Un grande atlante sentimentale dei colori la mostra alla Mandelli Arte di Verano Brianza.
Una galleria coraggiosa la Mandelli Arte di Verano Brianza, una galleria che progetta, sostiene e movimenta l’arte contemporanea e si muove -soprattutto- al di fuori dei canoni provinciali. Me ne parlò anni fa la gallerista milanese Ada Zunino. Ne ho seguito per anni, pur da lontano, il percorso della Mandelli e le uscite dei suoi artisti. Ed eccoci ora a una mostra vivace e prestigiosa, che la Mandelli Arte ha appena inaugurato. Ha per titolo “colori”, potrebbe sembrare un titolo banale ma non lo è, perché la mostra si presenta come un grande atlante sentimentale dei colori. Il soggetto della mostra è proprio il mondo dei colori. Mi fa osservare il gallerista Sergio Mandelli che “i colori, in natura, non esistono. Esistono solo sotto forma di onde elettromagnetiche, che, di per sé, sono neutre. E’ solo grazie al nostro occhio che i colori diventano realtà, regalandoci il mondo che conosciamo. I colori influenzano tutto nella nostra vita quotidiana. I colori ci attirano psicologicamente, emotivamente, persino fisicamente. L’arte, in particolare, è fatta di colori; si potrebbe dire che da sempre –tranne per alcune espressioni artistiche contemporanee– il colore sia il protagonista assoluto di ciò che gli uomini di ogni tempo hanno associato all’arte”.
Un percorso emozionale dedicato ai colori e alla loro percezione. Una pluralità di giochi linguistici ci permette di parlare di colori delle vocali, colori della musica, ma anche di colori dei sentimenti e delle emozioni. Una percezione che escluda i colori sarebbe capace di eludere anche le emozioni? Guardando questa mostra, parrebbe che attraverso i colori non soltanto accediamo alla pittura nella sua integrità ma collezioniamo una serie inesauribile di stati emotivi che, in parte, o del tutto, possono giustificare l’esistenza della pittura in quanto musica dei colori. La mostra appare come una galleria di melodie e armonie da cui evincere i differenti modi d’intendere il colore e di gestirne la ricchezza sensibile. Il colore non soltanto ci apre un mondo, quello del reale nella sua complessità e ricchezza, ma nella pittura ci permette di andare al di là del reale concreto per accedere alle emozioni in modo immediato così come succede con la musica. Prima di essere altro, la vista è una forma di tatto. L’occhio tocca e distanzia qualsiasi cosa, ma nella pittura esso viene toccato e ogni volta affetto emotivamente. In mostra, aperta fino al 15 luglio 2023 in Verano Brianza, la paletta delle emozioni è ampia; si va da artisti già carichi di storia costruita in un percorso mirato e significante, che hanno già collaborato con la galleria e appartengono a quel nucleo di “Nuovo Futurismo” come Gianantonio Abate e Dario Brevi, ed anche i Plumcake, a nuove promesse che veicolano in Europa. Gianantonio Abate, espone dipinti appartenenti al suo nuovo corso, Dario Brevi, presenta due magnifiche installazioni a parete e una scultura; i Plumcake irrompono con dipinti e sculture in vetroresina che li hanno portati alla Biennale del 1990. Presente in mostra anche lo spagnolo Carlos Puente (Santander 1950), che avevo notato anni fa alla Galleria San Carlo di Milano in Via Manzoni, celebre per la sua fantasia torrenziale, incontenibile, con opere cosificate e impalpabili che mostrano un ambiente vivificato e pulsante di luce cangiante capace di arrivare all’essenza del colore. La modenese Antonella Mazzoni presenta una installazione di piccoli dipinti, caratterizzati come sempre da intelligente ironia; Giancarlo Montuschi col colore evoca il mito americano, inserendo nelle sue tele immagini provenienti dal mondo dei fumetti e dal cinema. Espongono per la prima volta in galleria due pittori dalle caratteristiche molto diverse, il friulano Walter Bortolossi, la cui pittura racconta la storia pubblica e privata, trame di cose e persone, mostrando sulla tela la complessità della vita contemporanea; e il lombardo Ale Puro, street-artist che punta ad una sintesi sulla figura, addentrandosi nei territori dell’immaginario infantile.
Carlo Franza