La scultura di Szymon Oltarzewski al Battistero del Duomo di Pietrasanta
In occasione della Collectors Night di Pietrasanta si è aperta al Battistero del Duomo di Pietrasanta la mostra di Szymon Oltarzewski “I’ll be back soon”, curata da Enrico Mattei. L’esposizione, che prosegue fino al al 3 settembre 2023, è visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 13 e dalle 16 alle 24.
Il Battistero è un piccolo scrigno edificato all’inizio del secolo XVII come Oratorio di San Giacinto che successivamente nel 1786 venne trasformato in Battistero della Collegiata di San Martino da parte di Leopoldo d’Asburgo Lorena e ancora oggi svolge la sua funzione liturgica. Al suo interno è collocato un prezioso fonte battesimale in marmo del 1389 opera di Bonuccio Pardini.
I’ll be back soon è un progetto scultoreo in marmo pensato in occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova, come omaggio al Maestro del Neoclassicismo, e proposto per la prima volta al pubblico nel Battistero del Duomo di Pietrasanta. Le opere, ispirate a tre delle più note sculture del Canova, Amore e Psiche, Tre Grazie e Venere Italica, hanno una particolare connessione tra di loro: esaltano il potere dell’amore, della bellezza e della grazia. Secondo la mitologia classica, Venere è spesso accompagnata dalle Tre Grazie, che simboleggiano splendore, gioia e prosperità, e Eros (figlio di Venere) si innamora di Psiche, sottoposta dalla mamma a una serie di prove per poter ottenere l’immortalità.
Nell’interpretazione di Szymon Oltarzewski le tre sculture sono ricoperte da pesanti veli, come si usa fare prima di un viaggio o di un trasferimento, coprendo con lenzuola e coperte i mobili e gli oggetti di valore per proteggerli durante il periodo di assenza. Ma è anche un modo per custodire le cose più care, quei fondamenti che la società tende a dimenticare o a sopraffare. Il titolo della serie, “I’ll be back soon” (Tornerò presto), assume quindi anche il significato di un ritorno alle radici e ai valori fondanti di cui Venere, Amore e Psiche e le Tre Grazie ne sono simbolo. Oggi possiamo osservare il drappo, immaginando cosa vi sia sotto, e cercando di preservare la memoria per le future generazioni.
Questa mostra è dunque, al pari dell’opera d’arte tradizionalmente intesa, la manifestazione della produzione artistica a cui Szymon guarda come il momento o l‘evento più sintetico del suo pensiero e della sua capacità di produzione di un immaginario. In questa prospettiva, la mostra non è più semplicemente un’esposizione di opere, bensì un tentativo di scrivere la storia, sistematizzare idee o movimenti artistici, affermare progetti o valori estetici, rappresentare una nuova idea e una nuova strada personale come ricerca scultorea.
Monsignor D’Atri scrive a proposito delle opere che “identificano l’uomo nella sua completezza di creatura fatta di terra e di cielo: eros cerca psiche per elevare e completare la relazione di amore. Il cuore è la mente dell’uomo, in quanto immagine di Dio, sono avvolti dal mistero che trascende il nostro limite. Davanti alle opere di Oltarzewski siamo stimolati a guardare con occhio introspettivo, a penetrare oltre il velo che cela e vivere il nostro tempo nella ricerca e nell’attesa della vera e piena rivelazione”.
L’Ambasciatore della Polonia, Anna Maria Anders, nel ricordare la figura di suo padre, il Generale Władysław Anders, che nel corso della Seconda Guerra Mondiale si prese cura in modo particolare degli artisti, aggiunge che “questi temi mitologici, che esprimono rispettivamente idee essenziali della vita umana come la forza dell’amore, la forza della bellezza e la forza della grazia, nell’arco dei secoli venivano spesso brutalmente calpestati dagli uomini stessi. In un mondo dove manca la pace, dove regna la distruzione, dove si calpesta la vita umana, dove la realtà virtuale sembra più importante di quella reale abbiamo sempre più sete di amore, bellezza, grazia.”
Il progetto è patrocinato dal Comune di Pietrasanta, dall’Ambasciata di Polonia a Roma, dall’Istituto Polacco di Roma, dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, e sostenuto dalla galleria Federico Rui Arte Contemporanea di Milano che rappresenta l’artista e organizza l’evento insieme al curatore Enrico Mattei. Si ringrazia Monsignor Stefano D’Atri della Collegiata di San Martino a Pietrasanta, per la sua disponibilità a questi interventi di arte contemporanea all’interno del Battistero, e Beatrice Bortoluzzi per il coordinamento generale.
Nel corso della mostra verrà presentato il volume Szymon Oltarzewski “I’ll be back soon”, realizzato da Federico Rui Arte Contemporanea con gli scritti di Enrico Mattei, Mons. Stefano D’Atri, Alberto Stefano Giovannetti, Anna Maria Anders e Moira Mascotto.
SZYMON OLTARZEWSKI Polonia, 1977. Vive e lavora a Pietrasanta. Dopo la laurea in ingegneria ambientale presso l’Università di Opole, Szymon Oltarzewski abbandona la sua terra natale e, senza un soldo in tasca, si trasferisce in Versilia. Si iscrive all’Accademia di Carrara, seguendo quello che era il suo sogno e la sua vocazione. Come da lunga tradizione e per permettersi gli studi, inizia a lavorare con artigiani e le fonderie del luogo, incontrando alcuni tra i più grandi scultori contemporanei, che condividono le loro esperienze e la loro maestria. Apprende così sul campo ogni fase del processo creativo ed esecutivo della scultura.
Carlo Franza