Sotto lo stesso cielo. Europa 2500 – 1800 a.C.”, il titolo della mostra che dal 29 aprile al 30 settembre sarà al MUPRE – Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, a Capo di Ponte nell’alto bresciano, è certamente poetico. E storicamente ineccepibile.
Riassume l’importanza che sole, luna e stelle ebbero nei culti e nell’iconografia dell’Età del Bronzo, il lungo momento preistorico (2500 – 1800 avanti Cristo) che la mostra indaga.
Al di qua e al di là delle Alpi, dal Mediterraneo e sino al profondo nord e est del continente europeo, le rappresentazioni di sole e luna, e delle stelle, sembrano rifarsi ad un unico, preciso modello. A conferma di quanto fossero intensi i rapporti tra popolazioni anche molto lontane. Effetto di un “nomadismo” commerciale, e di idee e stilemi, di cui ci è difficile oggi avere l’esatta percezione.
È la prima volta che reperti del livello di quelli riuniti al MUPRE, vengono messi a confronto in una mostra. Ciò grazie alla disponibilità di importanti musei italiani e stranieri.
Il prestito più prestigioso, un vero “Tesoro nella Storia dell’Umanità”, giunge dal British Museum di Londra ed è la “lunula” (piccola luna) d’oro, straordinario reperto rinvenuto a Blessington (Irlanda), datato 2400-2000 a.C. (tardo neolitico/inizio dell’età del bronzo), periodo che in Italia corrisponde alla fine dell’età del Rame e alla diffusione della “Cultura del Vaso Campaniforme”.
Elementi di questa cultura sono emersi da scavi archeologici in Valle Camonica, primo sito UNESCO italiano, e in altri insediamenti dell’arco alpino.
L’Età del Bronzo è considerata uno dei periodi formativi della storia europea: il bronzo, una lega di rame e stagno, porta a importanti ripercussioni tecniche ma anche sociali ed economiche, all’incremento della circolazione delle persone e degli oggetti e alla nascita di un linguaggio iconografico realmente continentale. La mostra evidenzia l’importanza del periodo di transizione tra la metallurgia del rame a quella del bronzo, come è confermato dai suoi contenuti. A cominciare proprio dalla “lunula” del British. Il prezioso reperto illustra il tema della rappresentazione del sole e del ciclo solare, temi che compaiono nelle incisioni rupestri qui riunite: il MUPRE dispone di una delle più ricche raccolte di stele e massi-menhir incisi dell’arco alpino: i pugnali tipo Ciempozuelos e alabarde del tipo Villafranca. Dal Museo dell’Area Megalitica di Saint Martin de Corléans (Aosta) arriva in mostra il pendaglio in rame a semiluna decorato a punti a sbalzo e con le terminazioni a spirale, prestito che consente di collegare il gruppo delle stele e massi-menhir della Valle Camonica al sito aostano. Giungono dal nuovo Museo Archeologico Nazionale di Verona, il pettorale d’argento a forma semilunata e l’alabarda di rame da Villafranca Veronese e due lunule in bronzo dall’area di Pacengo in comune di Lazise. Reperti che dialogano con altri simili in mostra. Sempre da Verona, ma stavolta dal Museo di Storia Naturale di Verona, giunge in mostra la Lunula in bronzo da Torbiera di Guardiola (Mantova). La Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova ha concesso la “lunula” dalla Tomba 4 di Via Europa a San Giorgio (Mantova) e il contesto di scavo.
“Da sottolineare – annota Emanuela Daffra, direttore della Direzione Regionale Musei della Lombardia – che la mostra, grazie alla collaborazione tra musei statali e civici, si estende anche all’esterno del MUPRE, lungo gli itinerari che coinvolgono il Museo Archeologico Nazionale delle Grotte di Catullo a Sirmione, il Museo Archeologico della Valle Sabbia a Gavardo, il Museo Civico Archeologico “G. Rambotti” di Desenzano e il Museo Civico Archeologico della Valtenesi di Manerba, alla scoperta delle genti di montagna e delle genti dei laghi tra la fine del III e l’inizio del II millennio a.C.. Itinerari che, indagando un importante passato, concorrono a far meglio conoscere la storia del territorio bresciano, nell’anno in cui Brescia, con Bergamo, è Capitale della Cultura”.

Carlo Franza

 

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