Con il titolo “La vita e oltre” la scultrice napoletana Angela Maiella tiene una mostra personale nell’ex Studio di Piero Manzoni in Via Fiori Chiari 16 a Milano, luogo sacro per l’arte che fu il centro dell’arte concettuale fra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.  L’artista già conosciuta a Napoli per aver tenuto una serie di presenze artistiche, oggi finalmente esce allo scoperto in una città che è un po’ la capitale dell’arte in Europa.  E già all’inaugurazione alla presenza di un nutrito gruppo di intellettuali e visitatori, ho avuto modo di percepire, notare, studiare e amare i bronzi della scultrice che mostra in tutta evidenza l’esistenza, la vita, i corpi, ma soprattutto l’anima della storia, passata e presente. Volti, teste, teste ingabbiate, corpi-mezzobusto, persino un faraone, Occorre dire subito che la sua scultura è in linea con la grande scultura non solo napoletana, e penso a Vincenzo Gemito (1852-1929), ma anche italiano e il rimando è a Giacomo Manzù. Anche Angela Maiella è una scultrice appassionata delle cose sublimi e che, in un certo senso, si adatta alle cose più semplici, in apparenza semplici, in realtà profondamente vere. A mio giudizio Angela Maiella è una grande scultrice del nostro tempo.  Come per Gemito, che alla sua scultura servì la vita, il romanticismo, la realtà e l’esistenza, così alla scultura della Maiella sono servite tre cose: la forma, il mestiere, l’umanità. I soggetti prediletti della produzione plastica e grafica della Maiella -un po’ come Gemito- sono l’uomo, gli scugnizzi, i personaggi della storia; nelle sue opere, quelle teste maschili e femminili, i monelli di strada napoletani, sono caratterizzati da un’accentuata freschezza fisica, da un calore sensuale e sentimentale, e sono animati anche da un’energia sul punto di prorompere, talvolta da una profonda malinconia. I personaggi del popolo della Maiella risentono inoltre dell’influenza esercitata dal modello ellenistico, ma soprattutto sono catturati dall’aria del nostro tempo, dalla recitazione del “tempo” che passa inesorabile sulle vite umane,  dall’esistenza avvolta da una cappa asfissiante, dall’omologazione come le teste maschili ingabbiate; e tra questi vagheggiamenti classici e la filosofia dell’essere,  tutto acquisisce un carattere indefinito e atemporale, senza tuttavia ripetere meccanicamente e fiaccamente schemi già esauriti nell’antichità.
Una mostra attesa questa di Angela Maiella a Milano e in un luogo sacro -quale l’ex studio di Piero Manzoni in  Brera a Milano- per l’arte del secondo novecento che, attesa da collezionisti e intellettuali che hanno trovato nel suo lavoro una lettura del nostro tempo,  tra umanità e cultura che segnano da sempre il mondo, dall’antichità fino a noi.

Carlo Franza

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