I fosfeni di Nelio Sonego svelano la ricerca d’infinito. La sua arte carica di filosofia e d’esistenza squarcia il presente come lampi e saette.
Alla storica galleria A arte Invernizzi di Milano una mostra personale dell’artista Nelio Sonego(Sion-Suisse 1955), che presenta lavori recenti, appartenenti al ciclo “Orizzontale/verticale”, realizzati in relazione allo spazio espositivo. Ha studiato all’Accademia di Venezia Sonego allievo di Emilio Vedova. Dice l’artista:“Io non guardo la tela per metterci sopra i segni. I segni nascono nella mia testa, nella tensione si forma nella mia testa l’immagine che vedo definirsi con lo spazio della tela e nella concentrazione tutto il mio corpo scatta a fare i segni che determinano l’immagine. Praticamente nella visione il mio corpo e la tela sono uniti e se tutto funziona l’opera riesce. È questione di sufficiente energia”. Cromie in diversi formati come quelle rettangolari che danno inizio a un capitolo negli anni Ottanta. I tratti di molteplici cromie, che l’artista traccia stendendo il colore acrilico con il pennello e non utilizzando lo spray come avveniva nelle opere realizzate negli anni precedenti, emergono dal fondo lungo direttrici verticali e orizzontali e si protendono oltre il proprio limite fisico per spezzare il confine chiuso e definito della tela. Ecco l’infinito, il sogno di ogni uomo. Nella prima sala del piano superiore verranno esposti lavori di piccole dimensioni in cui i segni di colore si delineano sul fondo bianco del supporto. Questi lavori dialogheranno, seguendo un percorso fatto di passaggi analogici e contrastivi con le opere di grandi dimensioni, anch’esse caratterizzate da linee di varie cromie stese su fondo bianco, situate al piano inferiore della galleria e con il lavoro presentato nella seconda sala del piano superiore in cui le tracce bianche di acrilico vengono trascritte da Sonego su un fondo nero. Rigorosa quest’arte e carica di energia, di fosfeni, di sensazioni visive, di punti, scintille, accensioni creative capaci farci vivere l’infinito, un infinito. Ma i suoi lavori possono essere anche paesaggi in movimento, assoluti, linee ormai, quali ci appaiono.
Carlo Franza