Fernando Garbellotto il pittore dei frattali che esplora lo spazio e lo racconta. La mostra alla Rocca di Umbertide
Una significativa mostra personale di Fernando Garbellotto, cattura subito l’attenzione degli specialisti del settore, per il fatto che indaga le ricerche dell’artista veneto a partire dalle opere degli anni ’90 sino alle più attuali. Nei suggestivi spazi medioevali della Rocca – Centro per l’Arte Contemporanea di Umbertide (PG) si tiene fino al 27 ottobre 2024 un’importante rassegna personale di Fernando Garbellotto, che indaga le ricerche dell’artista veneto a partire dalle opere degli anni ’90 sino alle più attuali, concentrandosi sugli aspetti estetici e formali delle sue rappresentazioni. L’esposizione offre al pubblico una rassegna completa dell’opera di Garbellotto che sa unire, nella sintesi di contenuto e forma -fondamento dell’arte come voleva la sempre valida teoria estetica crociana- scienza ed arte come pochi nell’arte contemporanea.
La mostra, organizzata dall’Amministrazione del Comune di Umbertide, inaugurata alla presenza del Sindaco Luca Carizia e della Vicesindaco e Assessore alla Cultura Annalisa Mierla, del curatore Giorgio Bonomi e dell’artista. Sono esposte circa 40 opere con una suddivisione metodologica che vedrà, negli affascinanti sotterranei che conservano le pareti in pietra, un’installazione di numerose “Reti frattali” opere libere, senza telaio, che penderanno dal soffitto in sequenza, in modo che il pubblico, in una sorta di “arte partecipata”, possa passare attraverso di esse, sentendosi, per un verso, irretito e, per un altro, libero.
Nelle due sale del primo piano saranno esposti “Frattali di terra” in una, e i “Frattali d’aria” nell’altra, opere degli anni ’90 nate con l’intento di descrivere, in una dimensione di scala frattale molto piccola, il mondo che ci circonda, quello aereo e quello terrestre. Al secondo piano saranno ospitate le opere che rappresentano il punto di sintesi della ricerca degli ultimi vent’anni ovvero le “Rete frattali”, complessi lavori, realizzati a partire dai primi anni del 2000, concepiti come veri e propri sistemi che traggono la loro forza non dai singoli elementi ma dall’interazione tra essi: nella prima sala quelle monocrome montate su telaio che creeranno alle pareti una potente sinfonia di colori, con un incalzante ritmo “musicale” e, nella seconda, le “Reti Frattali FLUO”, una serie di opere di dimensioni più piccole, inserite in teche di plexiglas, tutte realizzate nel 2023, che si distingue, rispetto alle precedenti, per la scelta, dei colori – molto accesi, dalle tonalità vibranti e forti e talvolta fluorescenti – e per la composizione caratterizzata dall’accostamento di più telai affiancati e talora inseriti in altri sistemi autonomi ognuno con il proprio intreccio di reti che, tutti insieme, danno vita al lavoro compiuto. Garbellotto è noto per essere il pittore dei frattali, infatti questa figura geometrica, scoperta non molti anni fa (nel 1975 da Benoît Mandelbrot), costituisce il contenuto “scientifico” delle sue opere. Non a caso, oltre al termine/concetto “frattale”, anche “nodo” e “rete” (termini per descrivere la concretezza delle opere dell’artista) appartengono al campo delle scienze. L’artista compone il suo lavoro annodando strisce di tela pittorica che si ripetono costantemente in maniera simile a quanto avviene nei frattali creando una trama di interrelazioni, la rete, punto di arrivo del passaggio dall’insieme al sistema. Nelle sue opere la tela non è più supporto pittorico ma, tagliata e riassemblata, diventa lo strumento per tessere e dar corpo alla complessità della natura. Nella realizzazione dei nodi trasferisce energia alla materia facendola diventare sistema. Ora, i frattali sono i contenuti ma, dato che siamo nei territori dell’arte visiva, va sottolineato che Garbellotto è “artista”, è “pittore” nel senso pieno del termine, quindi esprime i suoi concetti in una forma artistica assai alta, sia per la capacità tecnica nella composizione e nel dipingere sia per uno stile suo proprio e del tutto contemporaneo, per esempio nell’uso della monocromia, della tendenza alla “riduzione” che, nel tempo, lo porta ad una costruzione rigorosamente ortogonale.
Fernando Garbellotto (Portogruaro,1955) vive e lavora tra Milano e Portogruaro. La sua ricerca artistica, iniziata dopo gli studi umanistici e la laurea in Giurisprudenza, si sviluppa nell’ambito veneziano e prende una svolta alla fine degli anni ’80 quando, affascinato dalle teorie di Mandelbrot sulle geometrie frattali, traccia un nuovo campo di ricerca che prosegue tuttora. Nella prima metà degli anni ‘90 espone in varie gallerie pubbliche e spazi privati nazionali. Nel 1997 fonda a Milano con altri artisti il movimento “Caos Italiano” col quale espone in molti spazi pubblici italiani ed esteri tra i quali il Museo Statale di Novosibirsk che acquisisce due suoi lavori. Nel 2005 Paolo Cardazzo realizza una sua monografia edita dal Cavallino di Venezia.
Nel 2006 giunge all’elaborazione di ciò che egli stesso definisce il punto di sintesi della sua ricerca: le “Reti Frattali”. Intensa l’attività espositiva: all’Accademia di Belle Arti di Ripetta a Roma, al Museo Civico di Albona in Croazia, allo Spazio Thetis di Venezia, alla Fondazione Calderara di Vacciago. Nel periodo che intercorre tra le due importanti antologiche di Palazzo Tornielli ad Ameno nel 2009 e di Palazzo Crepadona a Belluno nel 2012, sono da segnalare, nel 2011, la video performance alla Peggy Guggenheim di Venezia, la partecipazione, nel Padiglione Italia, alla Biennale di Venezia, la presenza alla mostra “Tra – Edge of Becoming”, curata da Axel Vervoordt ed infine la partecipazione alla Mostra del Cinema di Venezia con il video “Fractal Net Singing”, la cui colonna sonora viene realizzata da Renato Miani e dalla pop star Elisa.
Nel 2014 realizza a Londra, in collaborazione con la prestigiosa MET School, il video: “Fractal Net Dancing”. Tra il 2017 ed il 2019 espone a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, alla Galleria TAG di Lugano e, presentato da Giovanni Bianchi, ai Musei Civici di Treviso nella mostra “Lo Spazio come Condizione – Mario Deluigi, Fernando Garbellotto” che lo vede affiancato al grande maestro, suo riferimento teorico e fonte di ispirazione.
Nel 2020 infine espone le sue reti frattali alla Fondazione Cesare Pavese di S. Stefano Belbo e nel 2021 due importanti personali, la prima al Museo Federico II di Jesi curata da Fabrizio Renzi, la seconda al MACA di Acri. Nella primavera del 2022 presenta una mostra personale a Milano, Palazzo del Senato e quindi al Museo di Liptovsky Mikulas in Slovacchia. Nell’autunno dello stesso anno un’altra personale alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia. Nell’aprile 2023 la Fondazione Giovani Leoni ETS lo invita ad esporre nella Barchessa di Villa XXV aprile a Mirano e in settembre è alla Fabbrica del Vapore di Milano con la personale FLUO. Sempre a Milano, nel periodo novembre ’23, gennaio ’24 tiene una mostra personale alla Fondazione MudiMa.
Il 2024 si apre con l’importante progetto Shelter Island, realizzato con Luca Pozzi, presentato al Museo M9 e allestito nei due spazi di Venezia e Mestre della Marina Bastianello Gallery. Nell’estate dello stesso anno viene invitato ad esporre una serie di Reti Frattali nella nuova sede di Generali Italia, nei prestigiosi spazi delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia. A fine settembre espone alla Rocca di Umbertide nella mostra Estetica e Geometria.
Carlo Franza