“Le faticose attese” di Enrico Testa è un classico della poesia italiana con la prefazione di Giorgio Caproni. Il volumetto edito da Graphe.it
Le faticose
attese (pag. 76, 2025, Graphe.it) di Enrico Testa è un classico della poesia italiana che, anche grazie alla prefazione di Giorgio Caproni, ha fin da subito conquistato un posto di rilievo nel panorama letterario. “Poesie-poesie” le ha definite Caproni rifacendosi a Sbarbaro, cariche di “leggibilità”. Non è poco se dopo aver letto questi versi (oh le faticose attese:/…anche nei giorni passati ad aspettare/che il buio abbracci il sole/) il poeta inventa addirittura una propria geografia, nella quale riconoscere presenze concrete e soavi (“i venti i venti/ che strappano dai muri/ i manifesti/affidano il mio cuore/ alla lenta corrente dei canali/…). Questo libro rappresenta l’esordio di uno dei poeti più rilevanti della scena italiana contemporanea. La raccolta esplora il tema dell’attesa, con un linguaggio semplice ma ricco di profondità, dove le esperienze quotidiane si trasformano in riflessioni liriche sull’esistenza. Nei versi un andamento discorsivo e un certo estetismo rarefatto, una poesia febbrile e sempre ricca di sfumature, la vita con le sue attese, e l’esperienza sensibile vissuta con grande modestia. Una nitida visione del reale osservato minuziosamente, e fatto decantare sin nei particolari. Un racconto in versi, con azioni, personaggi, sentimenti inquieti. L’intreccio di leggerezza e complessità ritmica rende quest’opera un canzoniere d’amore affabile e sorprendente, capace di colpire per la sua immediata leggibilità. Un’opera che, a distanza di anni, continua a emozionare e a far riflettere, invitando il lettore a un viaggio introspettivo nei meandri dell’esistenza.
Enrico Testa insegna Storia della lingua italiana all’Università di Genova. Accademico corrispondente della Crusca, ha pubblicato numerosi volumi di argomento critico-letterario e linguistico e ha curato un’antologia della poesia italiana del secondo Novecento (Dopo la lirica, Einaudi 2005). Ha tradotto opere di Philip Larkin, Dylan Thomas e il Filottete di Sofocle ed è autore di alcune raccolte di poesie. Nel corso degli ultimi anni sono apparse, tutte pubblicate da Einaudi, Pasqua di neve (2008), Ablativo (2013), Cairn (2018) e L’erba di nessuno (2023).
Carlo Franza
