Saverio Barbaro gli esordi di un maestro. Per i cento anni della nascita la mostra a Villa Brandolini a Pieve di Soligo
(Venezia, 30 settembre 2024) – La città di Pieve di Soligo, celebra i 100 anni dell’artista Saverio Barbaro, ospitando a Villa Brandolini, dal 5 ottobre al 10 novembre, la mostra personale Saverio Barbaro – Gli esordi di un maestro a cura di Marco Dolfin. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Saverio Barbaro in stretta collaborazione e con il sostegno del Comune di Pieve di Soligo ed è la quarta tappa delle celebrazioni che la Fondazione Barbaro ha voluto dedicare al poliedrico artista, tornando in un luogo significativo, il prestigioso contesto di Villa Brandolini, dove Barbaro aveva già tenuto due mostre personali nel 2010 e nel 2015.
Tema della mostra, è la produzione pittorica giovanile di Saverio Barbaro, dalla fine degli anni Quaranta agli inizi degli anni Sessanta. L’esposizione proporrà 70 opere, per la maggior parte olii ma anche disegni su carta e acqueforti, che racconteranno gli esordi pittorici di Barbaro, quadri originali caratterizzati da un tratto significativo per colori e soggetti, meno conosciuti al pubblico rispetto alla ben più nota produzione successiva.
“È un onore per la Città di Pieve di Soligo esporre ancora una volta le opere di Saverio Barbaro in Villa Brandolini.” commenta l’Assessore alla Cultura, del Comune Pieve di Soligo, Eleonora Sech. “Questa volta l’esposizione racconta gli esordi pittorici del maestro, ed è caratterizzata da opere meno note al pubblico, realizzate tra la fine degli anni quaranta e primi anni cinquanta. La mostra vuole essere un’opportunità anche per le scuole e i ragazzi del territorio, che potranno vivere un’esperienza educativa fondata sull’arte”.
“Per celebrare i 100 anni del maestro abbiamo voluto organizzare delle mostre in dei luoghi significativi, e Villa Brandolini rappresenta un luogo importante per Saverio Barbaro” – sottolinea Roberto Bertuzzi, Presidente della Fondazione Saverio Barbaro. “La Fondazione quest’anno si è posta l’obiettivo di valorizzare e rendere visibile al grande pubblico un patrimonio di oltre 2.000 opere d’arte, tra dipinti, disegni, sculture, incisioni, ceramiche che costituiscono gran parte dell’intera produzione artistica del maestro Barbaro dagli anni giovanili fino alle ultime creazioni realizzate pochi giorni prima della morte nella sua casa di Montorio Veronese, opere che scandiscono un percorso ricco di sorprese, che restituisce una creatività in perenne movimento”.
“In questo anno di celebrazioni del centenario della nascita di Saverio Barbaro, abbiamo sentito la necessità di mettere in luce, dopo la prima mostra dedicata al filone orientalista della sua pittura, anche altri aspetti meno noti al grande pubblico della sua arte. Tra questi, la sua interessante e quasi inedita serie di manufatti in ceramica, presentati in un’apposita mostra veneziana, e ora, motivo di questa approfondita esposizione, la sua produzione pittorica giovanile dagli esordi. È la prima volta che viene realizzata una mostra incentrata sul primo periodo pittorico di Barbaro, in quanto, quando il maestro era in vita, teneva a valorizzare quasi esclusivamente le sue più recenti creazioni”. – spiega Marco Dolfin, curatore della mostra e Direttore artistico della Fondazione Saverio Barbaro. “Saverio Barbaro alla fine degli anni Quaranta e nei primi anni Cinquanta sembra avere come riferimento la pittura di Gino Rossi e della Scuola di Burano. Nel corso degli anni Cinquanta abbandonerà questo stile e grazie ai numerosi viaggi di formazione all’estero appronterà un nuovo modo di dipingere dalla più spiccata impronta personale. La mostra di Villa Brandolini presenterà alcune delle opere più significative di Barbaro che hanno coinciso con viaggi di formazione per lui importanti: la Francia con la Bretagna e Parigi, l’Olanda con Amsterdam e Zaandam, la Spagna con Madrid. Più rara in questi anni di esordio, è la produzione di ritratti, e totalmente inediti sono quelli che verranno presentati in questa occasione”. – spiega e conclude Marco Dolfin.
Le celebrazioni del centenario proseguiranno poi a Venezia, dal 29 novembre al 6 gennaio 2025, a Palazzetto Tito, sede della Fondazione Bevilacqua La Masa, dove si terrà una mostra antologica in un altro luogo particolarmente significativo per l’artista, la sede che vide il suo esordio nel 1948.
Saverio Barbaro. Nato a Venezia nel 1924 e morto a Verona l’8 dicembre 2020, ha seguito gli studi classici e ha esordito nel 1948 alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia dove nel 1950 tiene la sua prima personale presentata da Guido Perocco, che poi replica, nello stesso anno, alla Galleria Gian Ferrari di Milano. Nel 1950 ottiene il premio “Fondazione Omero Soppelsa” per un giovane artista alla XXV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia per il quadro “Giardino Armeno”. Nel 1951 partecipa, su invito, alla VI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Sarà nuovamente invitato nel 1955 e 1959. Nel 1952 soggiorna a Parigi grazie a una borsa di studio del Governo Francese per le Beaux Arts. Il tempo di studio e lavoro viene prolungato fino al 1960, alternato con ritorni a Venezia e viaggi in Svizzera, Germania, Belgio e Olanda dove approfondisce la pittura nordica e l’espressionismo. All’edizione del Premio Burano del 1951 vince il premio “Gazzettino” per “Giardino a Torcello”. Invitato alla XXVIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1956, ottiene il premio della Presidenza della Biennale. Nell’edizione del 1958 il premio della Fondazione Tursi. La cultura mediterranea e del medio oriente attrae particolarmente l’artista che, dopo un periodo in Spagna (1958), si reca in Marocco, Tunisia e Algeria (1964), portandolo a conoscere e a partecipare con impegno etico ed estetico ad alcuni aspetti della cultura arabo-islamica, che tanta parte ha nella sua tematica pittorica. Tra le più significative mostre personali, oltre a quelle del 1950 a Venezia e Milano, sono da annoverare nel 1956 la mostra alla Galleria Strozzina di Firenze e alla Galleria delle Ore di Milano con presentazione di Giuseppe Mazzariol. Nel 1962 alla Martin’s Gallery di Londra, presentato da Pietro Zampetti, nel 1965 alla Traghetto di Venezia mentre nel 1966 viene invitato a tenere una personale negli spazi della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Nel 1968 alla Circe Gallery di Londra; nel 1969 nuovamente alla Gian Ferrari di Milano. Nel 1979 espone alla Deutschlandhalle di Berlino presentato da Guido Perocco. Nel 1985 “Saverio Barbaro: Opere dal 1947 al 1985”, Milano Palazzo della Permanente; in quell’occasione Carla Fracci e Jorghe Jancu dedicano uno spettacolo all’artista. Nel 1987 mostre personali al Palazzo del Municipio di Ronneby (Svezia) e all’Istituto Italiano di Stoccolma. Nello stesso anno gli viene reso omaggio con una antologica al Museo di Castel Sant’Angelo a Roma e a Macerata nelle sale della Pinacoteca Comunale. Ottiene, sempre nel 1987, il Premio del “Centenario del Gazzettino” per un artista veneto. Nel 1996 è presente con una sua mostra all’Istituto Italiano di cultura di Strasburgo e poi in quello della Tunisia. Nel 1998 Casa dei Carraresi, Treviso, mostra antologica a cura di Marco Goldin. Nel 2001, Istituto Italiano di Cultura, Amburgo. Nel 2002 “Sculture e grandi disegni”, Museo Nazionale Villa Pisani di Stra, poi allestita nel 2006 nel Castello Slovenska Bistrika in Slovenia. Nel 2007 a Palazzo Visconti di Brignano Gera d’Adda (Bergamo), nel 2008 “Olii e sculture” alla Kulturhaus di Regenstauf, Germania, e nel 2009 “Saverio Barbaro – Grandi disegni” all’Istituto di Cultura di Amburgo. È invitato inoltre alla mostra “Pittura d’Italia”, a cura di Marco Goldin, Castel Sismondo, Rimini, e nel 2010 “Nel paesaggio. Dalle Dolomiti a Venezia nel secondo Novecento”, a cura di Dino Marangon, Villa Brandolini, Pieve di Soligo – Treviso. Nel 2011 nasce la “Fondazione Saverio Barbaro” con sede a Verona. Espone a Palazzo Ducale di Venezia: “Saverio Barbaro, sculture e disegni dall’Oriente a Venezia”, presentato da Renata Codello e Giovanni Curatola. Nel 2012 la Regione del Veneto, con il contributo del Gruppo Euromobil, promuove a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta (Pd) una mostra antologica con opere dal 1949 al 2011, a cura di Michele Beraldo. L’anno successivo “Retrospektive 1949-2012” è organizzata al Municipio di Stoccarda dall’Istituto Italiano di Cultura con testi in catalogo di Adriana Cuffaro, Heinz Spielmann e Giovanni Curatola. Nel 2014 espone all’Istituto Italiano di Cultura di Wolfsburg, “Olii e ceramiche”, a cura di Ottimo Fiore e viene realizzata per la prima volta una mostra antologica di Grafica dal 1955 al 2007 alla Stamperia d’Arte Busato a Vicenza. Nel corso del 2015 è invitato ad esporre con una mostra antologica nelle sale di Villa Brandolini a Pieve di Soligo. L’ultima mostra si è tenuta a dicembre 2019 a Treviso, a Palazzo Ca’ Robegan, con il patrocinio del comune di Treviso, e dei Musei Civici di Treviso, denominata “Antologia di disegni”, a cura del professore Giovanni Curatola.
Carlo Franza