Ci risiamo, decine, migliaia e migliaia di italiani sono stufi, nauseati. Di cosa? Di un governo per ogni stagione. E di governi che hanno deciso di conservare la Cultura nel libro delle preci delle nonne, o in armadi con la naftalina. Niente per la Cultura nel 2013 con Bray esperto in balli della Taranta o meglio nella “pizzica” salentina, men che meno nel 2014, con l’arrivo di Dario Franceschini. Quello che dovrebbe chiamarsi “governo Renzi I ” ha nel suo attivo un ministro dei Beni Culturali che si chiama Dario Franceschini; meriti culturali zero. Scrittore della domenica perchè ha scritto quattro romanzi, nel 2006 “Nelle vene quell’acqua d’argento”, nel 2007 “La follia improvvisa di Ignazio Rando” e nel 2011 “Daccapo” che ha come protagonista il figlio di un notaio che ha avuto 53 figli segreti da altrettante prostitute. Pensate voi che bel salto di qualità. Poi nel 2013 “Mestieri immateriali di Sebastiano Salgado”. Che fantasia! Romanzi pessimi, per contenuto e per scrittura. Nessuna speranza di un Nobel per Franceschini.

D’altronde in tutte le sue passeggiate da Firenze a Roma, in pendolino, avete mai sentito pronunciare da Matteo Renzi la parola Cultura? O letto qualcosa nel suo programma per la Cultura? I Beni Culturali italiani franano e gli Istituti di Cultura italiani all’estero, che dovrebbero rappresentarci al meglio, non hanno neppure i soldi per fare le pulizie. Mi è bastato un anno per capire bene Renzi, e soprattutto alla luce di quel che ha fatto(non ha fatto! Sic!) a Firenze, città sporca, abbandonata a sé stessa, con un centro che fa pietà, specie nella zona di San Lorenzo. E con i commercianti inferociti che pagano le tasse per i loro negozi ostruiti e blindati da bancarelle extracomunitarie. Ma fermiamoci qui perchè in questa rubrica-blog abbiamo già dedicato un post su Firenze e sul Convento di Sant’Orsola, con i topi che entrano a decine dalle finestre semimurate, in cui ci sono i resti della Monna Lisa leonardesca.

Che pena oggi quel suo giuramento nelle mani di Napolitano, sembrava la festa di una Prima Comunione, presente com’è stato con moglie e pargoletti. Ma lui si fregava le mani.

La Cultura in Italia è morta. Ora vedrete che Dario Franceschini, solo perchè è stato assessore alla Cultura di Ferrara nel 1994, ha detto di voler “provare” a fare cultura in Italia. Certo, col provolone.

 Carlo Franza

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