Victor Claass e il suo “Giochi di Posizione. Breve storia di biliardi dipinti”. Un libro carico di storia, capolavori e curiosità.
Un libro da non perdere, prezioso, colto, sociale. Si parla del gioco del biliardo. Le notizie si susseguono e sono accattivanti. Lo ha scritto il collega Victor Claass e ha per titolo “Giochi di posizione. Breve storia di biliardi dipinti.” (traduzione di Mario Cucca, pp. 88, Formiche. Bibliotheka 2025, Euro 15,00). Dico subito che rimane un gioco enigmatico. Giocato per la prima volta nei salotti dell’aristocrazia europea, o meglio nelle corti reali d’Europa, prima di raggiungere gli interni borghesi e i bar del XIX secolo, nei bar di città e di campagna. Il biliardo è all’origine di un’iconografia tanto ricca quanto inaspettata. Guardando alla storia visiva e sociale di questo gioco di abilità e fortuna, divenuto ormai sport professionalizzato, l’autore decifra l’evoluzione delle sue rappresentazioni e stila un corpus di opere (da Chardin a Degas, da Van Gogh a Otto Dix) invitandoci a pensare la storia dell’arte come un “gioco di posizioni” in perpetua riconfigurazione, secondo l’espressione dello storico dell’arte britannico Michael Baxandall in un passaggio di “Forme dell’intenzione”. Ecco allora che subentra il sociale e il sociologico, perché non solo si è affascinati dal gioco, dai luoghi, dai giocatori, dai movimenti, ma anche dalle forme, dai colori che si
materializzano sul panno verde facendo del tavolo un doppio del quadro; molti artisti hanno osservato, disegnato, dipinto, inciso scene di biliardo riconsegnandoci l’atmosfera di un frammento di vita sociale. E ci riconsegnano l’atmosfera di un frammento di vita sociale oltre che una tendenza a sessualizzare i corpi femminili coinvolti nel gioco, veicolando un discorso (maschile) sui comportamenti di emancipazione delle donne. “Appassionato di giochi da tavolo. Marcel Duchamp confessò di aver trascurato il suo noioso apprendistato artistico per alcune partita di carambole” (pag.19). Memorabile e allusivo il dipinto “Caffè di notte” dipinto da Vincent Van Gogh nel 1988, con “il biliardo, che ne è il protagonista, è nella situazione di non essere giocato” (pag. 39).
Ripercorrendo la storia di questo gioco di abilità e fortuna, divenuto via via sport professionalizzato, lo scrittore e studioso decifra l’evoluzione delle sue rappresentazioni e stila un corpus di opere invitandoci a pensare la storia dell’arte come un “gioco di posizioni” (ecco il titolo) in perpetua riconfigurazione. Un modo nuovo di leggere la storia dell’arte, nella sua ricerca di porgere un modus vivendi tra il visivo e il sociale.
Victor Claass. Coordinatore scientifico all’Istituto Nazionale di Storia dell’Arte, ha insegnato Storia dell’arte contemporanea nelle Università Parigi-Sorbona, Tours, Basilea, Sorbona-Abu Dhabi, Picardie e all’École du Louvre. Dal 2014 al 2018 è stato membro del gruppo di ricerca internazionale Bilderfahrzeuge: Aby Warburg’s Legacy and the Future of Iconology, in collaborazione con il Warburg Institute di Londra. Nel 2023 ha pubblicato Impressionismo ai suoi confini. Il caso Meier-Graefe e la lotta per l’arte moderna in Germania (Éditions de la Maison des sciences de l’homme).
Carlo Franza