Spesse volte la provincia sonnecchia e non dà molto di ciò che si aspetta come veramente innovativo. Eppure in provincia vivono e soggiornano artisti di chiara fama. A Como in questi giorni troviamo “LEGÀMI”, una mostra da non perdere dove i legàmi familiari lasciano dei segni indelebili su cose e persone. LEGÀMI… con i Salvatore @salvatoremichelangelo @nicola_salvatore51 una generazione di artisti artigiani di un nuovo Rinascimento italiano iniziato dal nonno di Michelangelo, il papà di Nicola Salvatore, Angelo Michele, maestro di Casalbore (AV), cultore delle tradizioni e dei paesi, grande artigiano della materia e della terra; eppoi Nicola maestro e artista impareggiabile e di chiara fama; e ancora Michelangelo capace di cogliere con un  segno inconfondibile cose e persone. La natura che diventa Design e il Design che diventa natura domestica; idee, pitture, sculture e ricami accompagnano il visitatore in un lungo “viaggio omerico” dove ancora una volta le Balene di Nicola ci introducono in un viaggio retrospettivo, un’esplorazione esistenziale che porta il nostro Io Odisseo a confrontarsi con sé stesso e con l’ambiente che lo circonda. Nicola e Michelangelo vi aspettano fino al 10 giugno (h10/19) a Como, tutti i weekend e su appuntamento presso lo spazio Omea Yoga (@omea.yoga) in via Anzani,16.

La mostra vive un dialogo non affidato alle parole bensì al visivo, un duetto artistico in cui vivono e si raccontano le opere di padre e figlio. Due mondi, due generazioni, due culture, due aspettative. Di Nicola Salvatore conosciamo da tempo il suo vivere la natura e il mondo attraverso il canto delle balene, il suo porgere l’arte che si fa veicolo educativo di rimando ai grandi filosofi del tempo. Ecco le piccole balene che si cullano e danzano insieme nei grandi cerchi leggeri di acciaio; poi ancora disposte su un blocco -a mò di tavolata- di legno marrone gialla e ferro che poggia a sua volta su due basamenti in ferro dalle sembianze petrose. E ancora le megattere, il capodoglio, e altri cetacei. Brilla non poco la “balena nella roccia”, monumentale scultura in resina, e da ammirare anche l’orizzonte trasposto su un’asta poggiata in terra mentre la balena naviga in verticale. Poesia del mondo, poesia del creato, poesia degli esseri viventi, Nicola Salvatore già illustre professore dell’Accademia di Brera   e anticipatore come pochi di performance che hanno fatto il giro del mondo; e il figlio Michelangelo che sorprende nello svelare un’anima poetica non comune. Le opere di entrambi, Nicola e Michelangelo, vivono poi tra opere del contemporaneo e design, ecco la poltrona di Radice e Gallotti sovrastata da una scultura di Aldo Mondino, un divano in pelle firmato Frau con una lampada di Ingo Maurer, un tavolo di Ico Parisi  che regge  il cavallo scolpito di Mimmo Paladino, e ancora la poltrona di Alessandro Mendini denominata Proust con la Ruota dio bicicletta  di Marcel Duchamp. E ancora altri cicli pittorici fanno corona all’evento singolare, i fiori che spesso abbiamo ammirato ad Orticolario, e nel fondo della sala troneggia una grande tela di 2 metri per 2, con un iris che sa di personaggio vivente. Di Michelangelo brilla un acrilico su tela che mostra un cavallo su un tavolino da salotto.

Qui oggi passato e presente si intersecano, artisti di un tempo e artisti di oggi, armonia delle arti, armonia    del vivere e soprattutto riscoperta del tempo perduto, alla luce dei pensieri dominanti dei grandi filosofi che hanno tracciato percorsi oggi, talvolta, dall’uomo moderno facilmente dimenticati.

Carlo Franza

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