Martedì 24 settembre la Galleria Richter Fine Art apre la nuova stagione espositiva 2024/2025 con Cosmic Joke, la prima personale in galleria dedicata a Sam Bornstein. In mostra un gruppo di opere realizzate a New York che affrontano temi su cui l’artista si confronta da diverso tempo. Le vignette pittoriche invocano un umorismo trascendentale, facendo riferimento alla vita contemporanea in composizioni narrative inventate, dove l’ordinaria esistenza terrena incontra la sfera del miracoloso. La mostra è visitabile fino all’8 novembre 2024.

Il titolo Cosmic Joke fa riferimento a un idioma, secondo cui v’è un umorismo implicito nell’idea che il cosmo possa apparire come un flusso preordinato di eventi. L’artista, ispirandosi alla teoria del fantastico del filosofo strutturalista Tzvetan Todorov, un genere letterario che indaga l’incertezza tra la credenza e l’incredulità nel soprannaturale, considera ciò come una intersezione, alla pari di un terreno fertile, laddove si possono ampliare i confini e le possibilità rispetto a quanto normalmente avviene in un dipinto.

Piuttosto che affrontare i temi della vita contemporanea o le varie forme di determinismo da una prospettiva realistica, l’artista si concentra su come questi vengano filtrati attraverso l’immaginazione individuale e collettiva. In questo processo, l’immaginario viene liberato da una rigida funzione narrativa, così l’artista interpreta situazioni comunemente banali con un occhio di riguardo verso la sensibilità, l’assurdità e all’arguzia.

Frequentemente i soggetti delle opere di Bornstein sono gruppi di persone impegnate in attività lavorative e ricreative strane e indefinibili, appaiono come immagini mentali e fugaci, intrise di un forte senso ultraterreno e di giocosità. Rispondendo a una logica soggettiva e visionaria, le scene attingono sempre a elementi della vita quotidiana dell’artista, pur mantenendo una complessità narrativa ricca di ambiguità. Sovrapponendo alle immagini pennellate amorfe di colore, in alcuni casi viene mantenuto il senso di una pittura grezza, sbiadita o incompiuta, tant’è che la superficie dei dipinti assomiglia a pagine consunte. Spesso questa texture atmosferica è accentuata dall’uso di una varietà tecnica e mezzi utilizzati al di sotto le velature ad olio: pittura spray, inchiostro, poliuretano, acrilico colato, stencil, gesso colorato e grafite.

Ciò che accomuna le opere in mostra è che esse nascono dalla particolare sensibilità e condizione dell’artista, il quale si è lasciato liberamente influenzare da molteplici interessi, canoni e dall’eclettico melting pot delle sue origini newyorkesi degli anni Novanta. Di conseguenza, le opere attingono anche a questa composita miscela di esperienze culturali, da cui Sam Bornstein ha scelto con sensibilità gli affetti su cui costruire la sua ricerca pittorica, intrecciando miti, archetipi, il senso del bizzarro e del sacro.

La mostra è accompagnata dalla terza edizione del libro d’artista ‘Quaderno’ della Galleria Richter Fine Art, edito da Aniene Publishing di Alessandro Dandini de Sylva. La pubblicazione raccoglie dei disegni inediti dell’artista ad inchiostro su carta, rivelanti la traccia di una mano che lavora in senso diaristico e dialogante con il tempo, diventando altresì strumento per proiettare sogni, idee e narrazioni oniriche.

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Sam Bornstein (1983, New York) vive e lavora a New York. Si è diplomato presso il MFA, Hunter College, 2018 ed il BA, Bard College, New York, 2005. Fra le mostre personali si segnalano: Spiel Room, Charles Moffett Gallery, New York, 2023; Astral Blue, Embajada Gallery, San Juan, Puerto Rico, 2023; Variety Lofts, Charles Moffett Gallery, New York, 2022; Daydream Workshop, Charles Moffett Gallery, New York, 2018-2019. Fra le collettive: Not Too Late, Charles Moffett Gallery, New York, 2024; The Veil, Twelve Ten Gallery, Chicago, 2024; Jorn, Og Nye Kunstner På Vej, Galerie Moderne, Silkeborg, Danimarca, 2023; Fantomas, Salon 8, Amburgo, Germania, 2023; NADA NY and Miami, Charles Moffett Gallery, 2023; Kansas, Salon 8, Amburgo, Germania, 2022; Tamo Aquí (We Here), Embajada, San Juan, Puerto Rico, 2022; Out of Place, Monti8, Latina, Italia, 2022; Brooklyn Bridge, McBride Contemporain, Montreal, Canada, 2022; Transmissions, Underdonk, Brooklyn, New York, 2021; The Neighbors, The Catskills, New York, 2021; Something Reassuringly Hopeless, Bass & Reiner San Francisco, California, 2020; Familiars, George Gallery, Brooklyn, New York, 2020; Quarantine Copy, Kunstverein Miagao, Filippine, 2020; Baby MOMA, At Peace Gallery, Brooklyn, New York, 2020; Pungent Dystopia, Freight & Volume, New York, 2020; Purple, Underdonk, Brooklyn, New York, 2020. MECA Art Fair, Embajada, San Juan Puerto Rico, 2019; Original Copy, Alta, Malmö, Svezia, 2019; Think In Pictures, Amelchenko, 32 Orchard Street, New York, 2019; The Joke Is On You, Embajada, San Juan, Puerto Rico, 2019; Group Exhibition, Contra Gallery, Zagabria, Croazia, 2018; Sommer Udstilling, Galerie Moderne Silkeborg, Silkeborg, Danimarca, 2018; Ærø Kunsthal Museum of Modern Art, Ærø, Danimarca, 2018; Bathers, Bass & Reiner, San Francisco, California, 2018; Points of Light in a Nocturnal World, Metro Pictures Project Space at 7Herkimer Place, New York, 2018; A World of People, Underdonk, Brooklyn, New York, 2018; Fugue, Honey Ramka, Brooklyn, New York, 2018; Hunter College MFA Exhibition, 205 Hudson Street Gallery, New York, 2017; Everything You’ve Ever Wanted, Agency, New York, 2017; American Visual Art, Marina Tsvetaeva Museum, Mosca, 2013; Dürer’s Rhinoceros, LeRoy Neiman Gallery at Columbia University, New York, 2010; Artist’s Choice, Lohin Geduld, New York, 2009. Tra le opere in collezioni pubbliche: Ærø Kunsthal Museum of Modern Art, Ærø, Danimarca; Marina Tsvetaeva Museum, Mosca.

Carlo Franza

 

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