Le prime righe del romanzo “Il ritorno del lupo” di Aimè Maquignaz (prefazione di Mauro Corona, pp. 207, Piemme Edizioni) mi hanno benevolmente sorpreso e le propongo al lettore. Scrive Maquignaz: “Con questo libro Il ritorno del lupo, il terzo di una serie dedicata agli amanti della montagna e del mistero della vita, ho voluto pagare il mio tributo a tre mie passioni: la montagna, ancora, l’avventura e, infine, il lupo. Sì, perché il lupo è un animale che da sempre popola la mia immaginazione, i miei sogni e la mia arte”.  Senza tralasciare la dedica ai lettori: “Dedicato a tutti quelli che sono ancora capaci di stupirsi, di contemplare le meraviglie della natura e che sanno vedere negli occhi di un lupo la luce dell’universo”. Un romanzo sorprendente, un romanzo documentaristico, un romanzo che guarda al mondo animale e naturale, un romanzo che vive e fa vivere, un romanzo distensivo e capace con le sue pagine e le sue parole di spiegare il perché del suo immenso interesse avuto specie in Valle d’Aosta, nelle vallate descritte in cui il lupo è diventato il personaggio principe. Affascinante animale il lupo, selvaggio, predatore, imprevedibile, amante della libertà. Ecco perché Maquignaz lo ha eletto a personaggio cardine del suo romanzo, animale che lo scrittore ama alla follia. Il romanzo vive una scrittura preziosa e affascinante, calibrata e poetica, pagine che sorprendono e attraggono. Maquignaz intanto racconta come e perché i lupi sono tornati nei boschi italiani, dal Gran Paradiso al Cervino, e in quelli francesi, tedeschi e austriaci, dopo essere stati quasi sterminati, ma ci fa conoscere anche i lupi per noi più lontani, dalla Mongolia e la Siberia al Canada. Maquignaz, scrittore e pittore, analizza e sviluppa il ruolo che il lupo ha avuto nella storia, nell’arte, nelle fiabe e nelle leggende, nei miti, nel folklore, nella superstizione della nostra gente (prezioso è il racconto di Ayak, Maya e del loro figlio Lupetto). Il romanzo si sviluppa tra  storia e cronaca, tra  realtà ed immagine, Maquignaz  prende in considerazione la figura del lupo nella letteratura e nella favolistica dall’antichità al Medioevo, aiutandosi con le storie di  tutti i mediatori  cui era concesso il potere di ammansire la fiera “cattiva” per eccellenza, basti pensare a  Sant’Ellero  e prima ancora  con San Francesco,  un florilegio di storie diverse fra loro ma accomunate dal pericolo del lupo terribile e mangiauomini, che viene ridotto a più miti consigli. Un rapporto, raramente idilliaco e spesso conflittuale, che si è sviluppato nei secoli. Un rapporto che, come ammette lo stesso autore, deve tornare a essere viscerale, come lo era una volta. E’ a Cervinia che è nato il romanzo, proprio sotto quella montagna, sotto “quel picco più famoso e impervio d’Europa, il Cervino. Quel dente di lupo…” come lo chiama e scrive Mauro Corona nell’introduzione- che di montagna se ne intende, o ancora “come lo chiamano lassù “la Gran Becca”. E’ certo che gli occhi del lupo ti ipnotizzano, come lo è stato per Maquignaz che ha scritto un romanzo antico, perché “Il ritorno del lupo” è un romanzo ancor più vero, attuale, umano, che innalza sull’altare del mondo natura e animali.

Prefazione. di Mauro Corona

Ai miei amici lettori. Il lupo del Cervino

Prologo

PARTE I

  1. Uomini e lupi
  2. Ayak, il lupo del Cervino
  3. Dal Gran Paradiso al Cervino
  4. Io e Ayak
  5. Il lupo e la libertà
  6. Il capobranco
  7. Il lupo e l’agnello
  8. Caccia al cervo
  9. La danza dei lupi

PARTE II

  1. Il lupo del Gran Paradiso
  2. I lupi stanno tornando
  3. Cronache recenti dell’avanzata del lupo
  4. L’uomo e il lupo nel Medioevo
  5. Il lupo dopo il Medioevo
  6. Il mito del licantropo
  7. Il lupo e la filosofia

PARTE III

  1. Il totem del lupo
  2. Il lupo della Mongolia
  3. Il lupo della Kamchatka
  4. Il lupo dello Yukon
  5. Il lupo della Siberia
  6. La donna che corre con i lupi
  7. La leggenda del lupo di Torgnon

Epilogo. La forza dell’amore e della bellezza

Appendice

Bibliografia

Aimé Maquignaz, classe 1946, è stato sindaco di Valtournenche e Consigliere regionale ad Aosta. In seguito si è dedicato alla gestione del suo hotel, il Punta Maquignaz, nel centro di Cervinia.  Appassionato e stimato pittore, grande avventuriero e conoscitore di Europa, Africa, Russia, Giappone, Mongolia, Canada, nel 2014 ha pubblicato “Il cacciatore di libertà” (Mondadori Electa) e nel 2017 “La Valle del Paradiso” (Musumeci).

Carlo Franza

 

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