E’ nata “Anew”, un network internazionale per l’arte voluto da Martina Mondadori
Nel disastro culturale che avvolge ormai da qualche tempo l’Italia, stretta fra una crisi economica che ancora non ha toccato il fondo e una nuvola depressiva asfissiante che blocca ogni spinta in avanti, ecco un barlume che mi ha richiamato un po’ quelle lanterne del romanzo“Lanterne rosse a Montevenere” dell’amico Leonida Repaci fondatore del Premio Viareggio. E’ nata “Anew”, una rivista d’arte di eccellenza,voluta da Martina Mondadori e diretta da quell’amico critico che è Francesco Bonami che si divide come me fra l’Italia e l’America; 230 pagine formato extra large, copertina rossa, ovvero voglia di bruciare il passato per guardare il futuro, e beninteso vivere quell’eterno presente in cui tutto scorre – il panta rei eracliteo – . “Anewè come un fiore nuovo, e nell’era di Twitter e Facebook non puoi solo bagnare i tuoi fiori,devi sempre e continuamente piantarne di nuovi”, così recita la carta d’identità di presentazione al pubblico. E’ una rivista di arte, letteratura, design e moda, il top del top, altro che riviste d’arte della domenica fra quelle che fino ad oggi abbiamo visto in
Italia. Non era invece così fino agli anni Novanta, poi il deserto. E soprattutto latitanza del Ministero dei Beni Culturali, specie adesso con il salentino Massimo Bray di area dalemiana ed esperto in tarantata. Ora, con questa rivista che non ha nulla a che fare con il pollaio italiano, se non nella direzione e nel finanziamento ad opera della figlia di Leonardo Mondadori, scomparso undici anni fa, finalmente ecco un network di amici contributors internazionali, fra cui Patrick Kinmonth, Tom Dixon, Jonathan Franzen, Amos Gitai, Tim Marlow compreso due artisti come Rob Pruitt e Douglas Gordon che hanno firmato rispettivamente la copertina e l’ultima di copertina. E dire che la nuova rivista si inserisce alla grande in quel percorso già aperto da “Garage” rivista messa in piedi dalla bella zarina russa Dasha Zhukova che nel primo numero mise in copertina quella intrigante ed erotica “farfalla” di Damien Hirst.
Carlo Franza