Strade d’Europa” si campiona  ad essere, in una città come Berlino, cuore d’Europa, lo specchio di un’arte  di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. Il progetto è locato in un edificio neogotico – già nobile scuola di grafica – con cent’anni di storia alle spalle, a ridosso del più lungo tratto superstite dell’ex Muro di Berlino, nel quartiere di Friedrichshain, la zona più movimentata della città, ricca di art cafè, locali, negozi di abiti vintage, antiquariato, musica e altro. E’ con questo progetto che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque,  protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell’eterno. Il terzo millennio che fa  vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l’arte si vogliono aprire finestre sul mondo,  con l’arte si vogliono aprire stagioni eroiche, con l’arte si vuole  inaugurare una nuova civiltà. Strade d’Europa è un punto di partenza. Con “Strade d’Europa” si trovano ad essere coinvolti artisti, ora è la volta di Renato Cerisola con una mostra dal titolo “Americana” al Plus Berlin di Berlino. Paesaggi e città americane. E’ il dato nuovo di questo capitolo che Renato Cerisola dedica all’America, alle sue città , alle sue architetture, alle frenesie del quotidiano, e soprattutto agli spazi, ai grandi spazi delle  praterie, dei grandi laghi, dei cieli aperti, come se l’artista-fotografo avesse voluto non catturarne la realtà nella sua presa diretta, ma attraverso la finestra dell’occhio catturare le inquadrature, creare bellezza in ogni forma. E’ una bellezza che si trascina dettata dal trasporto dell’immagine, in movimento, straniata, sottoposta a tutte le varianti di luce, ai colori che sorprendono e giocano emozioni esaurite nell’intimità spirituale dell’artista. Colpiscono le inquadrature, i tagli di ripresa, i fasci di luce, le forme sottoposte a un movimento sperimentale, poiché la stessa realtà dei grandi spazi  è come fosse sottoposta, per sentimento di nostalgia, ai fantasmi della memoria.  Cerisola con fiuto ha fermato immagini  e territori che fa esplodere nella luce  e con  corrosivi scatti proietta nel tempo quell’attimo in cui ha fermato immagini scolpite e consumate nelle stesso tempo, quegli attimi trascinati da un tempo che avvolge ogni cosa,  la stessa  bellezza del mondo,   evocando, scoprendo vertigini, pieni e vuoti, filamenti di assedio, ingombri, ombre in movimento, frammenti di fenditure,  macule spoglie, colori febbricitanti. Non è poco per questi scatti d’autore di grandissima  fattura messi in piedi da Renato Cerisola, sottoposti a miraggi che svelano una natura innamorata, selvaggia, atmosferica.

Carlo Franza

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