni e denominato Generazioni In Arte, Staccioli ha lasciato a Volterra parte delle sue grandiose opere ambientali, creando un percorso attraverso il paesaggio ed i suoi ricordi. Talvolta incorniciando, talvolta indicando, talvolta sostenendo, valorizza il circostante con l’essenzialità del suo estro che si fonde col moto perpetuo delle colline, con l’angolo remoto e dimenticato, con la storia di cui il luogo è silente memoria.
La notte tra il 31 dicembre 2017 e il 1 gennaio 2018, nel suo studio di Milano, Mauro Staccioli si è spento, all’età di 80 anni. Ciò che il mondo ha perso è uno dei pilastri dell’arte contemporanea ma ciò che non si è spenta è la sua arte, che impera pantagruelica conciliando ricordi ed eternità.
Carlo Franza