La mostra dal titolo “L’altra superficie” dell’artista LOI DI CAMPI  rientra in un progetto artistico internazionale, “NUOVO ATLANTE DELLE ARTI”,  da noi ideato e diretto per la FONDAZIONE ATM di MILANO, istituzione attestata internazionalmente, che focalizza l’attenzione su talune figure in progress della nuova stagione artistica europea.  L’esposizione riunisce un certo numero di opere, capaci di campionare il percorso singolare di questo illustre artista italiano. All’inaugurazione ci sono stati i saluti del Presidente della Fondazione Giuseppe  Natale e una prolusione del Prof. Carlo Franza, curatore della mostra.

 Lo spazio è stato indagine di illustri artisti del Novecento, c’è chi come Fontana ha operato i tagli nello spazio, c’è chi si è mosso come Castellani e Bonalumi con le estroflessioni nello spazio, e altri che nello spazio hanno operato  e virgolettato il loro procedere, andando ancora oltre,  in alto e in basso, a destra e a sinistra, ecc. Adesso da qualche tempo c’ è chi come Loi di Campi è alla ricerca di un’altra superficie, di un altro spazio, di nuove prospettive, d individuare, proporre e far crescere spazi nello spazio. 

 Loi di Campi è tra gli artisti italiani che oggi vive attenzioni particolari per quel versante aniconico che  lascia campionare il suo percorso, ed è tra gli operatori estetici dell’oggi più attivi a insistere sulla problematica e sulle potenzialità della superficie sensibile dell’opera, ed anche sulla formazione concettuale e fisica della struttura che vive oltre la superficie.  Lavorando per capitoli, prima sui moduli emersi e poi su quelli sommersi, l’artista ha sondato tutte le possibilità dell’estroflessione, senza tralasciare la composizione più articolata, o la linea curva prediletta in diagonale, dando per quest’ultima la possibilità di leggervi una ricerca più sontuosa.  E con lo spingere fuori i moduli, prediligendo la forma delle gocce, arriva al suo metodo definitivo che consiste nel riempire lo spazio, su cui interviene con il colore che si presenta come dominante (bianco, rosso, nero, blu, ecc.). Abbiamo una sorta di superficie che respira con la conseguente sensazione di movimento e di stasi di questo corpo di colore, che pare voler fuoriuscire dai vincoli del telaio ma al tempo stesso voler restare nell’essere stesso della pittura. E accanto allo stato maggiore milanese dell’estroflessione, da Enrico Castellani ad Agostino Bonalumi, fino a Paolo Scheggi, che hanno pure avuto la precedenza cronologica rispetto al minimalismo statunitense, il nuovo fare di Loi di Campi si attesta fra le personalità più sperimentali del nostro tempo, per i suoi attuali vissuti fervidi di tensioni creative. Ritmo e sequenza sono le forze messe in campo all’interno del telaio, e in questo clima di sviluppi e di rapidissima realizzazione dell’opera-fenomeno, Loi di Campi procede rigorosamente con i suoi moduli verso una geometria naturale (le gocce), verso emissioni della forma in un ritmo spaziale della superficie. L’artista oggi vive in Brianza ma a Milano svolge gran parte della sua attività artistica, relazionando, esponendo, presenziando.

Loi di Campi nasce a Campi Salentina nel 1948. Vive e lavora a Desio. Dopo una breve esperienza come docente nelle scuole medie e superiori, negli anni 80 fonda assieme alla moglie una ditta di ceramiche artistiche, con il marchio DE.AR. Inizia così una feconda esperienza espositiva internazionale, partecipando alle più importanti fiere del settore ceramiche d’arte per più di 20 anni. Parallelamente affianca all’esperienza del manufatto d’arte la pittura, sempre nella costante e rigorosa espressività di ricerca. Così la pittura di Loi di Campi è densa di vitalità cromatica, secondo un procedere compositivo astratto. Dalla fine del 2012 ad oggi si concentra sul bianco, e le superfici diventano campo per architetture futuribili. Nascono strutture bianche a più dimensioni, vere e proprie scenografie plastiche. Città che vanno oltre la dimensione immaginativa per un sogno nell’etere ufologico. Nella costante contaminazione linguistica dell’arte multimediale, Loi di Campi non trascura la ricerca, esercita la sperimentazione con l’aiuto dell’elemento interdisciplinare del computer design. Realizza opere con accavallamenti e accostamenti di superfici colorate precedentemente riprese ed elaborate. Nasce così un ulteriore “gioco” poetico di metamorfosi. Da non trascurare l’altra estetica che Loi di Campi esercita professionalmente: la musica. Si può certamente affermare che la pittura non può fare a meno della musica. Ha tenuto  mostre personali e collettive in più città. Nel 2015 tenere una mostra personale dal titolo “Novelle architetture” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze e una seconda dal titolo “Aisberg. Moduli e geografie” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”. Nel 2016 con una giuria presieduta dallo Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza vince a Firenze il Premium International Florence Seven Stars. Nel 2018 è lo stesso Storico dell’Arte che lo invita a tenere una sua personale dal titolo “Oltre la superficie” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”; poi nel 2019 ancora una personale al Plus Florence di Firenze dal titolo “Elogio della superficie” e partecipa all’installazione “La Luna di Leopardi” al Plus Florence di Firenze per i 200 anni de L’Infinito di Leopardi, invitato dal Prof. Carlo Franza. Nel 2021 procede all’installazione “Disseminazione di gocce” al Plus Florence di Firenze ancora invitato dal Prof. Carlo Franza che poi lo inserisce nel Progetto “Disseminazione monumentale a Venezia” in occasione della 59ma Biennale d’Arte a Venezia nel 2022. Nel 2022 tiene una mostra personale dal titolo “L’altra superficie” alla Fondazione ATM di Milano nel Progetto “Nuovo Atlante delle Arti” a cura del Prof. Carlo Franza. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.

 

Carlo Franza

 

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