Morto il professor Renato De Fusco, storico dell’architettura e del design di fama mondiale. Lutto nel mondo della cultura a Napoli
Addio a Renato De Fusco, storico dell’architettura e del design di fama mondiale e professore emerito dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. De Fusco è morto questa notte nella sua casa di Posillipo, all’età di 95 anni. Lutto nel mondo della cultura a Napoli. Grande cordoglio ha espresso per la scomparsa dell’intellettuale il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: “Renato De Fusco è stato un amico e un collega. Una persona esemplare, un ricercatore e un grande storico dell’architettura. È stato un privilegio poter beneficiare della sua competenza e della sua sconfinata conoscenza. Sono profondamente addolorato per la sua scomparsa ed esprimo la più sentita vicinanza ai familiari mia, dell’Amministrazione e dell’intera città”.
Oggi la notizia della sua scomparsa mi addolora e mi lascia un po’ orfano della sua cultura e dell’amore per l’arte. Nonostante alcuni anni di differenza d’età, la sua amicizia non mi è mancata, mai, più vicina specie nei miei anni di insegnamento a Roma.
Tanti gli attestati di stima da parte di colleghi e amici di De Fusco, figura di riferimento della scuola di Architettura napoletana, le sue opere e le sue innumerevoli pubblicazioni, edite dalle maggiori case editrici nazionali e straniere, costituiscono un contributo fondamentale per lo sviluppo della cultura dell’architettura, del design e delle arti dal secondo Novecento fino a oggi. Dedito con grande passione fino alla fine all’insegnamento universitario, ha formato intere generazioni di architetti e studiosi. Collega e amico dei maggiori esponenti del mondo della cultura e dell’architettura internazionale, da Kenneth Frampton a Joseph Rykwert, da Umberto Eco a Rosario Assunto, da Giuseppe Galasso a Cesare De Seta, con loro ha condiviso un lungo e intenso viaggio culturale.
La rivista ‘Op.cit. Selezione della critica d’arte contemporanea’, ancora attiva, da lui diretta con puntualità per 60 anni, sorta nel clima culturale della galleria Il Centro di Arturo Carola, testimonia il suo costante, appassionato e rigoroso impegno scientifico. La rivista riceve il Premio Inarch nel 1967. Un altro Premio Inarch questa volta alla carriera gli viene dato nel 2001. A partire dalla fine degli anni Cinquanta, intrapresa la carriera accademica e pubblicistica, sistematizza i suoi capisaldi storiografici attraverso l’elaborazione di numerosi contributi, tra cui si ricordano: Il floreale a Napoli, 1959; L’idea di architettura. Storia della critica da Viollet-le-Duc a Persico, 1964; Architettura come mass medium. Note per una semiologia architettonica, 1967; Segni, storia e progetto dell’architettura, 1973; Storia dell’architettura contemporanea, 1974; Storia del design, 1985; Mille anni di architettura in Europa, 1993; Napoli nel Novecento, 1994; “Artifici” per la storia dell’architettura, 1998; Trattato di architettura, 2001, Filosofia del design, 2012, e tanti altri. Nel 2008, dopo decenni di attivita’ accademica, svolta senza mai trascurare quella piu’ generalmente culturale spesa al di fuori, anche attraverso conferenze e articoli sui maggiori quotidiani, riceve il Compasso d’Oro Adi alla carriera. Nel 2013 riceve il Premio Mannajuolo alla Cultura presso la galleria il Blu di Prussia a Napoli, dove era solito tenere conferenze. La notizia della scomparsa è stata data dalla moglie Emma e dai figli Luca e Carlotta.
Carlo Franza