Da qualche tempo nell’arte si parla di nuovi rivoli, di nuovi linguaggi, vale a dire dell’interactive art e dell’arte performativa. Dell’arte performativa ci siamo già ampiamente interessati, dell’interactive art occorre dire senza mezze misure che la fusione di luci, suono, nuove tecnologie e realtà aumentata, altro non è che intreccio delle arti, che non è beninteso un linguaggio nuovissimo, perché in tal senso si erano già mossi i futuristi. Naturalmente anche in questo linguaggio oggi notiamo nuovi innesti, novelle fiamme.

Dall’Area15 di Las Vegas fino alle creazioni di teamLab in Asia, passando per l’Atelier des Lumieres di Parigi, il modo di fare arte si sta rivoluzionando grazie all’interattività. Onda Studio, realtà italiana specializzata nell’ideazione di installazioni audiovisive immersive, dopo il successo internazionale del Kernel Festival, inaugura una nuova iniziativa, che vuole invitare a riflettere su come la tecnologia ci influenzi e condizioni, distraendoci continuamente dal mondo che ci circonda. Appuntamento dal 28 novembre al 14 dicembre 2024 allo Spazio Milesi. Il direttore artistico Marcello Arosio (Onda Studio): “La nuova frontiera dell’arte? Quella che «obbliga» il visitatore a fare parte di ciò che osserva”.

 Quello della “interactive art” è un trend internazionale che, da Area15 a Las Vegas fino all’Atelier des Lumieres a Parigi, passando per le creazioni di teamLab, il gruppo globale di artisti digitali fondato da Toshiyuki Inoko, a Tokyo, Shanghai e Jeddah, sta rivoluzionando il modo di fare arte e, allo stesso tempo, intrattenimento, fondendo insieme luci, suono, nuove tecnologie e realtà aumentata. Una tendenza che, ora, si allarga anche in Italia con una mostra, interattiva, che invita chi vi partecipa a prendere coscienza della relazione dell’uomo con la tecnologia e del suo ruolo nel definire le azioni di ciascuno e le relazioni tra l’individuo, la sua comunità e il mondo in cui vive. Si chiama “Superconnection” e avrà luogo allo Spazio Milesi di Milano, dal 28 novembre al 14 dicembre, sotto la direzione artistica di Marcello Arosio, fondatore di Onda Studio (ondastudio.art), realtà italiana specializzata nell’ideazione e nella creazione di installazioni audiovisive immersive e interattive in grado di trascendere i confini della percezione. Un’esperienza che mette il visitatore al centro: sarà parte attiva e connesso alle opere digitali, in grado di dialogarci e influenzarle, come il nodo di una rete in continua evoluzione.

“Oggi la tecnologia e il mondo digitale sono onnipresenti nelle nostre vite ed è inevitabile esserne condizionati, uno stato di fatto – spiega Marcello Arosio, già ideatore del Kernel Festival, il più importante new media light festival italiano – Ci sembra quindi sempre più importante esplorare il senso di questa convivenza e i margini che ancora ci rimangono per usare la tecnologia in modo consapevole. La provocazione, a questo punto, è nata spontaneamente: distogliere l’attenzione dai device digitali utilizzando gli stessi, affinché le persone divengano parte attiva dell’intricata realtà che le circonda con maggiore consapevolezza. Quante volte ci capita di incrociare, all’interno di un museo, in una piazza monumentale, di fronte a qualche spettacolo naturale o a una performance, uomini e donne che non osservano quanto sta davanti ai loro occhi ma, piuttosto, intente a riprenderlo con una fotocamera digitale, magari per poi condividere quelle immagini sui social? La verità è che oggi pensiamo di vedere moltissime cose, ma in realtà non le stiamo realmente osservando. Siamo continuamente distratti. Ce lo dicono anche i dati sugli incidenti provocati dal «distracted walking», che aumentano vertiginosamente, da anni. Forse la nuova frontiera dell’espressione artistica sarà quella che «obbliga» il visitatore a far parte di ciò che osserva”.

“Spazio Milesi considera importante e attuale la relazione tra arte-spazio-gente attraverso quella che possiamo chiamare interazione, connessione o addirittura superconnessione. Crediamo in un’arte che coniughi e unisca spazio, tempo ed emozione come in realtà già avviene tutti i giorni. Per questo ospitiamo “Superconnection”, aggiunge invece Gianluca Milesi di Spazio Milesi (spaziomilesi.com).

“Superconnection” esplora infatti la potenza della connessione a diversi livelli attraverso installazioni che mettono in relazione, in tempo reale, diverse realtà: il mondo fisico e quello digitale, l’opera e il pubblico, il movimento e lo spazio, il singolo e la collettività. I progetti presentati collegano attraverso suono, luce, spazio e smartphone, le forme e le percezioni, creando un’esperienza condivisa che va oltre la contemplazione. La mostra si dispiegherà su due ambienti: una “LED Room” con esperienza in quattro «capitoli», ciascuno dei quali inviterà l’ospite a riflettere su un aspetto differente del rapporto uomo-tecnologia e una “Laser Room”, dove il visitatore, immerso in un’atmosfera onirica, potrà definire gli aspetti visivi e sonori dell’ambiente interagendo fisicamente con l’installazione.

Carlo Franza

 

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