LeoGalleries di Monza e l’Archivio Ugo Zovetti di Milano, danno luce alla figura di Ugo Zovetti, artista di inizio Novecento ancora poco conosciuto ma figura brillante e significativa per le arti applicate e con un legame particolare con la città di Monza. Infatti, è stato tra i protagonisti del design, soprattutto in riferimento al tessile, alla grafica e all’arte del libro, e per anni ha insegnato all’ISIA di Monza. E’ in quella fucina dell’ISIA di Monza che negli anni Venti-Trenta-Quaranta, Zovetti è stato maestro docente di Decorazione pittorica insieme a Pio Semeghini (figura disegnata) Raffaele De Grada (disegno di composizione) e Marino Marini (plastica ornamentale). In questa nobile istituzione si diplomò il brianzolo Luca Crippa di Seregno che ebbe Zovetti suo maestro, nel 1943. Ora, accendere i fari e illuminare questo artista dai più considerato minore, vuol dire ridisegnare una parte di storia dell’arte del primo novecento e dare lustro a quell’Isia che fu una sorta di Bauhaus italiana. Dico questo perché Zovetti si misurò molto sulla Bauhaus, guardando a Paul Klee che tenne un “insegnamento formale figurativo” che consisteva nello studio delle proporzioni, delle immagini riflesse, delle forme e colori primari, basato sull’analisi dei suoi dipinti, e nel 1922 vi si aggiunse un corso sulla teoria del colore. E il monzese professore dell’Isia guardò pure a Kandinskij che tenne alla Bauhaus dal 1922 un corso sul disegno analitico e sulla composizione cromatica, seguendo i principi dell’analisi e della sintesi e dando importanza agli effetti del colore nelle sovrapposizioni tra di essi e nella loro percezione. Gli esercizi di Kandinskij si potevano suddividere in quattro gruppi: sistemi di colore e sequenze, corrispondenza di colore e forma, relazione fra colori, colori e spazio. In mostra una selezione di carte realizzate tra anni Dieci e Trenta del secolo scorso. I grafismi nitidi e le preziosità cromatiche affiorano nelle carte disegnate e acquerellate degli anni Dieci, realizzate a Vienna nell’ambito Wiener Werkstätte in pieno clima secessionista. Ad esse seguono carte all’amido, marmorizzate, aerografate e studi di copertine anni Venti e anni Trenta, di raffinata eleganza e inesauribile invenzione.

Si tratta di esemplari in copia unica, nei quali si riscontra la complessa armonia tra il rigore metodologico appreso durante gli studi, le conoscenze chimiche e il gusto per la decorazione a tutto campo. I fogli sono da intendere sia come bozzetti preparatori per i progetti in corso, sia come campioni da affiancare agli scritti specialistici di Zovetti sulle carte e sulle tecniche. Tutto il processo è in mano all’artista: dalla preparazione dei supporti, alla combinazione dei pigmenti, fino alla realizzazione stessa degli strumenti di lavoro.

La ricerca di Zovetti, inizialmente basata sull’elaborazione di motivi floreali e organici, si perfeziona con gli anni, indirizzandosi -come dicevamo- anche verso composizioni più sintetiche nelle quali la linea esprime il suo potenziale decorativo in accostamenti sempre diversi per forma e colore. Il metodo applicato su sé stesso diviene anche la sua linea da insegnante: lasciare che gli studenti disegnino inizialmente secondo natura per giungere, attraverso varie fasi di stilizzazione, fino all’astrazione. Affiancano le opere grafiche una ceramica viennese anni Dieci decorata a smalto in rilievo ed esempi delle ceramiche Mengaroni-Molaroni di Pesaro anni Trenta, con pattern decorativi affini a quelli delle carte.

Ugo Zovetti Senior (Curzola, Dalmazia 1879 – Milano 1974) studia a Vienna alla Technische Hochschule e, dal 1901, alla Kunstgewerbeschule, allievo di Koloman Moser. Segue corsi di smalti e di cromatologia. Si occupa anzitutto di design del libro, di carte per rilegatura, di tipografia, di parati e tessuti. Nel 1901 firma il volume celebrativo per la Staatsdruckerei di Vienna. Cura l’edizione inglese del volume di Max Eisler su Klimt. E’ membro del Werkbund, esegue caratteri per la Stamperia di Stato di Vienna, inizia un trattato sulle tecniche decorative su carta. Entra nel gruppo di Klimt della Secessione viennese esponendo alle Kunstschau del 1908 e 1909. Dal 1912 è membro del Werkbund austriaco. E’ artefice per Wiener Werkstaette come disegnatore di stoffe e ceramiche. Nel 1918 è chiamato in Italia come docente alla Scuola del Libro della Società Umanitaria di Milano. Nel 1922, all’apertura dell’Università delle Arti Decorative, fino al 1943. Fondamentali sono il processo di stilizzazione dal quale lungo gli anni Venti nasce il design e la concezione di Gesamtkunstwerk, decorazione a tutto campo, introdotte da Zovetti in Italia. Oltre all’attività didattica disegna per il tessile ma è all’arte del libro che costantemente si dedica, lasciando manoscritti e dattiloscritti sulla tecnica delle carte alla colla d’amido e della marmorizzazione.

Queste sono state le presenze significative nel suo percorso artistico. Opere di Zovetti alla I, II e III Biennale Internazionale di Arti decorative alla Villa Reale di Monza (1923, 1925, 1927), alla Vi Triennale di Milano (1936), alla mostra Milano 70/70 al Museo Poldi Pezzoli nel 1971; lavori alla mostra Le Arti a Vienna, Dalla Secessione alla caduta dell’impero asburgico a Palazzo Grassi, Venezia 1984; mostra celebrativa all’Arengario di Monza nel 2000; mostre ai Musei di Bassano e Feltre; carte alla mostra Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia a Forlì 2017. Opere di Zovetti alla mostra “Isia 1922-1943” ai Musei Civici di Monza nel 2024: Un abito di stoffa di sua tintura alla mostra “Thalassa” al Musée Cantonal des Beaux Arts di Losanna.

Opere di Ugo Zovetti nei seguenti musei: Österreichisches Museum für angewandte Kunst (MAK), Vienna e Biblioteca; Historisches Museum der Stadt Wien; archivi della Staatsdruckerei, Vienna; archivi della Wiener Secession; Victoria & Albert Museum, Londra; Raccolta Achille Bertarelli, Milano; Museo Rizzarda, Feltre; Museo Remondini, Bassano; Museo del Duomo di Monza, Musei Civici di Monza; Fondazione Cini, Venezia.

Carlo Franza

Tag: , , , , , ,