L’artista romana Eugenia Serafini espone a Berlino opere che sono un omaggio contemporaneo a Giovanni Boccaccio, l’autore del “Decamerone”, per i 700 anni della nascita. Capolavori di storia,di cronaca e di vita.
E’ per i 700 anni della nascita di Giovanni Boccaccio, prosatore illustre del Trecento, autore del “Decamerone”, che l’artista Eugenia Serafini ha pensato, prendendone spunto e facendone poi un omaggio, di sviluppare una serie di capitoli pittorici su una tematica colta e cinematografica, carica di un tempo tutto nostro, che sa di cronaca e di storia, di travestimenti e di lotte, di sesso e libertà, di rivendicazioni e crisi, di politica azzerata e condizione umana. Lo fa con una mostra al Plus Berlin di Berlino dal titolo “Storie e cronistorie da Boccaccio ai nostri giorni”. Quaranta lavori su carta che l’artista ha mosso partendo dai temi forti del Decamerone -astuzia, sesso, fortuna, inganno, ecc.- e quindi da un tempo lontano , per arrivare a un’arte politica, storica, identitaria, celebrativa, traumatica, simbolica, umana, pur con immagini crude, provocatorie nel loro eccesso, che insistono su fragilità e debolezze, su sorprusi e assoggettamenti, su iconografie dove ironia, sberleffo, miseria e teatralità hanno dato modo all’artista romana di sviluppare come pochi un vero e proprio romanzo visivo dei nostri tempi. Un capolavoro unitario in cui le immagini fenomeniche fanno saltare in aria colori, tracce, scritture, collage, e mille altre accensioni. E’ così che si sviluppano i due cicli delle opere, il primo tutto mosso da “tracce”, una sorta di operazione neo-decollage in cui forti pennellate dagli accesi colori assolutizzano gli eventi e la storia contemporanea con una sintesi visiva capace di raccontare in modo forte il vivere quotidiano, l’alienazione urbana, il destino dell’umanità offesa, i tabù sociali, i grandi traumi e i problemi impellenti del ventunesimo secolo; il secondo che potremmo chiamare “Romance”prende il suo incipit dallo STRAPPO di un bel volto di donna africana e sviluppa una ventina di opere sulla tematica del SOGNO, il SOGNO del migrante ( “arrivano aggrappati al FERRO delle NAVI” , “PescatOri di sOgni”, “VIA! con TE”), un memento mori di dolore, di criticità, di forte meditazione dove multiculturalismo e arte tengono corpo di dati e contorni reali. Ecco allora come ancora una volta Eugenia Serafini, illustre artista dei nostri tempi, con tecniche personalissime e sempre nuove, affina ricerche e sorregge narrazioni, un nuovo decamerone, crocivia di mille storie e umanità.
Carlo Franza