Ecco le canzoni di Natale nella tradizione popolare italiana: una festa in note che dobbiamo levare da tutte le nostre case in segno di ribellione verso il nuovo  DPCM del  Governo Conte. L’Italia è in agonia, e allora ecco il mio invito. Da nord al sud della Penisola, gli italiani ormai allo stremo, con  antiche strofe possano accompagnare in musica l’attesa dell’Avvento e del Natale  e  un nuovo inizio d’anno.

Il Natale  e le intere  feste natalizie  sono alle porte, e tra le moltissime tradizioni che rievocano la Santa Natività e il laico avvento dell’inverno (e mettiamoci pure la fine dell’anno gregoriano) ci sono i canti, che si sono tramandati grazie all’oralità ( nonostante il Governo Europeo abbia vietato vergognosamente i canti durante la messa di Natale) e a qualche trascrizione e arrangiamento più o meno raffinati. L’Italia esprime tutta la varietà immaginabile in un mosaico di tradizioni, di culture vive  e geografie assai distanti tra loro,  dai vicoli brulicanti di Napoli, al cammino innevato su un sentiero alpino o una fredda notte in mare aperto.  Dalle liturgie derivano nel Seicento le forme scritte dei primi canti. Odi e intime ninnenanne per il bambino Gesù riecheggiavano a nord. Mentre moltissimi sono i canti che intonavano i pastori, riprendendo laudi legate a liturgie e processioni, già celebrate nel XIII secolo nei dialetti, o meglio nelle lingue, sarde, napoletane e siciliane. Pur  senza disquisizioni dottorali proviamo ad evocare qualcuna delle musiche natalizie più conosciute nell’Italia popolare, sperando che scaldino  -almeno loro- l’atmosfera di una attesa, o il benaugurio dell’inizio d’anno nuovo 2021, che appare già vecchio.

 Il Friuli e la “Lusive La Lune”

“Lusive la lune” è una canzone popolare diffusa in tutto il territorio friulano che trova le sue origini in un canto del XVIII secolo. Sono molte le varianti dalla forma originaria, ma in tutte risuona l’atmosfera di una notte in cui la luna risplende come fosse giorno, in cui i fiori d’inverno germogliano come se fosse estate, e l’acqua dei fiumi risale verso le sorgenti. Un’atmosfera di sogno e di fiaba.

 

Trento e Nord Italia con  “Dormi Dormi Bel Bambino”.

Questo canto religioso fa parte di una raccolta di “Sacri canti” di Don Giambattista Michi di Fiemme, ritrovata nella trentina Palù del Fersina e risalente alla fine del XVII secolo. Nella versione originale il canto si intitola “Canzonetta spirituale sopra l’Aria della marchiata”. Questa ninna nanna rivolta a Gesù Bambino non si ritrova in altri esempi della cultura europea e si riconduce invece alla danza popolare della “Marchiata”, diffusa in tutto il nord Italia.

La Piva natalizia tra Milano e il Ticino.


La Piva natalizia tra Milano e il Ticino, nel  volume  di  Aurelio Citelli e Giuliano Grasso, presenta gli esiti di oltre trent’anni di ricerche e studi sulla Piva, la tradizione di eseguire musiche natalizie in forma itinerante, diffusa in particolar  modo tra la città di Milano e il fiume Ticino, con uno sguardo all’analoga Pastorella presente nella Lombardia orientale. Seguendo le tracce dei pivari del Nord Italia e degli zampognari del Centro-Sud in trasferta nel Settentrione per la novena, l’attività di organisti e compositori di Pastorali ottocenteschi, la nascita e lo sviluppo delle associazioni bandistiche, ed esplorando l’iconografia raffigurante suonatori di strumenti pastorali, il libro tenta di delineare i contorni di una tradizione musicale unica in tutto il Nord Italia. Oltre ai contributi a carattere storico e musicologico, il volume raccoglie testimonianze di suonatori e direttori artistici, osservazioni e immagini della Piva e della Pastorella negli anni Duemila, nonché numerose partiture musicali, in gran parte inedite, che attestano la vivacità e la ricchezza di questo fenomeno.  Nelle 220 pagine ricche di musiche, fotografie e testimonianze, viene ripubblicato – con una Premessa di Roberto Leydi – il saggio La tradizione della “Piva” tra Milano e il Ticino, uscito nei Preprints dell’Università degli Studi di Bologna nel 1986.  Il volume, al quale è allegato il DVD Musiche, riti e suoni d’inverno, con video e documenti sonori originali raccolti dagli autori tra il 1982 e il 2019, fra i quali il videodocumentario La Piva di Rosate, di Aurelio Citelli e Alberto Rovelli.

 Le Marche e il  “ Natu Natu Nazzare”

“Natu natu Nazzarè tra la paja tra lu fie’e Maria la Verginella che sta sotto la capannella Jiusù caru dormi ve’tra lu vo’ e l’asine’ tra le vraccia de la mammache te canda la ninna nanna Capanna sanda’ndo’ che ci sta Jiusùse sona e canda”. Questo è il canto natalizio marchigiano più noto e rievocato nella regione, soprattutto nella provincia di Macerata. Ancor oggi è immancabile nei repertori dei gruppi popolari che lo eseguono nel periodo dell’Avvento. A dare lustro a questo canto tradizionale è stato negli anni Cinquanta l’arrangiamento per coro del maestro Giovanni Ginobili, che negli anni 60 viene addirittura inciso e prodotto dalla casa discografica Rca.

 

Fra Toscana e Viterbese, la Befanata.

Scostandoci di un poco sul calendario cerchiamo le origini di una canzone per la Befana, intonata porta a porta soprattutto nelle zone toscane del Monte Amiata, in quella della provincia di Lucca e nella provincia di Viterbo. In alcuni paesi di Romagna, Marche, Umbria e Lazio la stessa tradizione è comunemente chiamata Pasquella.  Il testo italianizzato recita così: “La Befana ed il suo gentil consorte con il conte di Buon’Umor chiedono di essere ospitati nella vostra gentile dimora e di essere trattati con amore come con amore chiedono…”. Sta al buon cuore dei riceventi rispondere con un dono.

A  Sant’Agata De Goti  il celeberrimo “ Tu Scendi Dalle Stelle”.

A comporre forse la più conosciuta canzone natalizia  “Tu scendi dalle stelle” è nel 1754 il Vescovo Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), nato a Sant’Agata de’ Goti. Ma sembra che “Tu Scendi dalle Stelle” sia un canto che ha avuto origine da un’altra melodia composta dal de’ Liguori: “Quando nascette Ninno”. Nella prima stesura italiana il brano venne chiamato “Per la nascita di Gesù”, titolo con cui fu inizialmente pubblicato. Poi divenne la celebre “Tu scendi dalle Stelle”.

Nella Penisola Sorrentina e a Napoli, “Nascette Lu Messia”

In realtà questa si può annoverare tra le canzoni benaugurali per la fine dell’anno. Durante le feste si girava per le case dei contadi a intonare questa canzone per ottenere una “a ’nferta”, e alla fine del canto si lanciava una pietra ai piedi di genitori, del padrone, del commerciante , del nobile in segno di rispetto per le gerarchie familiari e sociali. La canzone veniva accompagnata dal ritmo di tamburelli e putipù e iniziava cosi: “Ao’ bbuon Dio è ao’ bbuon Capodanno / tant’oro e argiento te puozze / abbuscà auanno, / quanto peso io/ ‘a pret e tutte e panne”.  Ovvero, viene annunciata la fine dell’anno per poi evocare in circa settanta strofe episodi popolari e dell’infanzia di Gesù.

 

In Sardegna, “Notte de Chelu” e le Novene di Natale.

La novena di Natale è il canto simbolico dell’attesa della nascita del bambino Gesù e l’avvento si accompagna con questa forme di liturgia cantata. In Sardegna non si attese il Concilio Vaticano II per recitare le preghiere non il latino. Così nel 1927 furono composti nove canti specifici per la preparazione al Natale, composti da due sacerdoti: Agostino Sanna di Ozieri, e Pietro Casu (chiamato Babbai Pedru) di Berchidda. I canti sono ormai conosciuti e utilizzati in tutta la Sardegna: “Acculzu a Betlemme”, “Andhemus a sa grutta”, “A sos primos rigores”, “Candh’ est nadu Gesus”, “Duos isposos a s’iscurigada”, “Glòria: it’est custa armonia?”, “In sa notte profundha”, “Naschid’est in sa cabanna” e “Notte de chelu”.

E a volersi  spingere  oltre le tradizioni, in epoca più vicina ai nostri anni, ecco le Canzoni di Natale, le più conosciute, degli artisti italiani.

La tradizione vuole gli Stati Uniti come Paese che ama e dedica ogni anno cover e canzoni al Natale. In passato e anche in tempi più recenti sono tanti gli artisti pop che si sono cimentati in brani della tradizione natalizia o in nuovi componimenti per fare un regalo speciale ai propri fan. Sembra quasi un rito di passaggio necessario per gli artisti che hanno avuto più successo durante l’anno. Dai Backstreet Boys fino ad Ariana Grande passando per Sia e Justin Bieber, tutti hanno pubblicato canzoni a tema natalizio. Con il tempo alcuni dei brani sono diventati veri e propri tormentoni delle festività come “Last Christmas” o “All I want for Christmas is You” rispettivamente degli Wham e di Mariah Carey. Anche in Italia ci sono album interi dedicati al Natale con cover di vecchi classici e rielaborazioni di canzoni passate alla storia. Paradossalmente, sono invece tanti i brani inediti dedicati al Natale. 

  • “Natale allo Zenzero – Elio e le Storie Tese
  • “Christmas with yours – Elio e le Storie Tese
  • “Baffo Natale” – Elio e le Storie Tese
  • “Natalino Pacchetti” – Elio e le Storie Tese
  • “Presepio Imminente” – Elio e le Storie Tese
  • “Eccolo qua il Natale” – Cesare Cremonini
  • “Natale con Deejay” – Max Pezzali
  • “Happy Christmas John” – Thegiornalisti
  • “Canzone per Natale” – Morgan
  • “Regali di Natale” – Antonello Venditti
  • “Natale” – Francesco De Gregori
  • “Natale di seconda mano” – Francesco De Gregori
  • “È Natale (ma io non ci sto dentro)” – Articolo 31
  • “La vigilia di Natale” – Brunori SAS
  • “O è Natale tutti i giorni” – Luca Carboni e Jovanotti
  • “Coriandoli a Natale” – Subsonica
  • “Buon Natale (se vuoi) – Eros Ramazzotti

Canzoni di Natale, da Elio e le Storie Tese a Venditti

Tra i brani più famosi ci sono sicuramente quelli composti da Elio e Le Storie Tese che nel corso degli anni hanno firmato le canzoni di Natale di Radio Deejay. Brani come “Natale allo Zenzero”,  “Baffo Natale” o “Christmas with yours” hanno dato un tocco di originalità in contrapposizione ai classici della tradizione natalizia. Sempre grazie alla collaborazione con Radio Deejay sono nate anche “Happy Christmas John” dei Thegiornalisti “Eccolo qua il Natale” di Cesare Cremonini e “Natale con deejay” di Max Pezzali. Un altro brano che non può mancare in una playlist dedicata al Natale è “Canzone per Natale”, raffinata composizione di Morgan. Inusuale la presenza di Antonello Venditti e Francesco De Gregori tra gli autori e gli interpreti di canzoni di Natale. I due cantautori hanno scritto brani inediti dedicati alle festività. Venditti ha pubblicato nel 2008 la canzone “Regali di Natale”, mentre De Gregori ha pubblicato nel corso degli anni le canzoni “Natale” e “Natale di seconda mano”. Di tutt’altro tenore il brano composto dagli Articolo 31 “È Natale (ma io non ci sto dentro)” dedicata all’odio per le feste natalizie. Brunori Sas invece ha scelto di raccontare in modo tanto cinico quanto divertente il suo Natale nel brano “La vigilia di Natale”. Tra i brani da ricordare anche “O è Natale tutti i giorni” di Luca Carboni e Jovanotti, con la musica di “More Than Words” degli Extreme. Infine c’è spazio anche per “Coriandoli a Natale” dei Subsonica, tributo a Gigi Restagno, autore del brano e musicista torinese scomparso nel 1997. Nel 2015 Eros Ramazzotti ha dato vita al brano “Buon Natale (se vuoi)”, quarto estratto dall’album “Perfetto”.

Tanti album a tema natalizio

Negli ultimi anni Laura Pausini, Irene Grandi e Andrea Bocelli hanno pubblicato album interamente dedicati al Natale. Nel 2016 Laura Pausini ha pubblicato “Laura Xmas” un disco contenente dodici classici della tradizione natalizia tra cui “Santa Claus Is Coming to Town” e “White Christmas”. Né va tralasciato il turno di Raffaella Carrà con l’Album “Ogni volta che è Natale”. Meno recenti le pubblicazioni di Irene Grandi e Andrea Bocelli che hanno pubblicato, rispettivamente nel 2008 e nel 2009, il loro album di canzoni natalizie. Anche Mina si è cimentata con brani della tradizione nell’album “Christmas Song Book”, mentre nel 2012 Claudio Baglioni ha pubblicato “Un piccolo Natale in più” rivisitando 26 successi a tema natalizio. Tra gli altri interpreti anche Christian De Sica e Mario Biondi, quest’ultimo con due album nel 2013 e nel 2014.

Bene,  in questo Natale che il Governo Conte  mette le famiglie, bambini, giovani  e anziani ai  domiciliari in casa, obbligandoci a un Natale diverso  -e forse l’avremmo trascorso  meglio a Pechino-,  obbligandoci a vivere un Natale italiano lontano dalle nostre tradizioni e senza Messa di Natale,  un Natale senz’anima, insomma un Natale freddo, anzi freddissimo, ecco consoliamoci con i canti tradizionali, quelli dei nostri avi, dei nostri nonni, e della nostra infanzia. Con la musica facciamo cadere questo governo ormai impopolare a tutti gli italiani. Anno nuovo, vita nuova, governo nuovo. Buon Natale ai nostri lettori.

Carlo Franza

 

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