“Walter Albini. Il talento, lo stilista” è il risultato di un intenso lavoro di studio e ricerca condotto dal Museo sull’intera vicenda professionale di Albini, assoluto protagonista della moda italiana tra la fine degli anni Sessanta e i primi Ottanta del Novecento.  La mostra è visitabile al Museo del Tessuto di Prato  fino al 30 novembre 2024.

L’attività di ricerca che sta alla base del progetto espositivo e del catalogo che lo accompagna nasce in seguito a una cospicua donazione che il Museo ha ricevuto a più riprese tra il 2014 e il 2016: un ricco fondo di bijou, bozzetti, disegni, fotografie, documenti, libri, appartenuti proprio a Walter Albini, che documentano la grande capacità creativa e progettuale di questo straordinario creatore di moda, dal periodo giovanile (1959) fino alla sua scomparsa (1983).

Questo fondo archivistico, finora del tutto inedito, testimonia puntualmente il percorso professionale di Albini: la prima attività come illustratore di riviste di moda, i lavori per Krizia, Baldini e per i brand che hanno sfilato in Sala Bianca a Firenze, fino alla creazione del proprio marchio e oltre.

Alla ricognizione complessiva dei materiali confluiti nelle collezioni del Museo si è affiancata la ricerca presso altri corposi fondi e archivi, sia pubblici che privati, tra i quali spicca quello detenuto dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma e l’Archivio storico Camera Nazionale della Moda Italiana conservato presso l’Università Bocconi. Questo puntuale lavoro di studio ha portato a una rilettura complessiva dell’intero percorso professionale di Albini e ha delineato un ritratto molto più preciso e in molti casi sconosciuto dello stilista.

La mostra si snoda in tutti gli spazi del museo su una superficie di oltre 1.000 metri quadrati e, parallelamente alla carriera da stilista, approfondisce anche altri aspetti dell’estro creativo di Albini, come la passione per il teatro, per il cinema e per il design di interni.
In esposizione oltre 100 pezzi tra accessori e bijou, più di 100 abiti maschili e femminili, da giorno e da sera, casual ed eleganti, oltre a tessuti, fotografie, disegni e prove di stampa.

Nella sala delle collezioni storiche al piano terra sono ripercorsi gli anni della formazione, dagli esordi come disegnatore per riviste di settore alle collezioni unitarie, passando per le collaborazioni con Baldini, Krizia, Billy Ballo, Cadette, Paola Signorini, Princess Luciana, Glans, Annaspina, Cole of California, Ideacomo, Montedoro, Diamant’s, Misterfox, Sportfox, Basile, Callaghan, Escargot (dal 1959 al 1972).

Al piano superiore, vengono presentate le creazioni a marchio WA presentate a Londra, Venezia e Roma tra il 1973 e il 1974, e capi della seconda linea Misterfox.
Infine, nell’ultima sala espositiva del primo piano trovano spazio gli anni da 1975 al 1983 con l’Alta Moda, le collezioni realizzate in collaborazione con Trell, Mario Ferrari, Lanerossi e Lane Grawitz.

L’allestimento è stato curato da Guicciardini&Magni Architetti, importante studio di Architettura con sede a Firenze che, a partire dal 1990, ha collaborato con oltre 50 musei e 80 mostre temporanee in Italia e all’estero, in collaborazione con Arianna Sarti, responsabile allestimenti del Museo.

La mostra inaugura la programmazione culturale della Fondazione per l’anno 2024 e conferma ancora una volta l’importante ruolo del Museo del Tessuto di Prato nella valorizzazione del patrimonio tessile e moda italiano.

Il museo. Il Museo del Tessuto di Prato è una delle istituzioni culturali permanenti più attive in Italia per lo studio, la conservazione e la valorizzazione del tessuto e della moda antichi e contemporanei. Rappresenta inoltre la memoria storica e l’interfaccia culturale del distretto tessile di Prato, una realtà che affonda le proprie origini nel Medioevo e che si attesta ancora oggi come una delle più importanti in Europa
Il Museo nasce nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Statale Tullio Buzzi (scuola fondata nel 1886 come Regia Scuola per le Industrie Tessili e Tintorie che forma da allora i tecnici dell’industria locale) come istituzione di recupero della memoria produttiva locale e di supporto alla formazione nel settore della progettazione tessile.

Nel 1997 il Museo viene collocato temporaneamente presso il Palazzo Comunale, mentre nel 2003 viene inaugurata la sede definitiva negli ambienti restaurati della ex fabbrica Campolmi, un complesso architettonico di 8.500 mq risalente alla fine dell’Ottocento collocato all’interno delle mura medievali, vero e proprio monumento di archeologia industriale. Il complesso è stato acquisito e restaurato dal Comune di Prato per trasformarlo in un importante polo culturale cittadino, come sede del Museo (dal 2003) e della Biblioteca Lazzerini (dal 2009).

Il Museo è gestito dalla Fondazione Museo del Tessuto con soci fondatori il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio di Prato e soci sostenitori la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Estra spa e Saperi srl. Le attività sono inoltre sostenute dal Ministero della Cultura, Regione Toscana e da un gruppo di oltre 35 aziende del distretto tessile e non denominate Textile Lovers.

Il patrimonio del Museo è costituito da beni di produzione artistica, manifatturiera ed industriale di grandissimo interesse, che storicamente hanno origini molto varie, appartengono ad epoche differenti e a varie categorie di materiali. Si tratta di nuclei collezionistici che raggruppano beni molto eterogenei per provenienza e per tipologia e che fanno del Museo un contenitore culturale per la valorizzazione e conservazione dell’arte tessile in tutte le sue espressioni. La collezione raccoglie migliaia di tessuti, abiti e accessori provenienti dall’Italia, dall’Europa e dagli altri continenti che si arricchisce continuamente grazie ad un incessante flusso di donazioni. Il fondo di tessuti italiani rinascimentali è tra i più importanti del mondo. Le produzioni locali sono rappresentate da macchinari ed esemplari tessili che dalla seconda metà dell’Ottocento giungono fino ai giorni nostri. Accanto alle collezioni tessili è in continua crescita il patrimonio di abiti e accessori moda.

Nel 2021 è nata la Textile Library, un archivio unico e straordinario nel suo genere in continuo aggiornamento, esclusivamente dedicato ai materiali tessili contemporanei: non solo tessuti, ma anche fibre, filati, accessori e materiali per la moda, suddivisi in sezioni tematiche, provenienti direttamente da aziende leader internazionali di ogni settore, ma anche da start up e da centri di ricerca. L’archivio – che ha ormai raggiunto oltre 1200 campioni – è a disposizione di designer, professionisti del settore moda e tessile e della formazione specializzata, studenti e aziende.

La superficie espositiva del Museo è articolata in 6 grandi aree tematiche. La visita si apre con lo spettacolare locale caldaia della fabbrica, per poi proseguire con la sala dedicata all’esposizione delle collezioni storiche; da qui si arriva all’area materiali e processi che illustra le fibre tessili e il processo di lavorazione. La sala Prato Città Tessile è dedicata alle tappe più importanti della vicenda produttiva del territorio, mentre una coinvolgente installazione audiovisiva – attraverso oggetti simbolici, filmati storici ed immagini contemporanee – racconta la storia più recente della città, con le sue trasformazioni sociali ed i suoi cambiamenti produttivi. Conclude il percorso la grande sala mostre temporanee.

Il Museo è un punto di riferimento in campo educativo per le scuole di indirizzo tessile e moda, e in generale per le scuole di ogni ordine e grado. Le attività educative hanno raggiunto lo scorso anno oltre 3.800 studenti. La programmazione di attività laboratoriali per il pubblico delle famiglie ha visto la partecipazione nel solo 2022 di oltre 800 persone. La missione educativa del Museo coinvolge anche i pubblici con disabilità, che vengono inclusi nell’audience della programmazione museale attraverso proposte mirate.

Il Museo partecipa inoltre da molti anni alla progettazione e allo sviluppo di progetti di cooperazione finanziati nell’ambito di diversi programmi dell’Unione Europea, in partnership con istituzioni culturali, musei, università, centri di ricerca e aziende italiane ed europee. A partire dall’anno 2004, il Museo ha collaborato con 84 partner in 23 paesi d’Europa e dell’area mediterranea.

Negli ultimi anni si è intensificata l’organizzazione di mostre temporanee caratterizzate da un obiettivo unidirezionale: valorizzare la cultura del tessuto, del costume e della moda antiche e contemporanee. Tra le più significative e recenti si ricordano: La camicia bianca di Gianfranco Ferré in collaborazione con l’omonima Fondazione (2014-15). Tra Arte e Moda in sinergia con il Museo Ferragamo di Firenze (2016-17). Il Capriccio e la Ragione in collaborazione con la Galleria degli Uffizi (2017-18) Marie Antoinette. I costumi di una regina da oscar in collaborazione con la Sartoria The One (2018) Leonardo da Vinci, l’Ingegno, il Tessuto in collaborazione con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e il Museo Leonardiano di Vinci (2018) Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini, dal film di Matteo Garrone in collaborazione con il costumista Massimo Cantini Parrini (2019/2020) Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba in collaborazione con il Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Firenze (2021) Mr & Mrs Clark. Ossie Clark and Celia Birtwell | Fashion and Prints 1965-74 in collaborazione con la Fondazione Sozzani (2022) Kimono. Riflessi d’Arte tra Giappone e Occidente in collaborazione con Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia (2023).

Carlo Franza

 

 

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