Dalla mostra personale dell’artista italiano Carlo Cordua che qualche tempo fa si è tenuta nella Camera dei Deputati  a Roma e da me personalmente curata e inaugurata, l’impronta artistica di questo maestro principe del paesaggio italiano è stata  mirabilmente notata per le qualità uniche, di poetica e di colore, che sottengono alla costruzione del paesaggio, che non è più relazionato a una realtà tout court ovvero a riferimenti naturalistici, ma trasfigurato da una immagine-apparizione  fatta di presenze, di sospensioni, di nucleo segreto che registra le reazioni romatiche,di un divenire della luce quale elemento di conversione e di rilancio di un’intensità qualitativa. Questa ascesi non è un esercizio formale ma si affida a una trama che nella trasparenza della luce viene dal sentimento. E allora parliamo di neofigurazione informale  avvertita con l’uso magistrale, ripeto magistrale, di un estremo sfrangersi degli stati d’animo che ci hanno consegnato la
raffinatezza di una pittura  fatta e suggerita da segni, macchie, strutture, colori. Napoli con i suoi dintorni, gli stessi cantati da Leopardi ne “La Ginestra”, sono la zona esistenziale che movimenta il gesto del segnare, l’idea del paesaggio. E’ così che ha preso corpo il nuovo paesaggio di Carlo Cordua, maestro assoluto nell’uso del pastello, tanto da consegnarci una nuova geografia fatta di suggestioni molecolari ricavati da fondi blu, da bianchi di luce,da rosa stinti  di antiche pietre, e mille altre tonalità  di quell’ intimo fuoco che alimenta  certe sgranature cromatiche che si accertano in questa sua pittura.
A Carlo Cordua abbiamo rivolto alcune domande. Eccone  le  risposte  sintetiche ed esaustive del suo attuale programma di lavoro.

D. Quale importanza ha avuto ed ha tutt’oggi il luogo in cui vivi, la mediterraneità e la luce,nel tuo lavoro artistico?

R. Il luogo in cui vivo ha sempre esercitato sulla mia memoria mitica un fascino straordinario , che, al di là dei luoghi comuni, ha caratterizzato questa suggestiva sponda del Mediterraneo. Fin dall’infanzia, tutto quel sentimento cromatico che si tramanda nella magia di questa straordinaria città, ha accresciuto in me “L’eterna passione”. Napoli ha una storia ed una cultura che affondano nella notte dei tempi; dove filosofia ,esoterismo e perenne magnetismo l’hanno resa la culla più misteriosa ed affascinante di questa complessa civiltà. La grande luce dell’antica saggezza continua ad illuminare il mio percorso artistico intriso, come la mia città, di misteriose e spontanee alchimie che spesso risvegliano in me stupore e forti emozioni.

D. La critica ti ha riservato parole significative sul tuo uso raffinato ed espressivo della tecnica del pastello. Ne convieni?

R. Ho sempre ritenuto questa tecnica la più congeniale ad evidenziare il mio mondo espressivo e cromatico, dove la gestualità e il ritmo incalzante del segno esprimono perennemente il mio stato d’animo.

D. Quali progetti hai nella tua ricerca artistica e quali tappe di sei preposto per i prossimi mesi e il prossimo biennio?

R. Ritengo che un artista non possa e non debba programmare nulla che possa poi costituire, paradossalmente, un limite alla sua stessa libertà espressiva.

Carlo Franza

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