monastero_mar_elian_siria-800Ecco i nomi – ben venti – degli artisti che hanno voluto con la donazione di loro opere finanziare dal basso questi reportage di guerra messi in piedi da il Giornale.it per documentare le persecuzioni ai cristiani. Il gesto è fortemente nobile, nobilissimo, per queste persone offese nella loro dignità e nella loro fede. E poiché questi reportage hanno un costo, ecco il senso di queste donazioni, una mano per offrire dati e notizie certe e far aprire gli occhi a tutti i cristiani del mondo. isis-distrugge-il-monastero-di-mar-elian-701221

 

 

 

 

 

 

 

 

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Donazioni di Vincenzo Parea (Vigevano), Vincenzo Pellitta (Vigevano), Marisa Settembrini (Milano), Ennio Bencini (Bellusco-Milano), Loi di Campi (Desio), Fiorella Iori (Gorgonzola), Alfredo Mazzotta (Milano), Fosco Bertani (Desio) , Alvaro (Milano), Giancarlo Novello (Venezia), Angelo Fornaciari (Viareggio), Valeria Modica (Milano), Giusi Santoro (San Donato Milanese), Antonio Rizzello (Milano), Chiara Silva (Milano), Tony Tedesco (Milano), Renato Galbusera (Milano), Claudio Zanini (Milano), Andreas Miggiano (Pisa), Giuliano Grittini (Corbetta-Milano).
crocifissiisis-crucifixion-679729_tnResisteranno i cristiani in Medio Oriente, Africa, Asia, in Pakistan e Afghanistan,ecc., e per quanto, visto che qui sono una minoranza in via di estinzione (vedi Fondazione Novae Terrae) e fortemente perseguitati?
Grazie ai reportage de il Giornale.it abbiamo potuto e possiamo ancora documentarci sull’Isis che dissacra chiese e le distrugge, non ultimo il Monastero di Sant’Elian in Siria(21 agosto 2015) con il corpo del martire ucciso dai Romani nel 285 d.C barbaramente vandalizzato; triste, fortemente triste, vedere cristiani crocifissi, bambini di religione cattolica impiccati, e così via. Ben sappiamo che quando arrivano “quelli della bandiera nera” o si sceglie la “chahada” (professione di fede islamica) o sei morto. Fa ancora notizia la gabbia di ferro posizionata al centro della città irakena Ar Rubta, nella qindexuale sono stati giustiziati diversi cristiani. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, nel Consiglio di sicurezza del marzo scorso al Palazzo di Vetro, aveva annunciato che l’Onu stava mettendo a punto un piano d’azione per la prevenzione dell’estremismo violento. Per la prima volta il Consiglio di Sicurezza si riuniva sul tema della persecuzione delle minoranze religiose in Medio Oriente (tema scelto e voluto dall’allora presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, ovvero la Francia). “Sono profondamente preoccupato per le migliaia di civili che oggi si trovano alla mercé dello Stato islamico – diceva Ban Ki-moon nel suo intervento -. I suoi miliziani uccidono sistematicamente quanti appartengono a minoranze etniche e religiose”. Da non sottovalutare lo studio di “Open Doors” , organizzazione non governativa americana in supporto dei cristiani nel mondo, nel quale si conferma che “la fonte primaria di persecuzione è il fondamentalismo islamico: più del 70 per cento dei cristiani è fuggito via dall’Iraq dal 2003. In Siria 700mila dal 2011 sono stati costretti ad ab13bandonare casa dall’inizio della guerra civile. Anche in Pakistan e Afghanistan, la caccia al cristiano è in crescita.”
Dinanzi a questo dramma occorre reagire, gridare ai quattro venti i massacri, e avere coraggio ed opporsi con ogni mezzo, quel coraggio che spesso manca agli italiani e agli europei, tanto che persino il filosofo inglese conservatore Roger Scruton in un articolo-intervista su Il Foglio di Giuliano Ferrara, senza mezzi termini ha urlato che “L’occidente è in ritirata dal mondo, ha perso ogni valore spirituale e culturale su cui si fonda l’Europa. Altrimenti, di fronte alle notizie di cristiani uccisi e di chiese rase al suolo, interverrebbe subito contro l’Isis. Ma verrà punito, anche tramite il multiculturalismo. La colpa è della cultura del ripudio”.
il-monastero-di-mar-elian-701217Un po’ di numeri? Eccoli. La Caritas italiana ha calcolato che in un solo anno (novembre 2013 – ottobre 2014) i cristiani uccisi per ragioni strettamente legate alla loro fede sono stati 4.344. E al meeting di Comunione e Liberazione in cui ero presente, all’incontro dal titolo “una ragione per vivere e per morire: martiri di oggi” hanno fatto impressione le parole di padre Douglas Al-Bazi e di padre Ibrahim Alsabagh, parroci rispettivamente di Erbil e di Aleppo. Frescos_in_Saint_Elian_Church_-_Hims_Syria-800-600x404Il parroco siriano di Aleppo ha detto: “Perché un cristiano deve rimanere? Meglio scappare e buttarsi nel mare.(…) Diversi sono i casi di cristiani che hanno lasciato il paese e lo lasceranno forse nel domani. Sembra essere nel libro dell’Apocalisse. Per noi cristiani, parlo di Aleppo, specialmente, siamo nell’Apocalisse”. Il parroco iracheno ha chiesto apertamente aiuto: “Io sono qui per dire a voi: siate la nostra voce, parlate e svegliatevi. Il cancro è alle vostre porte ormai, vi distruggeranno. I cristiani in Medio Oriente, in Iraq, sono l’unico gruppo ad aver visto il volto del male: l’islam. Pregate per la mia gente, aiutate la mia gente, salvate la mia gente. Perché lasciate le pecore libere in mezzo ai lupi?” Vi dirò che nel 2007 padre Al-Bazi è stato rapito e torturato per nove giorni, e nel luglio 2014, l’arrivo degli uomini dell’Isis a Mossul ha segnato l’inizio di un esodo che in poche settimane ha portato più di un milione di persone, per lo più cristiani, a rifugiarsi nella regione irachena del Kurdistan.
Vi sembra poco? E i cristiani d’Occidente che vanno in chiesa la domenica -se vanno- hanno, dinanzi a tanti loro fratelli cristiani perseguitati nel mondo, il coraggio di tapparsi gli occhi e le orecchie per non sentire le loro grida di aiuto? Le Beatitudini di Cristo hanno ancora un senso,un valore e mille virtù. Devono essere quelle Beatitudini evangeliche a smuovere le coscienze, sempre che queste abbiano ancora la porta aperta.

Carlo Franza

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