Dep Art Gallery presenta la mostra “Pino Pinelli. Si può essere poeti con una sola parola. La pittura dagli anni Settanta a oggi”, curata da Federico Sardella, pensata con l’artista e realizzata in collaborazione con l’Archivio Pino Pinelli. La mostra è visitabile fino al 25 gennaio 2025.

Con questa mostra, Dep Art Gallery, a distanza di dieci anni dalla prima esposizione dedicata all’artista, rende omaggio a Pino Pinelli, scomparso il 30 aprile 2024, all’età di 86 anni. La rassegna ripercorre l’evoluzione del suo percorso artistico, dalle prime sperimentazioni monocrome degli anni Settanta, al celebre “rettangolo spezzato” che ha segnato la svolta principale nella sua indagine, sino alle grandi disseminazioni e ai lavori più recenti, alcuni dei quali mai presentati.

Pino Pinelli ha dedicato oltre cinquant’anni anni di ricerca alla pittura e al colore, esplorandone le possibilità, le declinazioni e le potenzialità, senza mai discostarsi dall’intuizione originaria e dando vita a un metodo le cui premesse di analiticità non sono mai venute meno.

Da sempre descritto e incluso in quella tendenza definita da Filiberto Menna come “Pittura analitica”, il suo lavoro, seppur evidentemente legato al dipingere più tradizionale, sconfina in un ambito che riguarda anche il rilievo e di conseguenza la tridimensionalità, tanto che i suoi elaborati appaiono in qualità di frammenti di una infinita tavolozza, magmatica e pulsante.

Come sostenuto dall’artista stesso: “Il mio lavoro è composto da più elementi: il senso è molteplice, in quanto nel lavoro è presente un problema di gradienza – ossia di lenta trasformazione del dato iniziale (colore) -; un problema di interazione con il muro (destinatario passivo), per una relazione totale; un problema di tattilità – trasgressione del materiale (tela non preparata che tradisce la tela stessa, si trasforma); la poetica dei materiali – le opere sono di proporzioni ridotte, pura intenzionalità; tento un riempimento visivo dell’intenzionalità.”

In occasione della mostra sarà pubblicato un volume bilingue (italiano e inglese) i cui contenuti sono stati valutati e concordati con l’artista stesso nelle settimane antecedenti la sua scomparsa. Oltre il saggio di Federico Sardella, che colloca l’opera dell’artista nella contemporaneità, attraverso una serie di suggestioni e analogie formali, sono previsti un approfondimento di Sara Uboldi, che propone una lettura inedita dell’opera attraverso la neuroestetica, e un contributo di Lorenzo Madaro dedicato alla produzione in ceramica.

Il libro è ulteriormente arricchito da una conversazione tra Pino Pinelli, Federico Sardella e Antonio Addamiano, raccolta e registrata presso l’abitazione dell’artista, e un dialogo con Alessandra Pinelli incentrato sulla storia dell’archivio e sulle modalità operative. La pubblicazione racconta oltre dieci anni di assidua collaborazione tra Pino Pinelli, Antonio Addamiano e Dep Art Gallery, presentando inoltre i grandi eventi proposti in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, quali Palazzo Reale e le Gallerie d’Italia a Milano e il MAMM a Mosca.

Carlo Franza

 

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