E’ stato presentato il 10 aprile 2024 alle ore 11,00 nell’Accademia di Brera a Milano (aula 48, la stessa che fu in altra epoca di Hayez) il catalogo della mostra storica “Tribute to Piero” che ha fatto seguito alla mostra omaggio a Piero Manzoni tenuta nell’ex Studio Piero Manzoni 16 oggi Studio Zecchillo; mostra celebrativa del 60mo anniversario della morte (1963-2023) del celebre artista italiano voluta e coordinata da Prof.  Stefano Pizzi.  Illustri relatori, il Prof. Carlo Franza, il Prof. Stefano Pizzi, il Prof. Gaetano Grillo, il Prof. Fernando De Filippi, il Prof.  Sergio Nannicola e il titolare dello Studio Zecchillo Signor Graziano Zecchillo, hanno via via parlato, declinando il significato della mostra, dell’evento narrativo di un nome singolare della storia dell’arte italiana, delle opere e degli artisti invitati (un centinaio) a rendere omaggio a chi ha segnato l’arte e la nuova avanguardia del secondo Novecento. Omaggio, tributo a Piero Manzoni, grande, grandissimo artista. Il Prof. Carlo Franza che aveva scritto anche il testo in catalogo, nella sua lectio magistralis ha sottolineato storicamente il lavoro di Piero Manzoni, ma ha voluto parlare di una triade di quegli anni gloriosi a Milano;  ovvero che Vermi promosse un lavoro di linee, sequenze di linee, architetture del segno e del tempo (l’annologio), segnare e disegnare il tempo che passa inesorabile, ha inseguito il tempo,  il tempo domestico, il tempo stagionale, il tempo del cuore, il tempo come ritaglio dell’esistenza; Lucio Fontana ha mirato allo spazio con buchi e tagli, mentre Piero Manzoni con le sue linee lunghe ha mirato all’infinito (non si dimentichi che Fontana ebbe a dire che la cosa più importante che aveva caratterizzato il lavoro di Manzoni era la linea lunga inscatolata). E quando Manzoni morì improvvisamente d’infarto il 6 febbraio 1963 a nemmeno trent’anni, il geniale artista Lucio Fontana  in un’intervista radiofonica al Gazzettino Padano  disse: “la scoperta più importante  -direi eccezionale-   di Piero Manzoni è la linea: che io ritengo una innovazione artistica di portata internazionale…Io ho la ferma  convinzione  che la Linea di Manzoni ha segnato un punto fondamentale nella storia dell’arte contemporanea”.

Il catalogo di questa mostra celebrativa, segnala non solo l’artista, la fama, la svolta nell’arte, la forte estetica del progetto messo in atto da Piero Manzoni, ma celebre il luogo e i luoghi vissuti da Piero Manzoni, ovvero, lo studio, l’Accademia di Brera, la via Fiori Chiari, e molto altro. Ogni artista invitato al “Tribute To Piero” ha avuto una base e su questa base ha intessuto il suo intervento artistico; ecco Stefano Pizzi, Marisa Settembrini, Nicola Salvatore, Gaetano Grillo, Alessandro Algardi, eppoi Coletta, Galli, Pignatelli, Panseca, Grittini, e tanti altri. Sulla base foglio ogni artista ha poi aggiunto la sua impronta digitale, ripensando alle centocinquanta uova sode sulle quali Piero Manzoni presso la galleria Azimuth impresse la sua impronta digitale, e divenute così sculture commestibili. Oggi Piero Manzoni è un mito dell’arte, non solo, ma anche una stella, una leggenda, un’utopia, una storia fin troppo vera. Così ha fatto il giro del mondo la firma di Piero Manzoni, la merda di Piero Manzoni, le sculture viventi di Piero Manzoni, le linee di Piero Manzoni, i Corpi d’Aria di Piero Manzoni, il Fiato d’Artista di Piero Manzoni, la Base magica di Piero Manzoni, le sculture da mangiare di Piero Manzoni, le Opere vive di Piero Manzoni. Scrisse Piero Manzoni in “Libera Dimensione”: “La linea si sviluppa solo in lunghezza, corre all’infinito: l’unica dimensione è il tempo”.  E mentre Lucio Fontana nel febbraio 1959 presentava alla Galleria del Naviglio le “attese” vale a dire i primi tagli, Manzoni si portava verso un poverismo estremo, minimalista, con quell’arte inserita in un cilindro. Tracciava con un tampone imbevuto d’inchiostro linee di varia lunghezza su rotoli di carta. Atto semplice, banale, ma poetico e metafisico, perché -mentre Fontana ci parlava di spazio- quelle linee si misuravano sul tempo e sull’infinito. Oltre a quella   lunga 19 metri e 93, ne fece un’altra di 33 metri, e un’altra di 63 metri. Manzoni in quel 1959 ne creò ben 68, 6 nel 1960.  Ne mise in piedi lunghe anche fino a 7 chilometri e duecento. La prima gliela comprò Gualtieri di San Lazzaro e poi esposta in una galleria parigina, la seconda un collezionista anonimo, la terza un entusiasta Lucio Fontana.   Disse Manzoni: “E’ questa la prima serie di linee di grande lunghezza, di cui lascerò esemplare in ognuna delle principali città del mondo (ogni linea dopo l’esecuzione verrà chiusa in una speciale cassa d’acciaio inossidabile, rigorosamente sigillata, nel cui interno verrà praticato il vuoto pneumatico) fino a che la somma totale delle lunghezze delle linee di questa serie non avrà raggiunto la lunghezza della circonferenza terrestre”.  Il progetto naufragò, anche se una studentessa dell’Accademia di  Brera e amica di Manzoni, certa Coca Frigerio, ha ricordato che “una mattina trascinò lei e altri amici   al Parco di Monza munito di lunghi rotoli di carta. Doveva essere primavera, probabilmente del ’59, perché c’era la fioritura dell’aglio selvatico…Noi stavamo in mezzo al prato a fumare, mentre Piero srotolava la striscia tra gli alberi. Ogni tanto la fermava con un pezzetto di scotch. Tutti stavano a guardare. La lasciò lì almeno una notte. Quando tornò scoprì che qualche vandalo gliela aveva strappata. S’arrabbiò.”

Ora, questo catalogo-mostra “Tribute to Piero” è quanto di più vero e sensibilmente colto si è potuto fare per Piero Manzoni, grazie anche a chi possiede oggi la proprietà del suo Studio, ove l’artista architettò, creò e produsse,  e a conclusione della cerimonia si  è posta all’entrata del civico 16 una targa ricordo per il baritono Giuseppe Zecchillo nel decimo anniversario della morte -voluta dal Conservatorio Verdi di cui fu allievo- , un personaggio amato da “la città di Brera” che fu sua creazione e sostenne in tutti i modi, fin da quando fu collezionista delle opere di Piero Manzoni che  adesso si è voluto ricordare.

 Carlo Franza

 

 

 

Tag: , , , , , , ,