Una certa fama si è mossa attorno all’artista Umberto Tedeschi, che oggi inscena un’antologica di rilievo nello storico Studio Bolzani di Milano. E tutto ciò muove dopo che l’artista lombardo ha ricevuto sia il Premio delle Arti-Premio della Cultura 2022 che il Premium International Florence Seven Stars 2023; il primo con la seguente motivazione: “Il cuore della bellezza, la pelle della visione, il corpo della vita, l’intero mondo fermentante, e soprattutto una luce perlacea che esalta la pittura di Umberto Tedeschi hanno contribuito a segnare in modo brillante il suo lavoro artistico oggi fortemente oscillante fra antico e nuovo. Il miracolo dei colori nel suo impianto estetico, le tonalità ottenute con minime oscillazioni, hanno fatto raggiungere a Umberto Tedeschi risultati di eccellenza che lo hanno naturalmente imposto in campo internazionale”, il secondo con parole eccelse: “Con un percorso artistico di altissimo livello che lo ha imposto a livello europeo, specie nel Nord-Europa, Umberto Tedeschi ha raggiunto meritevoli consensi da vedersi così assegnare il titolo di artista dell’anno. La sua arte tonale, legata alla grande e solida tradizione italiana, è nobilmente carica di una luce spaziale che investe il paesaggio e lo spazio rappresentato donandogli un’anima miracolosamente simbolica, universale, postmoderna, linguisticamente preziosa, da incorniciarlo a figura carismatica dell’arte contemporanea”. Un realismo magico in cui il paesaggio diviene il dato principale del suo vedere, attraversato da una luce che si fa memoria e sogno e da una ricerca del colore che in un certo senso resta naturalistico, ma che si frantuma e si macina impreziosendo in quella materia assorbente, la luce. Il paesaggio, la forma, finisce per darsi nello splendore della sostanza pittorica; un chiarismo -cui appartiene il nostro Umberto Tedeschi- dove colore-segno e materia-luce si spogliano da una veste quasi morandiana facendosi impianto luministico, laddove il paesaggio solare, pomeridiano, crepuscolare e notturno si allarga su paesi e campagne, su campi larghi e focus ristretti, su mare e cielo, laghi e fiumi, pianure e colline. Negli anni -l’antologica lo mostra evidente- l’archeologia dei colori e della composizione si è ispessita e solidificata   in un tonalismo luministico, a volte fluidificandosi e corrompendosi, a volte un poco apparizione e un poco fiaba, portandosi sempre verso un miracolismo fantastico facendo sempre affiorare un lampeggiato di nuovi verdi e rossastri, bellissimi grigi tra guizzi di giallo e bianco antico. Mi ritornano a sostegno i chiaristi in genere, a iniziare da Cristoforo De Amicis e Goliardo Padova, ma anche di derivazione cézanniana, Stradone con “Vespro a Cerveteri del ’57” e Morlotti della campagna brianzola. Meraviglia non poco la sua interpretazione cromatica, giacchè ha portato all’estremo significato lirico le intenzioni pittoriche, una natura che vive nell’invenzione visionaria e lirica. Le opere diventano visioni moderne, per la cosciente libertà del colore, per la materia che si sfilaccia e si accende di livide lucentezze. Così Umberto Tedeschi ci insegna ad amare la pittura, consegnandoci quel mondo rappresentato come esperienza visiva e sentimentale che lo assillava. Il suo tonalismo tipicamente italiano, che da Giotto arriva ai nostri giorni, si colloca sulla linea di una ricerca che da secoli perseguono quei pittori che veramente si possono chiamare pittori”.

 Umberto Tedeschi è nato a Verona nel 1927. Vive a Milano. Ha coltivato una precoce vocazione al disegno e alla pittura studiando prima con Bogani a Malcesine, poi con Guido Trentini e Tono Zancanaro a Padova. Ha tenuto più di cinquanta mostre personali in diverse città italiane, specie a Milano nelle famosissime Gallerie Il Cannocchiale e Zammarchi in Via Brera, nel famoso quartiere degli artisti. Negli ultimi anni vanno ricordate le personali che la Galleria Civica del Comune di Desenzano del Garda gli ha dedicato. Ha partecipato anche a numerose collettive e rassegne.  Ha vinto il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2022 come Artista dell’Anno e nel 2023 il Premium International Florence Seven Stars 2023 con il Premio Dodici Stelle dell’Internazionalità per l’Arte. Del suo lavoro hanno scritto illustri critici tra cui Rossana Bossaglia, Dino Buzzati, Raffaele De Grada, Carlo Franza, Mario Monteverdi, Franco Passoni, Mario Portalupi, Dino Villani e altri.

Carlo Franza

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