L’avreste mai detto che ci possano essere delle mostre da visitare nudi, senza un abito addosso?  Increduli tanti, ma così non  è,  perché  il Museo della Catalogna  che si trova a Barcellona ha messo in piedi   una visita speciale in collaborazione con il Club catalano di naturismo, ovvero  per un’ora e mezza, visitatrici e visitatori hanno potuto visitare la mostra fotografica dedicata ai Bronzi di Riace curata dal fotografo italiano Luigi Spina senza vestiti, nel rispetto dello statuto del loro movimento, vale a dire  che la nudità e un contatto più diretto con l’ambiente possono avere un impatto positivo sul benessere delle persone. Non è stata la prima volta che il museo catalano ha promosso un’iniziativa simile, e ciò era successo già in passato anche in altri musei.

La notizia ce la dà il giornale catalano La Vanguardia, e il sito del museo pubblicizzava  al pubblico di poter ammirare le opere trovandosi «nella stessa condizione» delle persone rappresentate dalle statue, cioè in completa nudità. Tanto per intenderci i Bronzi di Riace   sono due celebri statue scoperte nel 1972 sul fondale del mar Ionio in Calabria: rappresentano due guerrieri completamente nudi, con barba e capelli ricci e pare risalgono al quinto secolo avanti Cristo, l’epoca più florida per la scultura greca. Nell’idea museale spagnola, con tale iniziativa le persone avrebbero potuto osservare le loro fotografie sentendosi a proprio agio e in una specie di condizione di “parità” con le opere d’arte.

Il naturismo è un movimento  formato tra la fine Ottocento e inizio Novecento  che propone un ritorno a un maggior contatto con la natura e a uno stile di vita più essenziale, fino ad abbandonare del tutto gli abiti (quello che si intende con nudismo). È molto diffuso in Spagna, in Francia e in alcuni paesi del Nord Europa, e l’ idea di fondo è  che  la nudità a contatto con la natura e nel tempo libero possa avere benefici per la salute delle persone. La visita di sabato si è tenuta a porte chiuse, con posti limitati, e prevedeva la nudità integrale. Il museo raccomandava solo di indossare le scarpe, anche se le foto condivise sul profilo Instagram del Club naturista mostrano che c’è chi ha fatto a meno anche di quelle.

Edgar Maestre, la guida che ha accompagnato il gruppo durante la visita ha svelato al giornale l’Español che il museo non voleva organizzare “la solita visita guidata», desiderava piuttosto che le persone “si sentissero esattamente come le opere che stavano vedendo”, tanto che lo stesso  Maestre, durante la visita, era a sua volta nudo. Secondo una certa Marta, operatrice sanitaria di 59 anni che faceva parte del gruppo, la differenza rispetto a visitare un museo da vestiti è che “si può capire meglio che la nudità è sempre esistita e che il proprio corpo non deve essere motivo di vergogna per nessuno”. Un po’ poco e un po’ banale l’assunto.

Ciò non è avvenuto solo in Spagna, perchè un caso similare l’abbiamo trovato anche in Francia dove per visitare una mostra sul corpo lo so è fatto in piena libertà, ovvero nudi. Si è trattato dell’evento “Incarnations, le corps dans la collection du MAC Lyon” presso il Museo d’Arte Contemporanea di Lione. L’evento cui si poteva partecipare al costo di 11 euro, era un’iniziativa della Federazione Naturismo, ma era aperta a tutti. A seguire vi è stato un aperitivo per condividere le impressioni sulle mostre. Per il museo è una prima volta e l’iniziativa ha fatto molto  parlare di sé, anche se vi  era stata  un’esperienza simile nel marzo 2022 – sempre a Lione – presso il centro culturale Sucrière.

La visita alle mostre nudi è solo in certe serate, nelle altre giornate si potrà accedere vestiti.

EDITORS NOTE NUDITY : Nudists are visiting a contemporary art exhibition at the Palais de Tokyo museum in Paris Saturday, May 5, 2018. The museum visit is part of growing efforts by France’s tiny nudist community to encourage acceptance of clothes-free activities, after a nudist restaurant and nudist park opened in the French capital. (Geoffroy Van Der Hasselt/pool photo via AP)

Nonostante per molti essere nudi in mezzo ad un gruppo di sconosciuti possa sembrare imbarazzante e impensabile, più di 200 persone si sono già registrate per la visita e il numero è in continuo aumento, segno di un forte interesse nei confronti dell’iniziativa.

Perché si è deciso di dare via a questo evento? Lo spiega Frédéric Martin, presidente della Federazione Francese di Naturismo di Rhône-Alpes: “È interessante vivere una mostra completamente nudi. Ci ricorda la percezione che abbiamo di noi stessi, senza artifici sociali. Tutte le persone presenti alla Sucrière sono rimaste stupite dalla differenza tra visitare la mostra vestiti o nudi”.

Con questa mostra, il MAC di Lione ha inteso esprimere­ “una sfaccettatura del corpo considerata con un approccio ispirato alla fenomenologia. Allontanarsi dal cogito di René Descartes, il famoso ‘penso, dunque sono’: ‘Essere, essere se stessi, essere il proprio corpo’, è questa concezione incarnata del corpo che sottende i due atti della mostra. Per la Federazione ovviamente si tratta anche di un’ottima “pubblicità” per promuovere l’approccio naturista: “È vero che nel naturismo c’è la nozione di natura, ma è soprattutto l’accettazione del corpo e di se stessi nell’ambiente. Finora siamo rimasti dietro le nostre alte mura per non spaventare la società. Ma finalmente usciamo dalle nostre mura per dire che la filosofia che portiamo avanti è molto buona”.

L’evento francese si  è svelato  nei due atti della mostra,  la prima parte della mostra ha riunito una sessantina di opere, dipinti, sculture e video, la seconda che ha avuto luogo partire da settembre 2023 è stata  intitolata “La pelle è un involucro sottile”. Ha presentato il lavoro artistico di Nathalie Djurberg & Hans Berg e i loro film in stop motion in una scenografia che funge da base per la proiezione delle immagini e che si interroga sugli impulsi dell’essere umano.

La terza sezione, invece, è dedicata a “INTERFEARS”, opera dell’artista danese Jesper Just. Un film di 10 minuti che tratta le emozioni e la realtà di un uomo in una risonanza magnetica.

In Italia ancora nulla di ciò, ma vedrete che prima o poi qualche direttore di museo farà la sua uscita “naturista”.

Carlo Franza

 

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