La Galleria dell’Incisione a Brescia   presenta fino al 10 luglio 2024 una mostra dedicata alle sculture recenti di Giuseppe Rivadossi, figura singolare della scultura contemporanea, la cui importanza è stata celebrata attraverso innumerevoli mostre organizzate in tutto il mondo.

A quasi cinquant’anni anni dalla sua prima personale del 1975 in galleria, saranno esposte una ventina di opere realizzate negli ultimi due anni in legno, bronzo e gesso. L’approdo a queste forme geometriche e il loro approfondimento rappresentano la sintesi di un aspetto tra i più iconici della produzione dell’artista. “L’arte per me non è il frutto di ricerche, ironie o provocazioni come oggi in gran parte avviene, ma è un canto alla vita e all’amore, è un riconoscere l’esistere nella sua umanità e nel suo infinito mistero.” (Giuseppe Rivadossi)

Giuseppe Rivadossi è nato l’8 luglio 1935 a Nave (BS), dove vive e lavora. È sposato con Marisa Bonomi e ha due figli, Emanuele e Clemente. Giuseppe pratica la scultura fin dalla giovane età: nel 1949 si allontana per la prima volta, da solo, da  Brescia per incontrare Manzù a Milano.
Nel 1960 circa, avendo maturato già una sua esperienza, sia della falegnameria, che del fare scultura, e non volendo accodarsi all’assurdo sistema “produzione-consumo” che stava nascendo, inizia una sua personale attività rivolta a definire gli spazi e le strutture dell’habitat, secondo una visione di razionalità e di poesia. Seguendo la grande lezione dell’arte e della carpenteria medioevale rinascimentale, oltre che dell’architettura dei grandi maestri del nostro tempo come Alvar Aalto, Mies Van Der Rohe… andò riscoprendo e mettendo a punto, attraverso il materiale legno, strutture destinate all’abitare, definite secondo una sempre più misurata essenzialità pratica e poetica. Queste strutture, secondo Giuseppe, al servizio della quotidianità, devono favorire anche un buon rapporto e una riconciliazione con la vita. In questo senso l’ambiente deve essere considerato il fondamentale fatto della comunicazione umana. …“nello spazio dell’uomo dobbiamo ritrovare anche la visione della nostra umanità e della nostra cultura…”.

Nel 1970 inizia per Rivadossi una stagione espositiva a Milano e nelle principali città italiane, grazie all’attenzione di importanti galleristi come Renato Cardazzo (Galleria del Naviglio) e Alfredo Paglione (Galleria 32). Nel 1980, il suo lavoro viene documentato per la prima volta in una grande mostra alla Rotonda della Besana di Milano, con presentazione dello storico dell’arte Gianfranco Bruno e catalogo Electa. Nascono così le grandi Custodie, le Madie, tutte quelle immagini che sono la nota distintiva dell’intuizione di Giuseppe Rivadossi: l’immagine è sempre un archetipo in cui la persona può riconoscersi e scorgere tracce della verità che la costituisce. Le mostre non distolgono Giuseppe Rivadossi dal continuare nel frattempo l’attività scultorea, seguita con grande attenzione dagli scrittori Giovanni Testori e Roberto Tassi.

Nel 1995, con una personale alla Compagnia del Disegno di Milano, Giuseppe Rivadossi continua l’attività espositiva di opere di scultura in legno, pietra, bronzo. Seguono le personali al Palazzo Comunale a Cesena, alla Galleria d’Arte Michelangelo a Pietrasanta e Antologia a Monza. Giuseppe Rivadossi è anche presente nella Fiera dell’Arte di Bologna e Milano con le Gallerie Niccoli di Parma e ArteBergamo di Bergamo. Del lavoro e dell’opera di Giuseppe Rivadossi hanno scritto fra gli altri Giovanni Testori, Vittorio Sgarbi, Roberto Tassi, Gianfranco Bruno, Marco Vallora, Ermanno Olmi, Giorgio Cortenova, Carlo Franza, Piercarlo Santini, Domenico Montalto, Philippe Daverio e Mario Botta. Un’importante antologica del lavoro di Giuseppe Rivadossi e del suo atelier si tiene nella primavera del 2005 al Museo di Palazzo Forti di Verona, a cura di Giorgio Cortenova. Degna di nota, inoltre, è la mostra realizzata presso la Galleria Agnellini Arte Moderna di  Brescia a cura di Dominique Stella e Roberto Agnellini a primavera del 2014. Nel 2022 l’AAB (Associazione Artisti  Bresciani) celebra il lavoro di Giuseppe con la mostra Eidosmariae. Le opere dell’atelier sono presenti in varie collezioni, tra le quali quella del MoMA di New York, nella collezione Tamajo in Mexico City, nello Shard di Londra e a Shanghai. Oggi in questa piccola bottega Giuseppe Rivadossi lavora con i figli, utilizzando il nuovo marchio “Habito”, alla elaborazione di nuove architetture che portino in sé la consapevolezza della appartenenza dell’uomo al mistero della creazione.

Carlo Franza

 

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