L’intera produzione giornalistica di Luciano Bianciardi in occasione del centenario della nascita
In occasione del centenario della nascita di Luciano Bianciardi, ExCogita ha voluto raccoglierne l’intera produzione giornalistica con “Tutto sommato. Scritti giornalistici 1952-1971” (vol. I 1020 pagg. vol. II 1086 pagg. vol. III 866 pagg. Indici 192 pagg. / prezzo: 150 €; eBook 49 €) con la prefazione di Michele Serra. Giornalista infaticabile, traduttore prolifico e narratore di raro acume, Bianciardi ha lasciato in pochi anni una produzione vastissima, raccontando sui giornali l’evoluzione della storia dei costumi, della televisione, della politica, della letteratura, dell’arte, del cinema e dello sport. Per presentare questa immensa mole di testi, si è scelto di adottare l’ordine cronologico: il susseguirsi degli articoli restituisce al lettore una sorta di storia d’Italia vista dagli occhi di un personaggio che è stato definito anarchico, ribelle e inclassificabile. Come in un diario costruito giorno per giorno, lo sguardo di Bianciardi si sofferma con lo stesso straordinario acume e la stessa valenza profetica sia sui grandi fatti internazionali sia sulle piccole vicende quotidiane, mostrando un lato inedito della personalità dell’autore che si discosta dalla narrazione mitologica che spesso lo accompagna. Se nel grande mucchio del lavoro di Bianciardi non troverete mediocrità e sciatteria, è per una ragione soltanto: lui era uno scrittore “naturale”, lo era anche prima di pubblicare libri e di diventarlo per riconoscimento sociale. Non sarebbe stato capace di scrivere una sola riga senza che le sue parole gli assomigliassero e gli appartenessero, e questa mi pare, tutto sommato, la definizione più azzeccata di “scrittore” (dalla prefazione di Michele Serra).
La proposta riunisce per la prima volta tutta la produzione giornalistica -964 articoli distribuiti su 63 testate –presentandola in ordine cronologico: il susseguirsi degli articoli restituisce dunque al lettore una sorta di storia d’Italia vista dagli occhi di un personaggio che è stato definito anarchico, ribelle e inclassificabile.
Da non tralasciare anche l’uscita di “La solita zuppa”: Luciano Bianciardi a processo. Il curioso mondo a rovescio che Bianciardi ritrae nel racconto “La solita zuppa”, con l’ora di masturbazione a scuola e un Deliveroo del sesso, gli costò nel 1965 una denuncia per oscenità e vilipendio della religione. ExCogita ripropone qui il racconto nella sua interezza, completo delle parti allora censurate e in tutta la sua disarmante ironia, e ricostruisce, attraverso gli atti processuali, l’ancor più spassosa vicenda giudiziaria che vide Bianciardi imputato -non certo per la prima volta e non certo unico bersaglio del furore censorio- insieme all’editore e al tipografo. “Siamo sicuri di non essere circondati, noi che guardiamo a Bianciardi come a uno spirito libero del passato e pensiamo di essere, oggi, più liberi grazie anche a quelli come lui, siamo sicuri che questa de “La solita zuppa” sia una vicenda del passato? Siamo sicuri che in mezzo a noi non si aggirino altri spiriti, il cui obbiettivo è di imporci ’questa parola sì, questa parola no’?” (dalla prefazione di Giancarlo De Cataldo).
L’acume e l’intelligenza nel raccontare in imperdibili articoli giornalistici l’evoluzione della storia dei costumi, eppoi della televisione, della politica, della letteratura, dell’arte, del cinema e dello sport, ma anche l’ironia e il pensiero libero di fronte alle storture della società di uno dei narratori più interessanti del ‘900; sono due gli omaggi a Luciano Bianciardi (Grosseto 1922 – Milano 1971) che la casa editrice ExCogita, diretta da Luciana Bianciardi, porta in libreria nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita dello scrittore e traduttore italiano.
Carlo Franza