Igor Eskinja e i sogni della Creazione alla Galleria San Fedele di Milano
«È possibile riconoscere nella spontaneità di una natura indesiderata e selvatica spazi di rinascita e di rigenerazione? L’artista croato Igor Eškinja indaga la relazione uomo-natura, studiando la presenza vegetale che cresce in spazi industriali dismessi e
dimenticati o in aree completamente urbanizzate. Le piante che vi crescono – principalmente erbacce molto diverse da quelle presenti nei boschi o da quelle ornamentali dei giardini delle città – diventano il soggetto e il simbolo di una natura che riconquista lo spazio umano, diventando metafora di una trasformazione urbana, sociale e identitaria. L’artista traduce l’indagine su queste “erbacce” in poetiche carte da parati che ci trasportano in giardini dove convivono memoria, riscatto, lotta per la sopravvivenza, affermazione di vita e bellezza. Se nella tradizione cristiana la meta della speranza del fedele è nella Gerusalemme Celeste, una meravigliosa città-giardino, in cui ritrovare pace e armonia tra Dio, uomo e cosmo, Igor Eškinja ci riconduce in giardini in cui una riconciliazione è ricreata a partire da ciò che era disprezzato e rifiutato», Andrea Dall’Asta SJ.
All’interno della mostra “I sogni della Creazione”, visitabile alla Galleria San Fedele di Milano fino al 10 gennaio 2026, sono presenti grandi installazioni immersive realizzate in carta da parati, come Senza titolo (Via dell’Industria) e Senza titolo
(Braidica); seguono poetiche carte esposte al sole, tratte dalla serie Diagrams of accumulation e grandi superfici acquatiche stampate su plexiglas, come Superfici, che restituiscono allo spettatore alcuni lavori di carattere effimero poiché originariamente realizzati in cenere.
Le opere in mostra tracciano negli spazi della Galleria un percorso simbolico che giunge all’interno del Museo San Fedele grazie alla presenza di alcune opere tratte dalla serie fotografica Golden fingers of Louvre. Sono impronte digitali che numerose persone hanno lasciato sul vetro della porta d’uscita del famoso museo parigino. È un semplice gesto quotidiano che si accumula l’uno sull’altro di giorno in giorno, colto dall’artista nel momento in cui la luce dorata del sole lo trasfigura. La traccia di un’impronta assurge a “gloria”.
Igor Eškinja (nato nel 1975, vive e lavora a Fiume/Rijeka). Attraverso la sua ricerca Eškinja definisce alcune caratteristiche che vanno oltre gli aspetti fisici dell’opera entrando così nei registri dell’immaginario e dell’impercettibile. Nel 2008 ha esposto nelle sedi di Rovereto di Manifesta 7 ed ha realizzato una mostra personale al Centro de Arte Caja de Burgos. Ha allestito personali e numerose collettive in Croazia, Spagna, Venezuela e Austria, oltre che in Italia.
Carlo Franza
