9788861844957_0_0_709_80Mettetevi seduti e allacciate le cinture di sicurezza prima di iniziare a leggere, perchè il libro di  Italico Santoro, è un  illuminante  saggio  sul nostro tempo, pubblicato da qualche settimana da Mondadori Università, ma può causare tachicardia in chi vive fuori dal suo tempo; o meglio, la lucidità  di descrivere il presente e leggere il divenire della storia e della politica che la muove mette a fuoco cornici scioccanti. Santoro (oggi tra gli animatori della Fondazione Spadolini) è nato a Contursi Terme (Salerno) il 16 ottobre 1940. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, economista e dirigente d’azienda, è stato deputato del PRI nella X e XI Legislatura del Parlamento è stato nel corso dei decenni deputato del PRI, condirettore de “La voce repubblicana”, parlamentare attento all’economia e alla politica internazionale, e insieme analista per “Nord e Sud”, “Il Mondo” e “Nuova Antologia”. santitalPer intanto  Santoro nel libro si muove attraverso cinque capitoli puntuali, chiari, dettagliati, senza muovere da facili spiegazioni, ed  osserva, studia, analizza  la complessità dell’attuale politica internazionale, delineando  scenari infuocati.  Da qui muove il titolo del libro “Verso il disordine globale” con i suoi capitoli che desidero declinare:  I. L’OCCIDENTE E GLI ALTRI: VERSO IL DISORDINE GLOBALE?: 1. L’Occidente; 2. La globalizzazione: scenari mutevoli, formule rigide; 3. I nuovi players: uno sguardo sul mondo; 4. Faglie attuali e faglie potenziali; II. L’OCCIDENTE, GLI ALTRI, E IL MONDO CHE VERRÀ: 1. Problemi e opportunità; 2. I (nuovi) cavalieri dell’Apocalisse; 3. Le nuove opportunità e la civiltà della conoscenza; 4. Le forze motrici: globalizzazione, nazione, religioni; 5. Lo scenario geopolitico e il ruolo dell’Occidente; 6. Dalle teorie decliniste alla comunità di destino; Conclusioni; Tavole statistiche.

E’ sotto gli occhi di tutti che il mondo attraversa una fase di grande turbolenza perché  sono saltati gran parte degli equilibri  che lo reggevano. Si è invasi, oggi, da mille  tensioni politiche, economiche, militari.  E soprattutto si aggravano i principali problemi “globali”: l’esplosione demografica, le migrazioni di massa, il terrorismo, i mutamenti climatici, l’instabilità finanziaria; problemi   che ormai si sono avvitati e da cui sarà difficile uscirne. Il processo di globalizzazione è entrato in crisi ed è sotto gli occhi di tutti e per noi italiani ed europei il problema è quintuplicato,  i mercati tendono a frammentarsi, e si muovono radicalmente le spinte nazionaliste. Vien da chiedersi se sia  possibile ricostruire un ordine prima che la situazione degeneri ulteriormente? Non sarà per nulla facile. I paesi emergenti sono in difficoltà. L’Europa è dilacerata per non dire martoriata  al suo interno. Gli Stati Uniti sembrano riluttanti, ancor più con l’era Trump, nei confronti di nuovi impegni internazionali. A questo punto potrà l’Occidente mettere da parte le sue tesi decliniste  e riappropriarsi dei valori che gli sono propri, i valori fondanti della vera libertà, del rispetto, della tolleranza, dei valori liberaldemocratici e superare così con successo le sfide del XXI secolo?

images11E’ certo che Santoro parte dalla storia; anzitutto dalle decisioni di Yalta alla fine della seconda guerra mondiale e dall’equilibrio che ne scaturì sulla spartizione del mondo; poi la nuova competizione e il bilanciamento tra i maggiori players internazionali; l’Occidente con la classe media  -che era più bassa che media- fatta di lavoratori semiqualificati  impattati subito nella più recente globalizzazione; l’Occidente che troneggiava sul “government by discussion”, che altro vuol dire  gloriarsi sui principi democratici nati dall’autoritarismo e impattanti sullo sfilacciamento della democrazia e  dunque invocanti nuovi autoritarismi( vedi le destre estreme oggi in Europa); un’Europa in crisi profonda sotto tutti i punti di vista, crisi monetaria, crisi istituzionale, crisi di welfare, assenza di un orizzonte strategico, bassa politica e cittadini abbandonati a se stessi. imagesE’ Chiaro che la globalizzazione  ormai compiuta ha portato disastri enormi  e Santoro afferma essere ormai entrati in una inedita dinamica di “competition” tra stati-continente. Santoro poi entra nello specifico delle diverse situazioni e aree geografiche e geopolitiche: intanto la crescita della Cina  avvitata in un capitalismo senza democrazia, un capitalismo autoritario, con un espansionismo di mercato pericoloso  e impressionante legato a un militarismo forte,  che ha mantenuto un ceto medio stretto e alle corde, muovendosi verso   un espansionismo  volto all’Africa, il Sud America  e anche l’Asia orientale. Poi la Russia e le sue mire verso le zone euroasiatiche e le mille contraddizioni con la sua  “democrazia senza libertà” ( basti pensare al controllo putiniano degli apparati, la repressione degli oppositori, il legame con la Chiesa ortodossa); senza dimenticare la sua economia in crisi e la demografia in calo,  grazie anche alla politica deficitaria di Obama e dell’intero Occidente, ma affiora chiaro   il nuovo ruolo russo di player internazionale. Senza tralasciare aree in cui si muoveranno strategie e battaglie geostrategiche, vale a dire  il Sud-Est asiatico, il  subcontinente indiano, fino a un “Sud” del mondo diviso tra Africa subsahariana e America Latina.

untitledSantoro poi  entra nel vivo di quello che sarà il vulcano  del disordine globale:  elementi e faglie in movimento  che porteranno   guerre e drammi in tutto il mondo. Anzitutto il regolamento di conti tra Cina e molti interlocutori ; le tensioni legate al regime della Corea del Nord compreso il subcontinente indiano,  e anche  il Pakistan; i confini orientali dell’Europa  e le pressioni della Russia; la polveriera islamista e il rischio del terrorismo, che troppi- moltissimi-  continuano a sottovalutare; le migrazioni di massa; e infine l’instabilità finanziaria. Le radiografie sul mondo e  sulle sue parti malate e in cancrena sono esplicite, fin troppo evidenti e chiare.  L’Occidente ha ancora carte disponibili  per fronteggiare tutto, basti pensare a un uso intelligente del soft power, della diplomazia e del dialogo; alla  leadership  in campo  economico, ma anche della tecnologia e della ricerca; infine un punto vitale  che è la capacità di far tesoro di settori innovativi come la rivoluzione digitale,  le scienze della vita e la complessità biologica,  dati questi ultimi che basterebbero a capovolgere ogni scenario e a ridare luce all’Occidente.

Santoro dice senza mezze misure  che le risposte risposte tradizionali del tipo “ci vuole più Europa” sono oggi inservibili, semmai si può al massimo puntare su una “confederazione europea leggera”, che dia spazio verso il basso alle autonomie nazionali, e verso l’alto a una rinnovata “comunità di destino” occidentale e con gli Stati Uniti. Ma per far questo occorrerebbero leadership europee coraggiose, non miopi, non bastano né i Macron né i Renzi, ovvero tutto  il contrario delle attuali burocrazie e dei cultori dello status quo.

I segnali dati dal vulcano che è sotto il mondo fanno registrare  grande turbolenza, e se gli equilibri oggi sono saltati, in prima fila ci sono tensioni politiche, economiche e militari che tengono il mondo indirizzato  verso la sua fine, per via dei problemi globali che molti politici, compresi i nostri italiani, e lo stesso Papa Francesco, fanno finta di non vedere, e cioè     l’esplosione demografica, le migrazioni di massa, il terrorismo islamico, i mutamenti climatici, l’instabilità finanziaria. Il processo di globalizzazione è entrato in crisi, i mercati tendono a frammentarsi, riprendono forza le spinte nazionaliste. E’ l’inizio della fine. Il libro di Santoro è un trattato di grande spessore storico e geopolitico, un trattato capitale  per il nostro tempo e per i tempi che verranno.

 Carlo Franza  

 

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