CARLOCINQUE Gallery ha inaugurato l’apertura della mostra “Mirabili Tracce” di Bertozzi & Casoni. Una spiazzante dama sorride dalla vetrina di via dell’Annunciata, invita ad entrare nello spazio che dal 18 maggio ospita la ricerca del duo imolese, e visitabile fino al 25 luglio 2023. Si tratta dell’opera “Ritratto”, la giovane donna-gorilla a grandezza naturale che indossa gli abiti neoclassici di Mademoiselle Caroline Rivière nel celebre dipinto di Ingres, perfettamente a suo agio in una condizione che dissolve barriere genetiche e temporali e mostra ciò che di più vero esiste per l’umano, la sua origine.

Il suo sguardo benevolo, se pur turbante, è un lasciapassare per accedere alla sala principale di CARLOCINQUE Gallery, abitata da una significativa selezione della più recente produzione di Bertozzi&Casoni. Ma la mostra è un omaggio ancor maggiore e un saluto a Stefano Dal Monte Casoni del duo, che è venuto a mancare proprio in questi giorni.  Ed è ancor più bello e significativo, memoriale,  ricordarlo proprio con questa mostra.  È un viaggio nella natura e nel più spettacolare artificio accompagnati da ironia, spirito provocatorio, gusto di stupire, ma anche dal rigore di analisi e sottende l’invito a riflettere sui grandi temi della società contemporanea e sull’eterna condizione di transitorietà della condizione umana. La stupefacente perfezione tecnica esibita dai due artisti accarezza l’illusione della realtà svelando brani di vita quotidiana, ipertrofici accumuli ricchi di dettagli, generose citazioni tratte direttamente dalle discariche. Le loro creazioni riconducono al tema classico della Vanitas, fin dalle origini del loro operato il duo Bertozzi&Casoni ha infatti ragionato sulla caducità dell’esistenza. Eppure l’esuberanza della loro immaginazione strappa un sorriso, mostra il divertimento del gioco combinatorio e la favola dell’oggetto prezioso fatto di residui. Sospendiamo la nostra incredulità di fronte ai detriti di vizi e virtù, agli avanzi di feste finite, a ciò che resta delle leccornie del giorno prima tra cui si insinuano infinite presenze di animali e vegetali (lucertole, lumache, farfalle, uccelli, coccinelle, fiori, funghi…). Si fa strada la struggente sensazione che ogni giorno si costruisce e si distrugge, mentre il mondo naturale resiste e assiste alla nostra ambivalenza.

E su tutto domina la bellezza dell’artificio e della perfezione: uno stupore che tintinna anche sulla lattina arrugginita, sulla tazzina incrostata di caffè e sull’intera composizione. Non potremmo esserne ipnoticamente assorbiti se non fosse per la tecnica sopraffina con cui è offerta alla vista. Scegliere, come fa il duo imolese, per la realizzazione delle loro opere un materiale antichissimo quale è la ceramica può voler dire ribaltare il senso della Vanitas, dare in un certo senso eternità all’iconografia del transitorio. Un cortocircuito che si aziona con più forza quando la scelta del soggetto è di per sé un residuo dell’umano. Per questa forza persuasiva e illusoria della materia CARLOCINQUE gallery espone alcune sculture con accumuli di ossa umane, l’estrema traccia di vita che trova una infinita rinascita nell’arte. Gli artisti hanno affermato che la loro visione non è pessimistica, nei loro memento mori si trova sempre una speranza. Piccoli organismi viventi si depositano anche su cerei teschi e tibie.

Bertozzi&Casoni sono consapevoli di creare nell’alveo della tradizione dell’arte, da quella classica a quella pop, con il chiaro intento di rinnovarla con originalità, spregiudicatezza e grazie a una forte vocazione per la sperimentazione. Tutto è possibile nella loro Wunderkammer dove spesso è ancora un animale – la scimmia, il più simile all’uomo – a suggerire l’ironia e a guidare verso lo stupore: senza riverenza un macaco ha rubato la tela della celeberrima “Ragazza con l’orecchino di perla”, mentre un’altra ha scelto per sé un semplice poster con l’immagine di Marilyn Monroe.  L’ultimo saluto prima di uscire dall’esposizione spetta alla signora-gorilla dalla pelle nera, icona di una nuova storia dell’arte.

Giampaolo Bertozzi (1957) e Stefano Dal Monte Casoni (1961- maggio 2023) fondano nel 1980 una società per creare magnifiche illusioni e raggiungono una notorietà internazionale creando monumentali o preziose piccole sculture dipinte. Tra le occasioni espositive si ricordano: Tate Liverpool, Liverpool (2004); Quadriennale, Roma (2004); Sperone Westwater, New York (2005, 2010, 2015); Ca’ Pesaro, Venezia (2007); Castello Sforzesco, Milano (2008); Biennale, Venezia (2009, 2011); All Visual Arts, Londra (2012); Museum Beelden aan Zee, l’Aia e Beck & Eggeling, Düsseldorf (2013); Palazzo Te, Mantova (2014); Expo, Milano e Mambo, Bologna (2015); GAM, Palermo e Macist, Biella (2016); Museo di Palazzo Poggi, Bologna e Pinacoteca Civica, Ascoli Piceno (2017); Rossi & Rossi Gallery, Hong Kong (2018); Marca, Catanzaro e Museo Morandi, Bologna (2019); Complesso di Sant’Agostino, Pietrasanta (2020); Sperone Westwater, New York (2021); Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (2022).

Carlo Franza

 

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