Aosta, luglio 2024 – All’opera “Gentiluomo a cavallo”, in prestito dalla Camera dei deputati, è stata assegnata la copertina del catalogo della mostra di Marino Marini, aperta fino al 3 novembre 2024, al Forte di Bard a Aosta. La scultura è infatti tra i pezzi più rappresentativi della monografica dal titolo “Arcane fantasie”, organizzata in collaborazione con Sole24Ore Cultura e con il Museo Marino Marini di Firenze. Curata da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, la mostra punta l’attenzione sulle principali fonti di ispirazione di Marini e sui temi ricorrenti della sua ricerca, presentando 23 sculture in tecnica mista e 39 opere su tela e carta. L’opera bronzea di Montecitorio ha dimensioni di 125x156x85 centimetri ed è stata realizzata nel 1937. L’attività dei prestiti di opere d’arte si inserisce nel contesto delle iniziative volte a valorizzare il patrimonio artistico della Camera, a beneficio dei cittadini ed appassionati, e a fini di studio. Funzionale a questo scopo è anche il portale arte.camera.it che consente un viaggio virtuale tra le opere (con relative informazioni) custodite dalla Camera sia a titolo di deposito temporaneo che a titolo di proprietà.

Un mondo di cavalli e cavalieri, antiche divinità, giocolieri e danzatrici sono in scena al Forte di Bard. È il mondo Marino Marini, tra i più significativi protagonisti del Novecento in Italia, quest’anno al centro del programma estivo del museo valdostano. Oltre sessanta opere ne ripercorreranno l’avventura artistica in un progetto in collaborazione con 24 Ore Cultura e il Museo Marino Marini, dal quale arriva gran parte delle opere incluse nel percorso.

L’insieme delle opere, ben 23 sculture e 39 dipinti, e ancora grafiche e  disegni scelti,  per restituire un ritratto completo  dello scultore toscano che cercò nel primordiale, nel primitivo e nell’arcaico la strada per superare la crisi delle avanguardie. Gli apparvero ricolmi di vitalità e di mistero gli Etruschi, le perturbanti figure del circo e le Pomone, in cui l’artista riscoprì la vitalità generativa del mondo femminile e della natura. In questi mondi della storia distanti tra loro ma vicini nello stesso tempo Marini trovò la possibilità di recuperare un tempo perduto e la sacralità dell’arte, con la sua magia e i suoi oscuri legami tra coscienza e inconscio. La mostra ci mostra le ricerche dell’artista, dalla “Piccola danzatrice” olio su tavola del 1927, fino al “Guerriero” del ‘58-‘59, regalando capolavori come la preziosa scultura bronzea “Gentiluomo a cavallo” (1937), in prestito dalla Camera dei Deputati. In primo piano le principali fonti di ispirazione e i temi ricorrenti di Marini, tra ricerca formale e immersione nel sogno e nella fantasia, e naturalmente la sua costante attrazione per il linguaggio figurativo, presente anche nei drammatici esperimenti di scomposizione della forma. La mostra ci fa conoscere meglio un maestro della scultura italiana, l’originalità del suo lavoro, un linguaggio di grande potenza e coerenza che trova la massima espressione nei cavalli e nei cavalieri, i soggetti più conosciuti della sua produzione, trasformati in un libro artistico per capitoli per leggere la realtà e raccontare la condizione umana, la vita, il mondo, la donna, l’amore, la natura. Figure che nel tempo si fanno sempre meno definite e sempre più espressive, fino ad assumere i connotati di metafore scultoree. Dall’inizio alla fine della prolifica carriera di Marini queste opere oggi svelano qualcosa di antico e ancestrale, e soprattutto il legame immortale tra uomo e natura, unitamente alle pulsioni di vita e di morte, al mondo e all’uomo su cui grava anche il dolore e l’angoscia, ma anche l’esuberanza, il dinamismo e l’indomabile energia.

Carlo Franza

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