La sinistra cardinalizia. I cardinali italiani divisi in Conclave e oggi fuori gioco.
Roma. Conclave maggio 2025. Il racconto dei cardinali: gli italiani divisi, i voti a Erdo, Prevost con la testa fra le mani, “Noi tutti in piedi, lui rimase seduto”. La meditazione che si protrae e un conteggio inconcludente, con tre principali contendenti: “il cardinale italiano Pietro Parolin , l’americano Robert Francis Prevost e l’ungherese Peter Erdo. La descrive così, la prima serata di Conclave, il New York Times. In un articolo firmato da quattro
inviati a Piazza San Pietro, dal titolo “Come un tranquillo americano diventa Papa”.
Il quotidiano statunitense mette insieme le frasi rilasciate da una dozzina di cardinali per ricostruire il film della votazione. “Non avevamo cenato e non c’erano pause, nemmeno per il bagno. Ma si decise di procedere alla votazione”, avrebbe riferito il cardinale David delle Filippine. Fu “una sorta di sondaggio preliminare” avrebbe aggiunto il Cardinale Juan Josè Omella. E secondo il cardinale Lazarus You Heung-sik della Corea del Sud, “diversi candidati ottennero voti significativi”.
Così, secondo il cardinale inglese Nichols, tornati a Casa Santa Marta si discusse cosa fare durante la cena.E secondo il Nyt, si fece notare che gli italiani erano divisi e ciò avrebbe penalizzato il Cardinale Pietro Parolin.
Ma il Cardinale Peter Erdo, 72 anni, sostenuto da una coalizione di conservatori che includeva alcuni sostenitori africani, non aveva potenzialità di aggregare consensi in un elettorato di cardinali in gran parte nominati da Papa Francesco.
Rimaneva il Cardinale Prevost, emerso nella votazione serale. Sabato 3 maggio, cinque giorni prima del Conclave, i cardinali estrassero a sorte gli incarichi e Prevost fu scelto per aiutare e gestire le riunioni quotidiane prima che iniziasse la votazione. Più i cardinali lo conoscevano e più apprezzavano i suoi metodi. Tanto che il Cardinale Joseph W. Tobin di Newark gli avrebbe detto: “Bob, potrebbero proporlo a te”.
“Nella quarta votazione, le schede si spostarono in modo schiacciante verso il Cardinale Prevost”, avrebbe riferito il Cardinale You della Corea del Sud. E il Cardinale Tagle – che nei giorni di preconclave era indicato tra i favoriti- avrebbe aggiunto di averlo visto fare respiri profondi: “Gli ho chiesto: “Vuoi una caramella?” E lui ha risposto: “Sì”. Il cardinale Tobin del New Jersey aggiunse di averlo visto durante le votazioni – “con la testa fra le mani”.
Nel pomeriggio l’ultima votazione. Quando il Cardinale Prevost raggiunse 89 voti, la soglia dei due terzi necessaria per diventare Papa, la Sistina sarebbe “esplosa in un’ovazione in piedi”. Ma lui, avrebbe riferito il Cardinale David, “rimase seduto! Qualcuno dovette tirarlo su. Eravamo tutti con le lacrime agli occhi”. E intanto i voti si avvicinavano alle tre cifre. Quindi congratulazioni entusiastiche. Ha aggiunto il Cardinale Desirè Tsarahazana del Madagascar: “Ha ottenuto una maggioranza molto, molto ampia di voti”.

October 5, 2019 : Card. Pietro Parolin attends at ordinary public Consistory for the creation of 13 new Cardinals, in St. Peter’s Basilica in the Vatican.
Sull’elezione di Papa Leone XIV al Conclave è emerso un nuovo retroscena, che riguarda le presunte divisioni tra i cardinali italiani. Proprio queste divisioni sarebbero state tra i fattori che hanno contribuito a far diventare nuovo Pontefice “un tranquillo cittadino americano”, come è stato descritto Robert Francis Prevost negli Usa. Prevost, un tranquillo cittadino americano diventato Papa. I tre cardinali con più voti e le divisioni tra italiani. L’elezione del nuovo Papa Leone XIV Prevost, un tranquillo cittadino americano diventato Papa.
Il New York Times ha ricostruito attraverso il racconto di diversi cardinali che hanno preso parte al Conclave i vari passaggi che hanno portato all’elezione di Robert Francis Prevost a nuovo Papa. (Virgilio)
La descrive così, la prima serata di Conclave, il New York Times. In un articolo firmato da quattro inviati a Piazza San Pietro, dal titolo: «Come un tranquillo americano diventa Papa». (Corriere Roma)
“Luis Antonio Tagle è stato uno dei protagonisti del pre-conclave. Per molti il cardinale filippino era uno dei papabili, subito dietro a Parolin e vicino a Eveline, Erdo, Zuppi e Pizzaballa”. (Il Mattino)
“Il nuovo Pontefice Leone XIV è stato eletto in conclave al quarto scrutinio. È la pri
ma volta di un Papa nordamericano. Il termine conclave, dal latino cum clave, significa chiusi a chiave”. spiega a In Terris il professor Matteo Cantori, giornalista, legale e docente universitario”. (In Terris)
“Sin dall’annuncio post fumata bianca, molti hanno provato a cucire su Prevost l’abito del compagno, dell’anti Donald Trump, dell’erede progressista di Papa Francesco. Chi a sinistra ha tirato per la tonaca Papa Leone XIV non ha fatto una bella figura”. (Nicolaporro.it)
“Parolin, cosa farà ora? Papa Leone conferma tutti i dicasteri (a tempo): ma lo spoil system ci sarà. abbiamo parlato anche della necessità di rendere la chiesa più collegiale”. (Il Gazzettino)
“Avevo cercato di descrivere qui i possibili scenari del conclave. Adesso, credo, ci sia la possibilità di ipotizzare ciò che è accaduto, partendo da quegli stessi presupposti, pur ammettendo che la mia è una ricostruzione basata su pochi indizi concreti, interpretabili anche in altri modi, ma che spiegherebbe molto di ciò che si sta già vedendo”. (VinoNuovo.it)
“Questo pomeriggio 8 maggio 2025, nel mese mariano non dimentichiamolo, il cardinale Robert Francis Prevost è salito al soglio pontificio con il nome di Leone XIV. È americano, ma si chiama come un parroco di provincia, in dialetto lombardo “preòst”, perché Robert Francis Prevost è il nuovo parroco della Chiesa universale. Si è presentato con il più bel saluto cristiano – “La pace sia con voi” – e, anche se nel primo discorso ha ricordato Papa Francesco, ha scelto di chiamarsi Leone, come il Papa Leone XIII della “Rerum Novarum”, l’enciclica che fondò la moderna dottrina sociale della Chiesa. E si chiama per l’appunto Leone XIV. Aggiungo di più, è devotissimo della Madonna, tant’è che nel suo saluto al mondo dopo la nomina ha recitato “l’Ave Maria”. Missionario agostiniano, parla cinque lingue, ha studiato scienze matematiche e nelle interviste pre conclave ha messo a punto il ruolo chiave svolto nella sua educazione dai genitori di origini franco-italiane (il padre) e spagnole (la madre). Su piazza San Pietro si è affacciato con
evidente emozione e grande dolcezza. Ha parlato di “ponti da costruire” e non di muri, dichiarazione tutt’altro che scontata nel momento storico attuale. Sarà un grande Papa, il “preòst” di un mondo lacerato dalle guerre e da profonde ingiustizie economiche e sociali. Augurargli “buon lavoro” è doveroso. Accompagnarlo con la preghiera un valore aggiunto, per chi crede. Un uomo di Curia con il cuore missionario, o un missionario prestato alla Curia. Il neo Pontefice è un pastore a tutto tondo, in cui la capacità di dialogo e di decisione, legato al suo incarico di prefetto del Dicastero per i vescovi svolto dal 30 gennaio 2023 alla morte di papa Francesco, si abbina, anzi ha radice nell’esperienza di Chiesa vissuta in Perù, realtà culturalmente lontana dagli Stati Uniti, il Paese natale. Robert Francis Prevost ha infatti visto la luce il 14 settembre 1955 a Chicago (illinois), figlio di Louis Marius Prevost con avi anche italiani e di Mildred Martinez, di origini spagnole. Dopo il diploma conseguito nel 1973 presso il Seminario minore dei padri agostiniani, Robert Francis ha ottenuto nel 1977 il baccalaureato in Scienze matematiche e la licenza in filosofia all’Università Villanova a Filadelfia”. (Carlo Franza. Il Giornale).
E dunque, né i cardinali Tagle, né Pizzaballa, né Parolin ombra di Papa Francesco, né Matteo Maria Zuppi, quest’ultimo della sinistra più accesa e della Comunità di Sant’Egidio, sono saliti sulla Cattedra di Pietro. Devo dire grazie al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, che ci hanno sollevato da quelli che sarebbero potuto essere fulmini per la Cupola di San Pietro e per la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Ne cito una per tutte. Nel luglio 2024 Zuppi ha dichiarato che per amare il prossimo la fede in Dio non sempre è necessaria, esistendo notevoli esempi di altruismo anche tra quanti ne sono privi. Essa è strumentale all’amore per il prossimo. Le sue parole sono state all’origine di una lettera di risposta dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò che ne ha criticato il progressismo, l’apertura all’accoglienza degli immigrati irregolari, l’inclusività e le posizioni non tradizionaliste nei confronti dei musulmani e della comunità LGBT (Senza Dio non c’è salvezza. L’inclusività è una bestemmia, su laverita.info.).
E mi fermo qui. La sinistra cardinalizia oggi in Vaticano conta poco, o nulla.
Carlo Franza
