In occasione del Monza Photo Fest, LeoGalleries propone la mostra “Fotografia d’avanguardia. Bragaglia, Drtikol, Vetrovsky”, a cura di Maurizio Scudiero.

Una selezione di scatti realizzati tra gli anni Dieci e gli anni Trenta del Novecento che dimostrano come le scoperte più sperimentali in campo fotografico procedessero di pari passo (in alcuni casi, anzi anticipando) con le parallele ricerche pittoriche e scultoree portate avanti dai movimenti d’avanguardia.

Ne è un esempio Anton Giulio Bragaglia, autore nel 1911 del saggio Fotodinamismo futurista, molto vicino alle idee di Marinetti (ma osteggiato apertamente da Boccioni), che ha introdotto il concetto di movimento nel fotogramma con l’intenzione di eliminare la fissità della riproduzione tradizionale. In mostra una autentica Fotodinamica e alcune Cartoline (fotolitografie) futuriste.

Con Drtikol, e in seguito con il suo più importante allievo Vetrovsky, lo scenario è quello della Cecoslovacchia a cavallo tra anni Venti e Trenta, e le influenze sono quelle del Futurismo e del Cubismo assorbite da Drtikol durante il suo soggiorno a Parigi.

La loro ricerca si basa sul rapporto tra corpo nudo e forme geometriche. Le inquadrature mettono in relazione gli elementi solidi (corpi e forme) con uno spazio neutro attraverso uno studiato gioco di ombre prodotte dagli stessi.

Il giorno dell’inaugurazione vi è stata  la presentazione di Maurizio Scudiero, curatore della mostra, che approfondirà vari aspetti della ricerca fotografica di inizio Novecento.

Anton Giulio Bragaglia (1890-1960) inizia a lavorare come aiuto regista. Con i fratelli Arturo e Carlo Ludovico si dedica alla sperimentazione di tecniche fotografiche e cinefotografiche, concentrandosi soprattutto sulla fotodinamica, cioè il “rendere visibile il concetto di movimento”. Le fotodinamiche sembrano foto mosse, ma in realtà scandiscono la varie posizioni di un corpo che si muove nello spazio. In ciò hanno anticipato le ricerche sul movimento dei futuristi e per questo si misero “in croce” con Boccioni. Nel 1911 Bragaglia pubblicò il libro rivoluzionario Fotodinamismo futurista, che vide poi altre due edizioni. Nel 1917 realizzò 4 film: un “corto” (Un dramma nell’Olimpo), Thaïs, Il mio cadavere e Perfido incanto dei quali solo Thaïs è sopravvissuto. Si tratta per tutte di opere di impronta futurista, in cui spiccano le scenografie d’avanguardia di Enrico Prampolini. Nel 1918 fondò e diresse per moilti anni la Casa d’Arte Bragaglia e nel 1922 aprì il Teatro Sperimentale degli Indipendenti che divenne un punto di riferimento per le avanguardie italiane, mettendo in scena il meglio della drammaturgia internazionale contemporanea.

Frantisek Drtikol (1883-1961), dopo gli studi a Monaco apre un laboratorio fotografico a Praga, realizzando i ritratti delle personalità dell’epoca. Il suo nome resta però legato ai numerosi studi di nudo nei quali realizza inediti rapporti dinamici tra il corpo, gli elementi geometrici e le ombre da essi prodotti, suggerendo il senso del movimento ricercato dalle avanguardie, come il Futurismo. Le sue foto sono uniche nel panorama della foto d’avanguardia dell’epoca e furono oggetto anche di studi e monografie da parte del MIT di Harvard. Spesso copie uniche o tirate al massimo in poche copie sono rarissime anche in patria. Con i primi anni Venti a Drtikol si affiancò un allievo, Josef Vetrovsky (1897-1944), che nella seconda metà degli anni Venti produsse anche una propria linea di foto in sintonia con Drtikol, ma spesso ancora più interessanti nella ricerca dei rapporti nudo-volumi geometrici. Gran parte delle lastre fotografiche ddello studio andarono distrutte durante la guerra, e le poche foto originali dell’epoca sono sempre contrassegnate con i rispettivi marchi a secco (in rilievo) dei due fotografi.

Carlo Franza

 

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